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KUJIKERUNA Non Mollate MAI!


KUJIKERUNA

Non cedere, non mollare mai
Il nostro karate visto da fuori
I testi sono degli autori
Il titolo mi è stato gentilmente concesso da Pietro più o meno 2 settimane fa.
Da allora ho provato a elaborarlo almeno 4 volte, ma sta mattina forse siamo alla svolta! Quantomeno ho capito perchè i primi tentativi hanno fallito.

Inizialmente ho provato ad immedesimarmi in un estraneo che entra per la prima volta in palestra, impossibile perchè dopo anni di pratica di sicuro non sono estraneo e nei confronti della palestra provo un affetto unico che una persona che la vede per la prima volta non ha. Potrei impegnarmi a mettermi nei panni dell'Estraneo, ma sto bene nei miei!

Secondo tentativo: ho cercato di raccogliere le impressioni che conoscenti parenti e amici hanno su di me e di come vedono il mio essere praticante di karate e qui è stato divertente (più per me che per loro) ma altrettanto inutile tutto viene inquinato dai rapporti personali e i giudizi sono sviati dalle maschere che si indossano e che pesano nelle interazioni tra gli uomini ( conosci te stesso vinci 50 volte su cento, conosci l'avversario vinci 50 volte su 100, conosci te stesso conosci e l'avversario vinci 100 volte su cento).

Anche qui il titolo non può essere svolto perchè parte da presupposti falsi.

Nel terzo tentativo ho usato un  "trucco": mi sono detto "ok questo titolo non implica un osservatore, il "da fuori" è riferito all'esteriorità, a quello che si vede". Qui ho iniziato un discorso interessante ma piuttosto noioso, su come la parte visibile del gesto sia in realtà una sincera e autentica esternalizzazione dell'essere se privata della parte egoica, soprattutto nei difetti del gesto.

Lo stare indietro, in avanti, largo, stretto è una raffigurazione di come sono dentro, ed inoltre aggiustando la postura aggiusto (se c'è da aggiustare)  la parte interna.
Il titolo in quest'ultimo caso era stato travisato, per lo meno da quello che chiedeva Pietro. Nel quarto svolgimento  ho cambiato i protagonisti.

Il luogo sempre la palestra, i soggetti i frequentanti la palestra: allievi più o meno avanzati e Maestri. ma qui i rapporti e quindi quello che si osserva e poco descrivibile a parole. La parte più interessante di queste relazioni è fatta più da sensazioni, emozioni e comunicazione non verbale che da parole. quindi il descriverlo è sempre e comunque svilente oltre ad essere limitato.
Si può con parole descrivere la sensazione che da un orizzonte?
Anche il quarto documento word viene trascinato nel cestino!

Pietro mi ha dato un titolo stimolante, molto stimolante che mi ha portato a una riflessione! Il gesto la parte visibile della pratica sono importanti, ma non sono importanti quanto la parte interna di cui ci si accorge solo dopo tanta pratica.

E' giusto studiare la parte marziale del karate, ma la guerra più importante da vincere oggi non è contro un reale avversario esterno, ma con schemi imposti che ci uniformano, il karate mi aiuta in questo, ma tutto ciò non ha una parte visibile quindi da fuori si vede ben poco! Trovo quindi che i pensieri che possano scaturire in un osservatore siano poco utili alla mia pratica e anzi fuorvianti si finisce per voler dimostrare ad altri a tutti i costi, dimenticando di dimostrare a se stessi, dimenticando la parte interna e cadendo nell'esteriorità. (questo discorso non va frainteso a poco a che fare con le "chiacchere" sotto la doccia!).

Il mio massimo e quello a cui aspiro è che il giudizio che sia positivo, bruttissimo, meraviglioso o stupendo mi lasci totalmente indifferente e non solo ma di essere indifferente anche al giudizio che do su me stesso.

Voglio fare bene ciò che faccio e godermelo nella sua essenza, se sbaglio voglio sbagliare fino in fondo ( come dice Davide ). Mi ha colpito leggere di questo ricercatore http://it.wikipedia.org/wiki/Masaru_Emoto, per farla breve  i suoi esperimenti consistevano nel prendere dell'acqua sottoporla a qualcosa di emozionale (musica, odio, amore, colori etc) quindi la congela e ne fotografa i cristalli. Ne risultano foto meravigliose, ma la vera meraviglia sta nella geometria diversa dei vari cristalli, strettamente dipendente dal tipo di emozione che l'ha radiata. Alcune diventano armoniche e perfette, altre spigolose brutte e perdono la simmetria.

Quindi  emozioni ed i giudizi ci modificano in modo microscopico, nel senso del piccolo  ma in modo tutt'altro che trascurabile, allora preferisco farmi giudicare in modo tutelato, da persone che vogliono il mio bene e non ad un facile e veloce giudizio che può però avere un effetto rilevante. (questo in parte ha a che fare con le "chiacchiere" sotto la doccia).

Concludendo credo che il karate sia una buona via per avere più consapevolezza della mia unicità che è indipendente dalle persone con cui ho a che fare, ma queste divengono uno specchio e se uno specchio deforma mi rimane un'immagine della mia persona deformata, e non quella reale ed unica, e' una mia debolezza? probabilmente ma me la godo così com'è.

Alcune riflessioni
Luigi Mantovan
Tabella testi Davide - Scritti da noi

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