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Conversando con il Maestro
A cura del M° Contarelli Bernardo
Bernardo COntarelliRiprendo con il mese di giugno il mio impegno, piacevole e gravoso nello stesso tempo.
Questo non lo dico certo per mettere le mani avanti giustificando così un mancato appuntamento o eventuali fallimenti. Sono orgoglioso di poter parlare degli insegnamenti del Maestro, ma spesso la poca esperienza non mi aiuta a coglierne il vero significato o tradurre in parole: un sentimento, una intuizione o più semplicemente una indicazione tecnica.
A volte mi sembra di non essere sufficientemente rispettoso, ma allo stesso tempo ritengo alcuni concetti troppo importanti perchè non ne possano approfittare un numero di persone più ampio. Il Maestro è una vera miniera di conoscenza e durante le sue lezioni, o semplicemente discutendo nei momenti di relax, Egli usa bellissime metafore, trova esempi straordinari, a volte anche scherzosi, ma sempre chiarificatori del concetto che vuole trasmettere.

Ultimamente, durante una lezione del corso del martedì, Egli ha paragonato il praticante di Karate ad uno scultore che ha già in mente la sua opera, ma si trova inizialmente davanti ad un blocco di materia informe.
Egli, prima abbozza i contorni, poi, piano piano, con grande attenzione, delinea sempre meglio le forme fino ad arrivare all’opera compiuta, al capolavoro.
Il paragone a parer mio non è irriverente ma pone l’accento su alcuni elementi importanti: primo, il Karate è un’arte; secondo, gli artisti, cioè i praticanti non possono permettersi il lusso di lavorare senza impegno e concentrazione con il rischio di una tecnica scadente: un’opera incompiuta.

A questo proposito vorrei riprendere delle indicazioni che il Maestro ha spesso citato durante i suoi insegnamenti. Esse sono descritte nella presentazione, fatta dal M° Motonobu Hironishi, della traduzione in inglese del libro del M° Gichin Funakoshi “Karate-Do Nyúmon”.
La prima è una massima: “Kantan na mono yoku shò o seisu” l’equilibrio tra la vittoria e la sconfitta spesso dipende da piccoli particolari o semplici cose. Il secondo un ammonimento: “Shoshin o wasurezu” (nel vostro allenamento) non dimenticate lo spirito e l’umiltà di un principiante.

Maestro Contarelli Bernardo


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