"
Vinco oggi grazie al lavoro di ieri questa è la virtù della
pratica".
Canzoni sulla Via della Spada. |
"
La Mattina semina il tuo seme
e la sera non dà riposo alle tue mani.
Perché non sai qual lavoro riuscirà se questo o quello
o se saranno buoni tutti e due "
La Bibbia,
Qoelet 11. |
Kata, ritmo e vibrazione permettono dunque alla
coscienza dell'uomo di aprirsi, di essere ricettiva. Ogni figura
del kata corrisponde ad una situazione particolare ed ogni tecnica
deve essere eseguita ed interpretata secondo l'energia che è propria.
Quando le tecniche vengono completamente assimilate il Kata diviene
come l'espressione della saggezza istintiva del corpo, una meditazione
sulla vita.
Procedendo con ordine e per stadi possiamo individuare
nello studio dell'apprendimento del kata e del Karate-Do delle
tappe evolutive, dei passaggi obbligati. Si parte dall'apprendimento
e dalla concatenazione delle tecniche nel rispetto dell'
Enbusen.
In sostanza l'allievo si attiene scrupolosamente
alle tecniche o all'insegnamento del proprio Maestro, rispetta
e segue il modello, riceve delle direttive, " Impara l'alfabeto
", acquisisce un bagaglio tecnico che non esisteva nel repertorio
dei movimenti in proprio possesso.
Questo stadio presiede alla creazione e formazione
sempre più consapevole di automatismi aventi per scopo la perfezione
tra forma e movimento senza però escludere lo sviluppo del dinamismo
e della potenza che costituiscono l'essenza delle efficacia delle
tecniche di Karate. Il lavoro sull'efficacia è un continuo andare
e tornare fra perfezione della forma, precisione, dinamicità e
concentrazione della mente. Ad un livello più avanzato occorrerà
far vivere il kata, ovvero comprendere il suo ritmo di esecuzione,
occorrerà sentire e visualizzare le situazioni di combattimento
e conoscere l'applicazione:
Il
Bunkai.
Anche qui esistono livelli diversi: uno è quello
che corrisponde alla applicazione rispettando la sequenza com'è
espressa nel kata:
Oyo
Kata.
In seguito, di ogni tecnica si troveranno un numero
di varianti che permetteranno di privilegiare la sensazione interna
di ciascun movimento ed a questo punto sarà possibile far confluire
nel Kata la propria esperienza. Ne conseguirà che la profondità
e il significato realizzati e vissuti non dipendono più dal grado
di perfezione apparente ma soprattutto dall'intensità e dall'ampiezza
dello stato fisico vissuto in quel momento.
Sono queste prime
chiavi che permetteranno, a partire da un contesto codificato:
il Kata, l'insorgere spontaneo della creatività.
La comprensione della tecnica e della sua applicazione
consentirà inoltre di capire ancora più profondamente il significato
del kata; facciamo un esempio:
Bassai significa penetrare nella fortezza.
Le tecniche rinforzate e doppie con cui il Kata
inizia e si sviluppa mostrano la volontà di vincere contro un
avversario temibile ( una Fortezza) spingendo al massimo l'intensità
della tecnica e con una mente flessibile ed intelligente che cambia
la direzione della forza ( Doppia Parata ) quando capisce che
occorre trovare una via diversa e più efficace per abbattere la
resistenza dell'avversario
La tecnica unita alla comprensione intelligente
del giusto modo di applicazione conducono all'apprendimento della
strategia del combattimento. Però tutto ciò può essere visto da
un altro angolo prospettico:
La
fortezza che occorre conquistare è la fortezza interiore, il proprio
Io, e per far ciò il Kata da l'indicazione del corretto atteggiamento
mentale che può permettere di portare a compimento questa ricerca
interiore o analogamente questo combattimento con se stessi.
In questo senso il kata è meditazione in movimento;
la vita è movimento, il Kata è una
meditazione sulla vita, sulle leggi e sul suo dinamismo.
L'antico detto
HITO
KATA SAN NEN, Un Kata ogni Tre Anni, dimostra quanto occorra
studiare poiché non c'è una Via facile e nulla viene regalato.
Esiste infine un altro livello di approfondimento
della pratica della pratica del Kata e del Bunkai di cui diamo
solo dei cenni: Ci riferiamo a quello studio del Karate che mette
in relazione la tecnica con la conduzione dell'energia del corpo
(
il KI ): con l'orientamento,
l'ora del giorno, ecc. ... ma questo è un altro discorso.
Concludendo, vogliamo puntualizzare che esiste
un bio Feedback permanete fra la mente e ciò che fa il corpo.
L'attivazione di questo meccanismo attraverso lo studio e la ripetizione
del kata permette come abbiamo visto di scendere in profondità
sempre maggiori scoprendo immense ricchezze saldamente custodite
dentro di noi. Per prenderle occorre " Attraversare la grande
acqua " Vale a dire allenarsi con costanza ma con il cuore
e la mente sinceri ricercando onestamente la giusta via e la tecnica
giusta.
Così migliorando incessantemente dopo: 10, 20,
30, 40, 50 anni, finalmente un giorno, FORSE, si potrà accedere
a quell' 80 per cento del potenziale del cervello e della nostra
mente normalmente mai utilizzato nel corso dell'esistenza terrena.
Citando G. Funakoshi
" Chi camminerà con rettitudine e onestà ?"
Oss
Luciano Puricelli