Log dis           Log dis

| Home | Aree RISERVATE | AGENDA Attività | Webmaster - Davide Rizzo |


Menu verticale jQuery con effetto fisarmonica | MaiNick Web
Percorsi di difesa personale

Locandina Corso Difesa
Corso di difesa personale prende corpo SOLO su invito di altre ASD.
Il Maestro Rizzo si presta a corsi di difesa personale solo su invito di amici ed Associazioni facenti parte il mondo del Karate Tradizionale.

Il corso è dedicato a giovani donne e uomini previa presentazione del certificato medico.

Il corso prende inizio con un minimo 8/10 persone e si articola in un due appuntamenti settimanali da concordare:


Per informazioni, prenotazioni e adesioni contattare
il M° Davide Rizzo al 347.9163114 - Mail - davide_rizzo@alice.it


Prefazione alla pratica a cura di Davide Rizzo

Molti sono gli aspetti sulla difesa personale, il mio percorso personale passa attraverso un unica esperienza: il Karate- Dō . Pur avendo avuto diverse esperienze di "scontro reale" il mio rapporto con la difesa personale rimane come un pensiero dell'azione, un percepire la sensazione, sapendo che lo spazio e il tempo in una situazione estrema è ben diverso da quanto si può apprendere in una scuola di vita qual'è il Dojo.
Nella difesa personale il tempo e lo spazio hanno percezioni diverse, le situazioni di kumite sia anche jiyu kumite ( combattimento libero) non sono, in parte, applicabili, poco si usano le tecniche "letali" pochi sono gli spunti di comprensione e di studio degli "Atemi" ( punti vitali), scarsa attenzione è prestata alla lotta a terra e come liberarsene, prese e propiezioni vengono studiate e applicate pochissimo, tuttavia quando questo viene, in parte insegnato, trova profitto e interesse da parte degli allievi.
L'arte marziale, il Karate-Dō , implica l'applicabilità delle tecniche, di tutte le tecniche, molto probabilmente, quando il Maestro Shirai ha strutturato il Goshin-Dō pensava proprio a questa razionalizzazione delle tecniche spesso sottomesse alla competizione e all'estetica del gesto. Il Goshin-Dō è la radice, la spina dorsale nascosta dell'albero del karate, da cui crese e si sviluppa anello dopo anello fino alla corteccia il karate tradizionale che noi tutti pratichiamo oggi! Nella purezza del gesto stà l'efficacia del gesto stesso.

Il Maestro Kase ha sempre insistito nell'esecuzione reale della tecnica e nella sua efficacia. Tutte le sue tecniche a mano aperta ne sono l'esempio più vero e sincero di come il Maestro Kase perseguisse questa via. La capacità di prevedere l'avversario e intuirne le tecniche era un'altra sua grande prerogativa, io mi pregio di questo insegnamento che trova sintesi nell'insegnamento del mio Maestro Luciano.
Per il Maestro Kase la quinta dimensione era un obiettivo raggiungibile, così come per il Maestro Shigeru Egami, il "Toate" ( una tecnica che permette di dominare il proprio avversario senza toccarlo ) è un obiettivo realizzabile e reale?. Credo che dobbiamo pensare ed essere "tigri feroci" chi avrebbe il coraggio di affrontare una tigre feroce che stia difendendo i suoi piccoli? Il Maestro Kase in diverse occasioni diceva che eravamo molto bravi sul piano estetico e conoscitivo ma che ci mancava l'aspetto "Animalesco della tecnica".

In una sua intervista il Maestro afferma che:
"
.... non bisogna dimenticare che ogni qualità ha il suo opposto, per cui ciò che è un punto di forza può nascondere una debolezza. Per questo io credo che da un lato ci si avvicina alla perfezione formale, da un altro lato è necessario sviluppare anche uno spirito più libero, "selvaggio".

Essere sempre troppo "gentleman" a volte può essere un limite.
Pensando al medioevo quando vi erano i cavalieri in Italia ed i Samurai in Giappone, tutti erano impeccabili nei loro codici morali, nel comportamento, nella disciplina.

I Samurai per esempio avevano una grande perfezione tecnica, amavano e rispettavano il loro Maestro, ma in più avevano una forza istintiva, una forza bruta che era essenziale e che li rendeva veramente temibili."


Per quanto riguarda la difesa personale si devono tenere a mente almeno questi principi di lavoro che riguardano l'Organizzazione:
Fisica - Mentale - Relazionale -
Non c'è difesa senza organizzazione!

FISICA: riguarda la capacità di usare il proprio corpo nel modo più adeguato al momento. Sentire la forza e la aggressività dell'avversario e reagire con la tecnica opportuna. Ci si deve condizionare anche fisicamente acquisendo elasticità, velocità e potenza nei gesti, anche i più semplici.
Organizzare il proprio fisico non è una cosa semplice per chi non l’ha mai usato nel senso del BuDō. La difesa, dal punto di vista fisico non prevede nessuna remora a nessuna tecnica, tutto è concesso, tutto è permesso, il principio è semplice, non permettere mai a nessuno di farci del male sia in termini fisici tantomeno psicologicamente.
L'uso della tecnica deve quindi essere costruito sia fisicamente rafforzando il corpo ma anche su un substrato psicologico e mentale;

MENTALE: riguarda come porsi nella situazione emotiva del momento, anche se in termini appropriati si deve sviluppare quello che comunemente è chiamato" Killer Instinct, letteralmente "Istinto Omicida".
Il Killer Instinct, è quel comportamento che si deve sviluppare affinché si possa affrontare in modo "corretto" uno scontro. Sento comunque la necessità di motivare e spiegare il significato di questo termine (forte), che rischia di confondere il praticante e di contraddire il concetto di evitare lo scontro.
Sviluppare il killer Instinct non vuol dire cominciare a nutrire odio nel prossimo! Questo è semplicemente il termine inglese con il quale ad alcuni reparti speciali viene spiegato il concetto di istinto di sopravvivenza.
Può voler dire di non tirarsi mai indietro di fronte alle difficoltà, la sopravvivenza propria e dei propri cari viene prima di qualsiasi altra cosa.

RELAZIONALE: riguarda l'aspetto più forte della difesa personale. E’ necessario sapere come porsi nei riguardi dell’aggressore e magari anche con chi sta osservando l'accadimento.
  • Uso del corpo inteso come strumento di relazione;
  • Uso della distanza. (Aumentare o togliere  distanza per far percepire la volontà di non voler subire);
  • Uso del tono della voce;
  • Uso dello sguardo;
  • Uso dell'Kiai, l’urlo nella sua forma più semplice.

Il livello relazionale si colloca anche come momento di PREVENZIONE. Prevenire o prevedere il pericolo è anch'esso alla base della difesa. La prevenzione quindi è un concetto fondamentale dell'autodifesa, e per questo viene incluso negli studi di queste tecniche.

Evitare inutili situazioni di rischio per la persona, può sembrare un'ovvietà, ma spesso questo concetto non è molto studiato, spesso ci si mette in situazioni di pericolo per pura curiosità o si pensa, erroneamente, di saper gestire la situazione. Una cosa va comunque chiarita, per quanto riguarda la difesa personale e la sua comprensione, la frase legale è la difesa deve essere proporzionata all'offesa o alla percezione di pericolo reale, io credo una cosa che:
"Quando la tua vita è condizionata da una singola azione il concetto di "tempo" cambia inevitabilmente". L'uomo forte non ha mai necessità di dimostrare la sua forza che deve rivelarsi nella forza del suo carattere e del suo autocontrollo

Argomentazioni:
La dimensione della difesa personale e del combattimento
- da uno studio sullo Yomi, Hyoshi e il Maai -

Problematiche morali e penali legate alla difesa personale
Atteggiamenti difensivi e precauzionali in caso di scontro

M° Davide Rizzo

Diario delle lezioni - anno 2011
Percorso formativo del Corso 2011 di difesa personale

- il diario delle lezioni - anno 2008
Percorso formativo del Corso 2008 di difesa personale


| Back | Home | Stampa questa Pagina |
Us-Acli 13069 - Registro.Naz. Ass. e Societá Sportive Dilettantistiche del CONI205946 -Attestato-
Affiliata a: FIKTA - Cod.Soc.
KVE 1206
- Note sul Copyright - Info Associazione -
Istituto Venezia