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KUJIKERUNA Non Mollate MAI!


KUJIKERUNA

Non cedere, non mollare mai
Risposta ai genitori di Irene

Il mio racconto: la rispota di Carlotta sul racconto fatto: "intanto il tatami era il numero 1....... e cmq se l'avessi vista ne saresti stato orgoglioso altro che sogno..... e' stata proprio una piccola tigra......"

Sarò prolisso e metterò questa cosa nell'area privata perchè mi piace troppo quello che sto per scrivere.

cari Roberto e Carlotta,
quello che ho raccontato l'ho raccontato perchè Irene lo leggesse e lo interiorizzasse, è un percorso mentale fatto di sogni e di visioni di se stessi.

Il racconto è dettagliato per poter dar modo a chi lo legge di "vedere" il kata ma probabilmente vi è stata impressa solo l'ultima frase, voluta, "..... Il saluto e l’inchino è profondo, il respiro regola il battito, solo ora Irene inizia a sentire una voce calda e gentile… Irene.... Irene, sveglia è tempo di andare alla gara, sai che se arrivi tardi il Maestro si incazza!!! " perchè la realtà si è materializzata attraverso una perfetta esecuzione, attraverso una mente calma e lucida e mi scuso se non avete letto e compreso questo, forse devo imparare a scrivere meglio, pazienza si vede che chi fa sbaglia sempre!

Per quanto riguarda il " ....se tu l'avessi vista saresti stato orgoglioso" credi, Carlotta che io non sia orgoglioso di Irene o degli altri bambini? Credi mi serva vedere? Una bambina che, con Sergio,  in questo mese ha fatto 3 ore la settimana?
E' come dire: "se non vedi non sei orgoglioso" io sono orgoglioso proprio per l'aspetto contrario, è facile essere diligenti, onesti e seri davanti al Maestro così come davanti al genitore.
L'allievo manifesta quello che ha imparato proprio quando è SOLO con se stesso, quando nessuno impone, con la propria presenza un certo tipo di comportamento.
Per questo sono orgoglioso dei ragazzi, tutti.
Per questo dedico tutto me stesso all'insegnamento per formare persone e non semplici esecutori di tecniche.
Questi ragazzi avranno un ruolo importante da adulti come lo hanno la maggior parte dei miei allievi.

Purtroppo in queste manifestazioni io devo arbitrare e manca molto anche a me il fatto di non poter stare a contatto e seguire i miei allievi.
Certo, sono soli, spaesati davanti a quel pubblico, certo, vedono tanti ragazzi sugli spalti, certo ancora vedono maestri che incitano anche con modi poco consoni al mio carattere, vedono maestri che cercano di farsi vedere dagli arbitri come a dire : " Guarda che è mia, questa allieva" ma Irene e così gli altri stanno crescendo, nel karate, come voglio io, non hanno bisogno della mia presenza, come vedi non chiedo più nemmeno a Francesca di accompagnarmi alle gare, non devono aver bisogno devono imparare il distacco dalla mia autorità, lo so sono ancora piccoli ma allora i proverbi a cosa servono se non a dare autonomia e senso della responsabilità?.

 Ad ogni gara sono sempre più autonomi, meno dipendenti dalla figura che li accompagna, alla prossima gara sapranno trovarsi un posticino per fare ginnastica, qualcuno di loro si farà carico anche di accompagnare gli altri nel percorso di preparazione, questo è il mio sogno e so già che si sta realizzando attraverso Sofia, Irene, Susanna e Sergio.

Prima o poi qualcuno di questi bambini deciderà il suo percorso e io sarò come un'aquila che li osserva dall'alto.
Vi abbraccio perché siete dei bravissimi genitori e io vi ammiro molto.
Davide Rizzo

da parte di Monica
Mi piace molto questa risposta, ma prendo molto in considerazione la riflessione di due genitori che avrebbero piacere di vedere la loro piccola seguita dal Maestro. Io e te ne abbiamo parlato anche lunedì, partendo proprio dalla parola ORGOGLIOSO. Sai che sono molto franca su questi aspetti.

Penso che farebbe bene agli allievi e alle loro famiglie, soprattutto in questa fase, vederti al loro fianco, scaldarli, incitarli e anche gioire o consolarli. Non è sempre possibile, è vero, ma una volta però...... Concordo sul tuo desiderio di vederli autonomi, ma ora son piccoli e spaesati in quello spazio così grande e carico di emotività. Io ho fatto la prima gara a 35 anni e mi sentivo proprio così.
Sai che spesso "colpevolizzo" le intromissioni di alcuni genitori, ma stavolta un pochina di ragione l'hanno. Io da tua allieva capisco le tue ragioni e i tuoi impegni, ma loro scremano e danno priorità alla gara e al tuo ruolo che rappresenti nell'anno in palestra, mettiti dalla loro parte e vivila da genitore.
Per quanto riguarda essere Orgoglioso dei risultati e di come li ottengono, sappiamo che lo sei sennò diresti di non gareggiare, ma magari si vedrebbe meglio nel momento stesso che sei lì con loro a far foto sul podio - come hai fatto in passato -.

Il sogno di Irene che hai descritto è molto bello, descrivi il sogno che penso molti giovani allievi hanno. Magari si avvererà in futuro, lo auguro a lei e a te. Sono pezzi che le rimarranno nella vita mentre il resto che li circonda svanirà. E' un tuo dono e questo conta molto, più di una sterile cronaca di eventi.
Lo capirà fra qualche tempo, credimi.

Mi permetto una piccola divagazione sul tema del sogno. Ho visto personalmente l'esecuzione di Irene e ti posso dire con molta certezza che ha dato il massimo che poteva, regalandoci un terzo posto e molta commozione. Mi sono commossa davanti al suo sorriso carico di gioia, davanti ai suoi occhioni spalancati guando ha visto il punteggio - 8.00 - 7.9- 7.6?-, quando l'ho vista ricevere la medaglia. E' bello vederli chiamare nonni e amici e urlare che hanno preso la medaglia. E' bello asciugare lacrime di gioia e litigare con la medaglia che stringono mentre si cambiano. E' bello tutto quando sono "cuccioli", e sarà bello quando saranno "guerrieri" ricordare questi attimi vissuti assieme.

Caro Sensei, i genitori non vogliono solo medaglie, vogliono che tutti condividano le gioie dei loro figli perchè ne sono ORGOGLIOSI!
Monica Ceolin

da parte di Anna
caro Davide,
scusa ma non sono molto d'accordo sul fatto che al futuro della palestra faccia un gran bene portarsi i bambini da soli alle gare senza nessuno che li segua, che gli dica dove andare e cosa fare: è ovvio che anche questo è un modo per raggiungere l'autonomia così come ce ne sono a migliaia però non è il migliore, a loro resta sempre l'amaro in bocca a fine gara.
Alla gara precedente ti sei arrabbiato perchè i genitori non hanno fatto fare la foto ai loro bambini insieme a te: ma cosa possiamo capire noi genitori? ti vediamo arbitrare, temiamo di disturbarti in quei momenti così delicati in cui tu stai giudicando altri bambini, ci sentiamo anche noi abbandonati all'evento senza nessuno che dica ai nostri bambini cosa fare e dove andare.

Me l'hai già detto e lo so: tu sei da solo e nessuno ti aiuta, ma a questo punto ti pongo una domanda che mi frulla in capo da tempo: è così strettamente necessario che tu accetti di arbitrare qualunque gara alla quale vieni convocato oppure puoi anche rinunciare? Perché senza la tua presenza, né quella di altri, stiamo assistendo ad altre rinunce, quelle dei bambini.

So già cosa mi risponderai: chi è disposto a seguire segua, per chi non si sente pronto quella è la porta...
Un saluto da Dublino
Anna Santini

No Anna non ti risponderò così come tu vorresti.
Lo so che trascuro, con la mia assenza, e solo con quella!, i piccoli atleti che si presentano alle gare.  La situazione la conosci e non è di facile soluzione. 
Nessuna palestra presente alle gare ha il Maestro presente, arbitriamo tutti e  quelli che non aiutano per noi sono delle Merde, in quanto poi parlano bene e praticano male. Dicono: la gara dura troppo, guarda quello o quest'altro che punteggi, sono degli stronzi mi hanno demotivato l'atleta con il loro 6.5! 
Di ME non si può dire questo, io arbitro, spero di essere anche imparziale, spesso rompo meccanismi di gara ma sono PRESENTE alla mia organizzazione e finché mi convoca io DEVO solo dire OSS a meno che le mie esigenze non mi impongano di dire NO ma è difficile e mi conosci.

Le gare si fanno con GLI ARBITRI e i PDG, senza di loro non esiste la gara e chi non collabora mi spiace ma sono persone che pensano solo a se stesse! L'unica differenza tra noi e loro è che loro hanno persone che si prendono in carico i ragazzi.
IO RIPETO SONO SOLO!!!!!! COSA DEVO FARE DIRE ALLA FEDERAZIONE: " NO, NON ARBITRO PERCHE' SONO DA SOLO E I BAMBINI HANNO BISOGNO DELLA MIA PRESENZA?"
Tu non sai quanto mi piacerebbe ma per il momento non posso. O faccio una cosa o non la faccio, questo è sempre stato il MIO problema!
E questo è l'aspetto federale.

Per quanto riguarda l'aspetto organizzativo della palestra lo SO! sono assente dal campo di gara, HAI RAGIONE a dire quello che dici, perfettamente ragione. Ma non dirò :" quella è la porta" dirò che se si vuole che io insegni la lealtà, il coraggio delle proprie scelte, il portare avanti un discorso che ci appartiene e cioè il Karate-Do DEVO fare così, devo esserci!
Ho chiesto a FRANCESCA di aiutarmi ma non ho avuto risposta e non chiederò più a nessuno di farlo.  Sinceramente non so cosa farò  se le gare e la loro organizzazione devono creare tutto questo stress e malumore magari alle gare ci vado da solo  :-)

Un Bacione dalla Giudecca ho anche i nipoti che mi distolgono dalla risposta, scusami.
Ciao

Tabella testi Davide - Scritti da noi

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