Log dis           Log dis

| Home | Aree RISERVATE | AGENDA Attività | Webmaster - Davide Rizzo |


Menu verticale jQuery con effetto fisarmonica | MaiNick Web
KI
KI
A cura di Luciano Puricelli - I testi sono © dell'autore tutti i diritti riservati
Prima Terza
KI KI
15. Le altre creature risero e dissero: " Sciocco ! Lasciati andare e la corrente che tu
adori ti scaraventa rotolandoti fracassata contro le rocce, e tu morirai più rapidamente che per la noia ".
17.Ciononostante, dopo qualche tempo, poiché la creatura si rifiutava di tornare ad avvinghiarsi, la corrente la sollevò dal fondo liberandola, ed essa non fu più ne contusa ne indolenzita.
18.Le creature più a valle nel fiume, per le quali era un estranea gridarono:" guardate un miracolo una creatura come noi, eppure vola...."
Richard Bach (Illusioni)

Le implicazioni di quanto sopra sono notevoli.

Rispettare il principio interiore dell'energia significa: usare bene il corpo, allenarlo, curarlo, alimentarlo adeguatamente ed in modo equilibrato; significa usare correttamente la respirazione, controllare le emozioni: significa usare la mente trovando sempre la giusta sintonia sapendo controllare le proprie immagini mentali, i propri pensieri; il tutto nel rispetto delle leggi e dell'armonia esterna dell'ambiente e dell'universo interiore ed esteriore. Una delle qualità più importanti che occorre coltivare quando si lavora con l'energia interna è la perseveranza.

Occorre cioè lavorare metodicamente e con precisione ogni giorno.

Non sottovalutate questo aspetto! L'esperienza insegna che come nella meditazione, nel Tai Chi Chuan, la ripetizione quotidiana degli esercizi si rivela con l'andare del tempo una delle discriminanti maggiori, il punto sul quale cadono anche i più forti. Occorre dunque che il Ki, che l'energia venga lavorata. Sentirsi stanchi o in forma è parlare di energia. Come abbiamo già detto, l'energia è la capacità stessa di eseguire un certo lavoro, e ogni trasformazione si opera spendendo una conveniente quantità di energia; tale lavoro inoltre è determinato da due parametri essenziali, quantità ed intensità.

La quantità di energia si misura praticamente calcolando il fabbisogno o dispendio energetico necessario a compiere quel lavoro. L'intensità è invece una grandezza che non ha rapporto con la quantità, essa misura il livello più o meno elevato col quale si manifesta l'energia. Però il grado di intensità di una energia non è sufficiente per qualificarla. Bisogna sempre tenere presente il grado di raffinamento qualitativo del lavoro in cui essa si esprime: il cosiddetto livello di energia.

Inoltre una energia di grado inferiore non può sostituirsi ad una di grado superiore, qualunque ne siano le quantità e l'intensità: ad esempio " Il calore non può svolgere il lavoro di una energia biologica ".

Non si deve dimenticare che il mondo materiale e inanimato è la sede di energie fisiche e chimiche, mentre il mondo vivente, la vita organica subisce l'azione delle energie del mondo materiale più quella delle energie della vita che corrispondono alle leggi della biochimica e della fisiologia.

Gli esseri più evoluti, utilizzano energie più specialistiche in seguito all'attività emozionale e mentale. Un altro principio che occorre ricordare è che le energie si trasformano senza fine, l'una a spese dell'altra, ma non possono elevare spontaneamente il proprio livello. Per operare una trasformazione è necessario un dispositivo speciale, un trasformatore. Gli esseri viventi sono dei trasformatori di energia, l'uomo in particolare può, grazie ad un programma di esercizi corretto, operare quella che gli antichi chiamavano alchimia interiore, la trasformazione della propria energia biochimica in energia spirituale.

Un grande Maestro ha detto: "Il fine ultimo del Karate è quello di raggiungere l'illuminazione". In effetti la ripetizione quotidiana, instancabile, quasi ossessiva del Kihon e del Kata è il veicolo per il raffinamento dell'energia vitale, la trasformazione della forza in Ki, allo stesso modo con cui un Maestro che fabbrica una kata, purificava prima il proprio spirito, con la meditazione e i riti necessari, per poi trasmettere questa essenza purificando innumerevoli volte il metalli fino ad ottenere una lama di qualità eccelsa Per raggiungere un risultato elevato, occorre un animo nobile, per questo il Maestro G. Funakoshi dava tanta importanza allo spirito.

Prosegue
Oss
Luciano Puricelli

Shinjtzu - Interviste - Storia


| Back | Home | Stampa questa Pagina |
Us-Acli 13069 - Registro.Naz. Ass. e Societá Sportive Dilettantistiche del CONI205946 -Attestato-
Affiliata a: FIKTA - Cod.Soc.
KVE 1206
- Note sul Copyright - Info Associazione -
Istituto Venezia