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Ognuno tragga la sua morale
A cura di Davide Rizzo
C'era una volta una famiglia di sciacalli che portava avanti una vita molto gradevole nei pressi di un villaggio, fino a quando un giorno i cani loro nemici, non divennero numerosi. Gli sciacalli si videro costretti a cercarsi un'altra residenza più tranquilla. S'incamminarono, e si sospinsero sempre più profondamente nella giungla, fino a quando non giunsero davanti alla caverna di una tigre.

I piccoli sciacalli indietreggiarono terrorizzati quando fiutarono l'odore del felino, ma il più anziano li rassicurò:
- Piccoli state calmi, so come trattare la tigre, la conosco.
Con circospezione avanzò, e guardò all'interno della caverna e vi trovò una gran quantità di selvaggina, e con piacere notò che la tigre non era nella caverna. Lo sciacallo chiamò tutta la sua famiglia e li invitò a servirsi della selvaggina.

Quando furono sazi lo sciacallo disse alla compagna:
- Salgo sulla collina per vedere dov'è la tigre. Se si avvicina, tirerò una pietra nella caverna, in tal caso sveglia i piccoli e ordina loro di ululare più forte che possono. Ti chiederò il motivo di tanta inquietudine, mi risponderai che hanno molta fame e che vorrebbero mangiare qualcosa.

La femmina e i suoi piccoli si misero nella grotta mentre lo sciacallo montava la guardia.
Nel chiarore del mattino udì lo scricchiolio delle foglie, e tra i tronchi degli alberi intravide il profilo della tigre. Tirò un sasso nella caverna per avvisare la sua compagna, ed i piccoli iniziarono ad ululare.
Lo sciacallo urlò:
- Perché i piccoli ululano tanto?

La risposta fu:
- Hanno una gran fame e sono impazienti di mangiare qualcosa.

Lo sciacallo rispose:
- Non dovranno aspettare molto, perché tra poco deve tornare la tigre, così potremo mangiare tutti un ottimo arrosto di tigre.

La tigre si stupì molto nell'ascoltare queste parole, e pensò che solo una strana bestia poteva osare entrare nella sua caverna ed attendere il suo ritorno per divorarla. Deducendo che doveva trattarsi d'animali molto feroci, la tigre preferì fuggire il più velocemente possibile.

Dopo essersi allontana un po' dalla sua tana, incontrò un vecchio babbuino, che le chiese:
- Cara amica tigre dove corri?
- Nella mia caverna, sono entrati degli animali feroci, che stanno aspettando il mio ritorno per divorarmi, per caso ho ascoltato le loro parole, e sono riuscita a fuggire. Questi animali feroci mi sembra che si chiamino sciacalli.


Il babbuino ascoltando le parole della tigre scoppiò in una fragorosa risata e ridendo disse alla tigre:
- Cara tigre, non avevi ma sentito parlare degli sciacalli? Sei tu che devi mangiarli non loro te! Devi essere impazzita, vieni con me che ti farò vedere io come si trattano gli sciacalli.

La tigre non era del tutto sicura delle parole del babbuino, che per farla sentire al sicuro avvolse la sua coda intorno al corpo della tigre.
Lo sciacallo era ancora di guardia, e notò subito la strana coppia che avanzava con passo lento ed incerto. Allora urlò:
- Sorella scimmia, sono molto felice che tu abbia mantenuto la tua promessa, presto, portami la tigre, che siamo morti di fame. Ma ne rechi solo una perché? Pensavo che me n'avresti procurato altre due!

La tigre, spaventata e pensando ad un tranello del babbuino, corse via immediatamente trascinando con lei la scimmia che era legata a lei attraverso la coda.

Mentre correva via il corpo del babbuino era sbattuto contro gli alberi e ben presto la scimmia morì, solamente dopo molta strada la tigre si fermò e si rese conto che della scimmia non restavano che alcuni brandelli.

La famiglia degli sciacalli visse a lungo nella caverna della tigre, che non tornò mai più.

Tabella Storie Zen


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