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KUJIKERUNA Non Mollate MAI!


KUJIKERUNA

Non cedere, non mollare mai
Cosa vedo nell'insegnamento
I testi sono degli autori
CeolinMONICAMi è stato chiesto cosa vedo durante le ore di lezione, come il maestro insegna; ecco la risposta: una spada!

Inizialmente avrei scritto che vedo egoismo: un uomo che pretende che si diventi come è lui, che si provino le sue stesse emozioni facendo tecniche e kata…., invece in questo anno sono stata smentita ed ecco cosa realmente vedo.

Si vedo una spada brandita con forza e consapevolezza, con rispetto, forgiata da anni di duro lavoro il cui risultato porta con se il rispetto e l’onore di ciò che si fa e si è.
Vedo una lama che scintilla e che taglia tutto quello che ha davanti e lo toglie dalla banalità del quotidiano, è uno strumento che ti lascia da solo con te stesso, con i tuoi limiti e le tue paure, per poi darti la forza di confrontarti con il resto del mondo.

Ci sono persone diverse che varcano la porta della palestra, che portano con se esperienze di vita ed emozioni proprie, ma ognuno di loro per almeno un paio d’ore la settimana è colpito dalla stessa spada come se fosse uguale a tutti gli altri allievi, con le stesse abilità e le stesse prospettive di vita: essere se stessi, non emulare mai nessuno!

Vedo il coraggio di toccare i tasti intimi, e spesso scomodi, di chi si ha il compito di aiutare e crescere. Poche persone hanno la forza di rischiare a fare questo; il Maestro non si tira indietro quando sente di dover rischiare a fare ciò, siano allievi giovani che meno giovani.
Domenica ha detto agli allievi di Padova: ”Io ai miei allievi faccio sempre delle domande, non serve dare a me la risposta basta che la date a voi stessi”.
In una società dove si vive di attimi, dove ogni cosa è fatta di corsa perché c’è poco tempo per potersi fermare, in un mondo dove la vita è frenetica si fatica a darsi risposte che richiedono tempo per essere verificate, allora ecco la sfida con se stessi, ecco la spada che ti taglia in due: la parte di sempre (il chi sei o eri prima di salire sul tatami) e la parte “nuova” forgiata dal karate-do.

Vedo anche un uomo, una persona che si muove tra ruoli e parti che apparentemente sembrano diversi tra loro, rivolti a allievi  che deve  allenare in modo diverso da corso a corso, ma il tutto ha lo stesso obiettivo.
Ho visto il Maestro mettersi per terra per giocare con i bambini, provocare  i ragazzi e raccontare a loro i suoi fatti come esempio; l’ho sentito dire frasi tratte da libri celebri e parlare poi con parole semplici e paterne; ho letto frasi che ha scritto che toccano l’animo ma talvolta non lo sopporto per quanto sembra duro ed insensibile.

Vedo il giorno e la notte, il bianco ed il nero; mostra chi è, ma non sempre svela i suoi pensieri,  perché lui è così!

Venerdì pomeriggio mi ha chiesto secco: “Allora cosa vedi durante le lezioni” , lì per lì gli ho elencato alcune parole, poi ho deviato il discorso, mi sono sentita la meno idonea a dare un parere ”che ne so io, sono una delle ultime arrivate, come posso fare un tema su questo argomento” (avrei voluto dirgli questa frase).

Ho colto poi la palla al balzo, e visto che il tema precedente era autostima e karate, mi sono messa davanti al computer e ci ho provato.
Ora come sempre io sono molto critica verso quello che faccio, ma stavolta il compito era arduo da affrontare senza difficoltà. Spero di aver soddisfatto la domanda posta: considerato che  ognuno fa, parla e dona per ciò che egli è; così è anche il Maestro: agisce –dice – dona in maniera che arrivi o la goccia o una valanga di cose, dipende dalla giornata che ha.

Spero di poter bere ancora tanto dalla fontana che oggi mi sta dissetando, soprattutto in considerazione del fatto che il viaggio da fare è ancora lungo.
“A quanti” credono che tutto si capisca con la sola mente, “mi dico” che sul tatami serve tanto cuore. Aveva ragione chi mi ammoniva.

Risposta a Monica

Monica Ceolin


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