La
ricerca di ciò che è passato
è capire il nuovo.
Il vecchio,
il nuovo
è solo una questione di tempo.
In tutte le cose l'uomo deve
avere una mente chiara.
La Via:
Chi camminerà diritto e bene?
da
un poema del maestro G. Funakoshi
Tutti i grandi Maestri di arti marziali
puntualizzano continuamente nelle loro riflessioni sull'Arte
da loro praticata la necessità di trascendere la tecnica.
Miyamoto Musashi nel suo celebre libro " Gorin No-Sho
" afferma che " E' difficile comprendere la vera
via unicamente con la scherma e con la spada. Occorre conoscere
tutte le cose grandi e piccole, superficiali e profonde e
camminare come se ci fosse una dritta via tracciata al suolo."
" Bisogna in sostanza di venire degli esperti per poi
andare oltre " la vera via non si ferma al gesto dice
il Maestro Gichin Funakoshi :
" Coloro che cercano
il karate non dovrebbero limitarsi alla sola perfezione delle
tecniche. io spero invece che dedicheranno la loro vita alla
ricerca della vera via del karate." L'unione fra lo spirito,
corpo e tecnica è essenziale,
"Pensare e poi colpire
" dice T. Deshimaru non è corretto
. " Occorre
cogliere
Tzuki l'occasione,
l'opportunità, il pensiero non può fare ciò."
Solo la coscienza può cogliere l'opportunità
dell'azione. In sostanza il gesto non è un gesto a sé, ma
l'espressione di una globalità e di una totalità dell'essere
che si fonda strutturalmente nell'istante; e questo stato
è l'espressione di un percorso, una formazione, un Do, una
Via. Ma una via non sorge a caso, è l'espressione di una cultura,
perché ciò che determina dei comportamenti è un insieme di
regole e di non regole, abitudini, forme di pensiero, ecc..
. L'occidente, dagli inizi del 900, momento approssimativo
in cui le Arti Marziali cominciano a diffondersi in Europa,
è rimasto stupito ed affascinato, in un primo tempo, dalle
dimostrazioni che venivano fatte dai maestri giapponesi pionieri
dell'Arte, poi ha cercato di imitare, copiare " Essere
Come... " La diffusione a livello di massa, dopo gli
anni 60 del Karate-Do ha accentuato sempre di più l'aspetto
puramente tecnico della pratica, ovvero della sua parte essenziale;
ora dopo decenni di pratica si avverte sempre più nelle richieste
dei praticanti il bisogno di un approfondimento ed un bisogno
di conoscenza anche culturale di quest'arte, specialmente
in un momento in cui il mondo del karate vive una dicotomia
oscillante fra Tradizionale
e Moderno, tra Sport, Arte ed Arte Marziale.
Per rispondere a tali istanze
apriamo questa rubrica che parlerà di storia filosofia, spiritualità,
cultura del Karate - Do e del Budo.
Cercheremo per quanto ci è possibile di definire
il contesto socio culturale e spirituale in cui si fonda il
Karate, tenendo conto del fatto che il Karate - Do è stato
per molto tempo una pratica segreta ( Perché ???) , i cui
segreti venivano trasmessi oralmente e quindi con una povertà
di documenti scritti, ma di cui sono rimaste delle tracce,
frammenti che ci aiutano a rifare forse, od a orientare la
nostra pratica, e che ci danno gli strumenti per rielaborare
criticamente e positivamente quanto ci è stato trasmesso Col
Cuore dai Maestri che ci hanno, e tuttora ci insegnano. La
conoscenza è un potere, ed un Maestro si differenzia dall'allievo
per quello che è e per la capacità di rispondere alle istanze
che gli vengono poste. Conoscere il proprio passato è un avere
radici, e le radici più sono solide e profonde e meglio permettono
all'albero di crescere e maturare solidamente. Questi miei
frammenti vogliono quindi essere un invito a crescere con
voi, assieme, nello spirito e nel rispetto che ci si testimonia
col saluto nel Dojo.
Un augurio che sulla Via che stiamo percorrendo
la Mente sia sempre più limpida e chiara.
Oss
Luciano Puricelli