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La Competenza del valutare 3 April97
La competenza del Valutare
A cura di Padoan Ivana Maria
Università di Venezia Dipartimento di Filosofia e Teoria delle Scienze
Parte 3
PRINCIPALI ERRORI DI VALUTAZIONE
(Da una ricerca della Università di Venezia  e di F. Tessaro)

Nella tradizione della pratica valutativa la maggior parte delle attività si concentrano nell'individuazione, nella spiegazione e nel superamento dell'errore. Con la meta-valutazione si capovolge la prospettiva: al posto della valutazione dell'errore si prendono in considerazione gli errori di valutazione, ossia tutti quei fattori soggettivi e personali che a diverso titolo possono inficiare la correttezza valutativa.

FATTORI SOGGETTIVI E PERSONALI NELLA VALUTAZIONE
Ecco, in sequenza, gli errori in cui può incorrere colui che valuta.

Errore sistematico:
Consiste nella tendenza spontanea a sopravvalutare o a sottovalutare coloro che si devono giudicare (S.Chiari, 1973, p. 4). L'errore sistematico può, quindi, manifestarsi in due modi antitetici: nell'effetto di indulgenza o, all'inverso, nell'effetto di severità. L'effetto di indulgenza riguarda prevalentemente coloro che tendono a sopravvalutare sistematicamente le prestazioni da valutare, ossia coloro che manifestano marcati bisogni di popolarità e di accettazione, e che, nel contempo, presentano difficoltà ad affrontare i doveri sociali (D. Izzo,1976, p. 50). L'effetto di severità, invece, riguarda coloro che sistematicamente sottovalutano l'operato da valutare, ossia coloro che manifestano comportamenti reattivi improntati alla rigidità e all'eccessivo rigore.

Errore di contrasto:
Si può osservare nella tendenza a valutare gli altri in modo diametralmente opposto al proprio modo di essere: il timido e portato a giudicare gli altri più sicuri di quanti essi realmente siano, il depresso più euforici e vivaci, l'introverso più socievoli e cosi via.

Effetto di alone:
Secondo la classica definizione di Thomdike, si configura come l'espansione indebita di giudizio. Essa si verifica quando un aspetto noto e conosciuto condiziona la valutazione nei confronti di altri aspetti non dipendenti da esso. Per esempio, un linguaggio forbito può essere indebitamente considerato sinonimo di preparazione, di intelligenza, di competenza, ecc.

Errore logico:
Descritto da Newcomb è cosi definito da Cuilford, può essere considerato come una particolare forma dell’effetto di alone e consiste nello stabilire arbitrari legami logici tra eventi indipendenti o autonomi. per esempio: se una rappresentazione o un esercizio sono precisi ed ordinati, allora (arbitrariamente) se ne deduce rigorosità di pensiero e scientificità di metodo.

Errore di aspettativa:
Si ha dinanzi ad un pregiudizio sulle capacita di colui che si deve valutare e ci si attende i che le sue prestazioni vi corrispondano. In tal modo si selezionano le prestazioni estrapolando quelle che si adattano al giudizio e precostituito. Rosenthal e Jacobson hanno, a questo proposito, dimostrato come l'aspettativa, indipendentemente dalla sua origine, può funzionare come preveggenza che si autorealizza (effetto Pigmalione). L’errore di aspettativa nel colloquio, nell’intervista o nell’interrogazione orale, può tradursi in pregiudizio contagioso (Ancona, 1957) il quale non solo comporta interpretazioni soggettive delle risposte, ma addirittura spinge a scegliere e a formulare le domande cosi da ottenere le risposte desiderate.

Errore di tendenza centrale:
Derivata dal linguaggio statistico, indica il raggrupparsi verso il centro di determinati valori, punteggi o giudizi. Chi valuta tende frequentemente ad utilizzare i valori mediani evitando compromissioni rischiose dando giudizi esterni, molto bassi o molto alti. Nel sistema di valutazione in decimali e netta la tendenza a raggruppare i voti tra il 4 e il 7; nelle check list o nelle griglie di valutazione, in cui viene richiesto un giudizio scelto all’interno di una scala di valori superiori a tre, siano essi quantitativi (da 1 a 5 oppure da 1 a 7, ecc.) o descrittivi ( da nullo ad ottimo oppure da sempre a mai, ecc.) si può facilmente riconoscere come la maggior parte delle scelte cada nei valori centrali.

Un discorso a parte va riservato agli errori derivanti dai meccanismi di difesa alla frustrazione: errori per proiezione, per razionalizzazione, per identificazione, per rimozione, ecc. E’ questo un terreno che apre altri e più compiessi settori dell’indagine e di intervento, che, per la loro natura specialistica e delicata, necessitano di approfondite competenze psicologiche da parte del valutatore degli insegnamenti. Ciò non significa che il valutatore debba tramutarsi in psicologo, ma che sappia individuare correttamente le fonti e le manifestazioni d’ansia che possono disturbare le attivati valutative, e quindi formative.(Cfr. F.Boschi e altri, Valutare i valutatori, Erip Editrice, 1987).
(Continua)


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