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SHINJTZU

A cura di Luciano Puricelli
i testi sono (c) dell'autore tutti i diritti riservati

La ricerca di ciò che è passato
è capire il nuovo.

Il vecchio, il nuovo
è solo una questione di tempo.
In tutte le cose l'uomo deve
avere una mente chiara.

La Via:
Chi camminerà diritto e bene?
da un poema del maestro G. Funakoshi

Tutti i grandi Maestri di arti marziali puntualizzano continuamente nelle loro riflessioni sull'Arte da loro praticata la necessità di trascendere la tecnica. Miyamoto Musashi nel suo celebre libro " Gorin No-Sho " afferma che " E' difficile comprendere la vera via unicamente con la scherma e con la spada. Occorre conoscere tutte le cose grandi e piccole, superficiali e profonde e camminare come se ci fosse una dritta via tracciata al suolo." " Bisogna in sostanza di venire degli esperti per poi andare oltre " la vera via non si ferma al gesto dice il Maestro Gichin Funakoshi : " Coloro che cercano il karate non dovrebbero limitarsi alla sola perfezione delle tecniche. io spero invece che dedicheranno la loro vita alla ricerca della vera via del karate." L'unione fra lo spirito, corpo e tecnica è essenziale, "Pensare e poi colpire " dice T. Deshimaru non è corretto. " Occorre cogliere Tzuki l'occasione, l'opportunità, il pensiero non può fare ciò."

Solo la coscienza può cogliere l'opportunità dell'azione. In sostanza il gesto non è un gesto a sé, ma l'espressione di una globalità e di una totalità dell'essere che si fonda strutturalmente nell'istante; e questo stato è l'espressione di un percorso, una formazione, un Do, una Via. Ma una via non sorge a caso, è l'espressione di una cultura, perché ciò che determina dei comportamenti è un insieme di regole e di non regole, abitudini, forme di pensiero, ecc.. . L'occidente, dagli inizi del 900, momento approssimativo in cui le Arti Marziali cominciano a diffondersi in Europa, è rimasto stupito ed affascinato, in un primo tempo, dalle dimostrazioni che venivano fatte dai maestri giapponesi pionieri dell'Arte, poi ha cercato di imitare, copiare " Essere Come... " La diffusione a livello di massa, dopo gli anni 60 del Karate-Do ha accentuato sempre di più l'aspetto puramente tecnico della pratica, ovvero della sua parte essenziale; ora dopo decenni di pratica si avverte sempre più nelle richieste dei praticanti il bisogno di un approfondimento ed un bisogno di conoscenza anche culturale di quest'arte, specialmente in un momento in cui il mondo del karate vive una dicotomia oscillante fra Tradizionale e Moderno, tra Sport, Arte ed Arte Marziale.

Per rispondere a tali istanze apriamo questa rubrica che parlerà di storia filosofia, spiritualità, cultura del Karate - Do e del Budo. Cercheremo per quanto ci è possibile di definire il contesto socio culturale e spirituale in cui si fonda il Karate, tenendo conto del fatto che il Karate - Do è stato per molto tempo una pratica segreta ( Perché ???) , i cui segreti venivano trasmessi oralmente e quindi con una povertà di documenti scritti, ma di cui sono rimaste delle tracce, frammenti che ci aiutano a rifare forse, od a orientare la nostra pratica, e che ci danno gli strumenti per rielaborare criticamente e positivamente quanto ci è stato trasmesso Col Cuore dai Maestri che ci hanno, e tuttora ci insegnano. La conoscenza è un potere, ed un Maestro si differenzia dall'allievo per quello che è e per la capacità di rispondere alle istanze che gli vengono poste. Conoscere il proprio passato è un avere radici, e le radici più sono solide e profonde e meglio permettono all'albero di crescere e maturare solidamente. Questi miei frammenti vogliono quindi essere un invito a crescere con voi, assieme, nello spirito e nel rispetto che ci si testimonia col saluto nel Dojo. Un augurio che sulla Via che stiamo percorrendo la Mente sia sempre più limpida e chiara.
Oss
Luciano Puricelli

Shinjtzu - Interviste - Storia