Uno dei più antichi esperti di To De conosciuti ad Okinawa è sicuramente: Yara,
che visse all'inizio del 1700 nel villaggio di Chatan. Appartenente
ad una famiglia di commercianti che trafficava con negozianti
cinesi deve a suo zio parte del proprio destino.
Yara era un ragazzo molto robusto e lo zio convinse la famiglia
ad inviarlo in Cina per un certo periodo a formarsi professionalmente
nelle imprese commerciali cinesi, e per farne un esperto di arti
marziali, questo viaggio durò 20 anni.
Egli si trasferì dunque a Fuchow e divenne " Uchi Deshi
" del Maestro Wong Chung Yoh, esperto di diversi stili di
arti marziali, dell'uso delle armi, e tra l'altro profondo conoscitore
dello Hsing-I ( Uno stile di combattimento a mani nude che imita
le movenze di molti animali e che studia l'impiego dell'energia
interna del corpo e della mente).
Da lui ricevette quella disciplina spirituale di cui la sua
esuberanza fisica aveva bisogno per essere guidata e canalizzata
correttamente. Grazie allo studio dell'Hsing-I, Chatan Yara riportò
in patria il concetto di energia interna: il
Ki,
e la capacità di usarlo correttamente.
Questa abilità riveste un importanza particolare ancor oggi
nello studio del Karate di Okinawa.
Il duro lavoro a cui fu sottoposto, l'estrema precisione nello
studio della tecnica gli permisero di affinare la nozione di stabilità
e di equilibrio, e tutto ciò costituiva un salto di qualità rispetto
al modo di combattere conosciuto in patria e basato principalmente
sulla forza fisica. Quando 20 anni più tardi ritornò in patria,
egli trovò un mondo diverso da quello della sua infanzia, e si
concentrò sull'attività commerciale della propria famiglia. Questa
attività lo assorbiva talmente che per allenarsi doveva alzarsi
all'alba.
Si racconta che
:" Un
giorno mentre camminava udì delle grida di soccorso di una ragazza
che provenivano dalla spiaggia, Yara corse immediatamente in quella
direzione e vide un giovane samurai che cercava
di approfittare di una giovane donna.
Egli prese subito le parti della
ragazza, ma il samurai offeso non gradì l'intrusione e voleva
lavare col sangue l'ingerenza. Sicuro di sé , il samurai estrasse
la Katana ed attacco con impeto Yara, ma il suo primo attacco
incontrò il vuoto e così pure il secondo. Stupito, il samurai
si rese immediatamente conto che colui che gli stava di fronte
era un avversario sicuro dei propri mezzi, per cui aumentò le
precauzioni, ricominciò ad incalzarlo per spingerlo in un angolo
dove non avesse spazio per schivare i propri colpi micidiali.
A questo punto la ragazza venne in aiuto di Yara gettandogli un
remo. Per un attimo, lunghissimo i due avversari si fronteggiarono,
immobili, studiandosi, poi in una frazione di secondo Yara deviò
l'attacco Jodan del samurai colpendolo con il contraccolpo alla
tempia.
La ragazza, uscita dal proprio
nascondiglio dove si era rifugiata, ringraziò Yara per averla
salvata e gli chiese dove avesse imparato a combattere a quel
modo, convinta com'era che nessuno avesse una tale Maestria. Yara
rispose che in effetti egli si era allenato per ben 20 anni anche
se per uno scopo differente da quello di uccidere un nemico".
Di questo fatto, riportato per lo più oralmente esistono diverse
versioni, però il risultato fu che , anche se Yara cercò di tenere
nascosta la propria abilità, la voce si sparse, e la gente di
Okinawa gli cominciò a chiedere di essere addestrata per potersi
difendere dalle soverchierie e soprusi dei samurai del Clan Sutsuma.
Un altro episodio, che si racconta della sua vita, è quello di
un combattimento che egli dovette sostenere con un certo Shiroma,
esperto nel maneggio dei Sai: "
Un
giorno un amico venne ad avvisare Yara che un uomo robusto, dall'aspetto
di un guerriere aveva chiesto di lui, e che quella non sarebbe
proprio stata una semplice visita di cortesia. In effetti Shiroma
si presentò chiedendo di poter avere una lezione di Sai, ma Yara
rispose che se egli non era in grado di dare referenze o credenziali
avrebbe dovuto rifiutare. Shiroma dichiarò allora che non aveva
fatto quel viaggio per nulla e poiché aveva sconfitto tutti gli
esperti da lui incontrati voleva battersi col famoso Chatan Yara.
Vistosi nell'impossibilità di rifiutare, Yara gli diede appuntamento
sulla spiaggia per la mattina seguente. Il giorno dopo all'alba,
mentre stava in meditazione di fronte al mare, Yara poté sentire
l'avvicinarsi dell'avversario e si preparò al combattimento. Quando
furono di fronte, Shoiroma estrasse il suo Sai, mentre Yara lo
fronteggiava impassibile, colpito da un tale atteggiamento e da
tale sicurezza, Shiroma capì di trovarsi di fronte ad un avversario
formidabile che non gli avrebbe concesso nulla, neppure il più
piccolo errore.
Vedendo il sole che si levava
sull'oceano, ebbe una improvvisa intuizione, se fosse riuscito
a portare Yara col sole negli occhi, poteva sperare di sferrare
il proprio attacco mentre l'altro rimaneva abbagliato. Cominciò
allora, con mosse feline a fintare da una parte all'altra cercando
di mascherare il proprio scopo. Ad ogni piccolo spostamento Yara
fronteggiava l'avversario con un sorriso dietro al quale si celava
la maschera impassibile del proprio volto.
Era quasi riuscito a concludere
la propria manovra, ancora poco e Yara avrebbe avuto il sole negli,
occhi e Shiroma avrebbe potuto scagliare il proprio attacco, ma
proprio nel momento in cui pensava di aver vinto, immediatamente
Yara alzò il proprio sai contro il sole. Si dice che il riflesso
abbagliò Shiroma, che rinvenne più tardi a casa di Yara con un
gran mal di testa e un grosso bernoccolo."
Yara non lasciò una scuola, ma a lui sono attribuiti il Kata
di Bo: Chatan Yara non Bo ed il Kata di sai Chatan Yara no Sai.
Sebbene molta parte della sua vita sia avvolta nel mistero, molti
suppongono che in gran segreto Yara abbia trasmesso le proprie
conoscenze reali allievi rimasti nell'ombra, si dice inoltre che
benché già esperto egli divenisse ad un certo momento " Discepolo
Interno" di
Kwang
Shang Fu (
Koshokun
o
Kushanku) ,maestro cinese che insegnò la propria arte
ad Okinawa.
L'insegnamento di Kwang Shang Fu era sottile e complesso e si
richiamava molto al concetto dell'uso dell'energia interna. Yara
già formato da lungo tempo a questo tipo di lavoro conserverà
e trasmetterà quanto appreso nel kata Kunyashi No Kushanku, una
delle forme più antiche del kata Kankudai.
Oss
Luciano Puricelli