PRINCIPALI
ERRORI DI VALUTAZIONE
(Da una ricerca della Università
di Venezia e di F. Tessaro)
Nella tradizione della pratica valutativa la maggior parte delle
attività si concentrano nell'individuazione, nella spiegazione e
nel superamento dell'errore. Con la meta-valutazione si capovolge
la prospettiva: al posto della valutazione dell'errore si prendono
in considerazione gli errori di valutazione, ossia tutti quei fattori
soggettivi e personali che a diverso titolo possono inficiare la
correttezza valutativa.
FATTORI SOGGETTIVI E PERSONALI NELLA VALUTAZIONE
Ecco,
in sequenza, gli errori in cui può incorrere colui che valuta.
Errore sistematico:
Consiste nella tendenza spontanea a sopravvalutare o a sottovalutare
coloro che si devono giudicare
(S.Chiari, 1973, p. 4). L'errore
sistematico può, quindi, manifestarsi in due modi antitetici: nell'effetto
di indulgenza o, all'inverso, nell'effetto di severità. L'effetto
di indulgenza riguarda prevalentemente coloro che tendono a sopravvalutare
sistematicamente le prestazioni da valutare, ossia coloro che manifestano
marcati bisogni di popolarità e di accettazione, e che, nel contempo,
presentano difficoltà ad affrontare i doveri sociali
(D. Izzo,1976,
p. 50). L'effetto di severità, invece, riguarda coloro che sistematicamente
sottovalutano l'operato da valutare, ossia coloro che manifestano
comportamenti reattivi improntati alla rigidità e all'eccessivo
rigore.
Errore di contrasto:
Si può osservare nella tendenza a valutare gli altri in modo diametralmente
opposto al proprio modo di essere: il timido e portato a giudicare
gli altri più sicuri di quanti essi realmente siano, il depresso
più euforici e vivaci, l'introverso più socievoli e cosi via.
Effetto di alone:
Secondo la classica definizione di
Thomdike, si configura
come l'espansione indebita di giudizio. Essa si verifica quando
un aspetto noto e conosciuto condiziona la valutazione nei confronti
di altri aspetti non dipendenti da esso. Per esempio, un linguaggio
forbito può essere indebitamente considerato sinonimo di preparazione,
di intelligenza, di competenza, ecc.
Errore logico:
Descritto da
Newcomb è cosi definito da
Cuilford,
può essere considerato come una particolare forma delleffetto
di alone e consiste nello stabilire arbitrari legami logici tra
eventi indipendenti o autonomi. per esempio: se una rappresentazione
o un esercizio sono precisi ed ordinati, allora (arbitrariamente)
se ne deduce rigorosità di pensiero e scientificità di metodo.
Errore di aspettativa:
Si ha dinanzi ad un pregiudizio sulle capacita di colui
che si deve valutare e ci si attende i che le sue prestazioni vi
corrispondano. In tal modo si selezionano le prestazioni estrapolando
quelle che si adattano al giudizio e precostituito.
Rosenthal
e
Jacobson hanno, a questo proposito, dimostrato come l'aspettativa,
indipendentemente dalla sua origine, può funzionare come preveggenza
che si autorealizza (effetto Pigmalione). Lerrore di aspettativa
nel colloquio, nellintervista o nellinterrogazione orale,
può tradursi in pregiudizio contagioso
(Ancona, 1957) il
quale non solo comporta interpretazioni soggettive delle risposte,
ma addirittura spinge a scegliere e a formulare le domande cosi
da ottenere le risposte desiderate.
Errore di tendenza centrale:
Derivata dal linguaggio statistico, indica il raggrupparsi verso
il centro di determinati valori, punteggi o giudizi. Chi valuta
tende frequentemente ad utilizzare i valori mediani evitando compromissioni
rischiose dando giudizi esterni, molto bassi o molto alti. Nel sistema
di valutazione in decimali e netta la tendenza a raggruppare i voti
tra il 4 e il 7; nelle check list o nelle griglie di valutazione,
in cui viene richiesto un giudizio scelto allinterno di una
scala di valori superiori a tre, siano essi quantitativi (da 1 a
5 oppure da 1 a 7, ecc.) o descrittivi ( da nullo ad ottimo oppure
da sempre a mai, ecc.) si può facilmente riconoscere come la maggior
parte delle scelte cada nei valori centrali.
Un discorso a parte va riservato agli errori derivanti dai meccanismi
di difesa alla frustrazione:
errori per proiezione, per razionalizzazione,
per identificazione, per rimozione, ecc. E questo un
terreno che apre altri e più compiessi settori dellindagine
e di intervento, che, per la loro natura specialistica e delicata,
necessitano di approfondite competenze psicologiche da parte del
valutatore degli insegnamenti. Ciò non significa che il valutatore
debba tramutarsi in psicologo, ma che sappia individuare correttamente
le fonti e le manifestazioni dansia che possono disturbare
le attivati valutative, e quindi formative.
(Cfr.
F.Boschi e altri, Valutare i valutatori, Erip Editrice, 1987).