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Choki Motobu
Choki Motobu

A cura di Luciano Puricelli
i testi sono (c) dell'autore tutti i diritti riservati

Motobu

MotobuMotobuNasce nel 1871, terzo figlio. La famiglia di stampo tradizionale riservava i privilegi dell'educazione solo al primo genito che diveniva l'erede ufficiale. In essa, tra l'altro, vi si praticava uno stile di Karate di famiglia che, seguendo i principi esposti, venne insegnata solamente al solo Choyu Mobotu, primogenito, e trasmesso come stile poco diffuso col nome di Mobotu Ryu.

Fisicamente molto robusto Choki decise di diventare l'uomo più forte di Okinawa e per far ciò si allenava da solo, soprattutto al makiwara e cercava di sviluppare la muscolatura sollevando grossi massi di pietra. Nonostante la sua struttura fisica imponente era anche molto agile tanto da venire soprannominato Mobotu Zaru ( Mobotu la scimmia). Di carattere irruento aveva l'abitudine di avventurarsi nei quartieri caldi di Naha cercando la rissa per mettere alla prova la propria abilità nel combattimento, quando riceveva dei colpi da un avversario intensificava il proprio allenamento cercando di assimilare le tecniche dei suoi avversari.

Rifiutato dalla maggior parte dei Maestri di Okinawa a causa del suo comportam?pubblica=testilp/ento disdicevole fu comunque accettato dal Maestro Kosaku Matsumura che, impressionato dal suo desiderio di apprendere e dalla sua passione per il karate gli insegnò i Kata Naifanchi e Passai, ma non gli insegnò mai tecniche di kumite e bunkai.

BoxerChoki KumiteAl posto di scoraggiarsi Mobotu spiava il Maestro attraverso le fessure di legno del Dojo al fine di completare le proprie conoscenze. Divenne celebre in Giappone quando sconfisse un pugile occidentale, fino ad allora imbattuto, atterrandolo con un Keikoken alla tempia. Mobotu aveva all'epoca 52 anni dopo di ciò cominciò ad insegnare Karate ad Osaka. Invecchiando perse un po' del suo spirito bellicoso e si interesso al vero spirito del Karate approfondendo lo studio dei kata tradizionali che apprese dal proprio Sempai Yabu Kensu, l'unico che fosse riuscito a sconfiggerlo dopo un terribile incontro.

Nel momento che si trattò di mandare un rappresentante ad introdurre il karate in Giappone, venne fatto anche il nome di Mobotu, ma il Consiglio dei Maestri scelse Funakoshi Gichin, che era anche un letterato e che sapeva parlare correttamente anche la lingua Giapponese.

Quello che Okinawa presentava all'esterno era dunque un'arte che metteva l'accento sul DO e relegava in secondo piano il JUTSU.

Per comprendere meglio la mentalità di Mobotu, bisogna considerare che egli nacque in un epoca in cui il Giappone passava dal feudalesimo al mondo moderno ed è il quell'epoca di transazione che la necessità di mettersi alla prova in combattimento faceva parte della mentalità corrente e quotidiana.

MotobuMotobuMotobu

Rimane comunque importante sottolineare il cambiamento di Mobotu ad un certo punto della sua vita che, da attaccabrighe aggressivo a Maestro che si concentrava sullo studio dei Kata per trovare l'essenza del KARATE-DO

Un vero combattente
Contributo di Graham Noble dal Giornale dello sport da combattimento, Febbraio 2000
Traduzione Davide Perolari


Shinjtzu - Interviste - Storia


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