E’ difficile parlare di una cosa così astratta e quasi inesistente in un periodo “storico” dove ogni cosa e ogni persona non può e non deve stare ferma, nemmeno il pensiero.  Ma mi è stato chiesto di farlo in relazione alla mia assenza dalla palestra e allora proviamoci.

Non è il tema migliore su cui scrivere, non h grandi idee in merito, trovo una forte antitesi tra il dirci di mantenere l’abitudine all’allenamento e farmi parlare dell’immobilità, è come far parlare dei colori ad un cieco,che ne sa lui.

Io  non sono ferma, se non lavoro col corpo lo faccio con la testa, penso ai Kata, leggo il sito, ripenso alle lezioni e ai temi affrontati durante le ore in palestra… mi viene da sé non è indotto.

Ci fu detto che se fai la stessa cosa per almeno 30 giorni di seguito, con costanza, questa farà “parte  di te” ( il concetto è questo, le parole  meno) e quindi credo che sia così per me, oramai la mia persona si “allena “ da sola, il mio “spirito”  sente il bisogno di fare gli esercizi  e allora  li fa , giusti o meno, mi crea il dubbio sulla correttezza, mi muove a cercare la verifica, pone le domande e pretende le risposte.

Questa è la “immobilità” che io vivo, seduta a scrivere questo pezzo che parla in modo contrapposto a quanto dovrebbe, che dentro  contiene il moto perpetuo di quanto ci è insegnato, in cui si  palesa la mia necessità di un continuo andare e venire dei pensieri e delle azioni (lontano da occhi indiscreti, però).

Un amico un giorno mi ha detto:” fai questa disciplina perché in questo tuo momento hai bisogno di fare qualcosa e hai trovato ciò, se era altro era uguale….!”  La mia risposta è “Non posso saperlo, posso solo pensare che in passato non avrei mai dato a niente e a nessuno quello che do adesso, e il mio agire mi restituisce 1000 volte di più di quanto spendo, e quindi continuo sempre”.
Adesso comprendo quando mi dissero che questa disciplina è dentro di noi geneticamente e che prima o poi spunta fuori, un po’ come il primo dentino di un bimbo: se non esce stai male, e quando esce ti permette di nutrirti e divenire grande.
Ma per crescere bene ci si deve nutrire tutti i giorni e mangiare un po’ di tutto, allora non puoi stare fermo un solo giorno, quindi niente immobilità.

Questo moto perpetuo però non ha nulla a che vedere con la frenesia del quotidiano, deve trovare un momento di calma, deve farti dono di un momento solo tuo così che tu lo possa vivere- sentire ed assaporare completamente, in se contiene un grande nutrimento anche se occupa un piccolo spazio, è qualcosa di forte che spinge dentro ma uscirà con dolcezza e da solo.
Quando ho vissuto questo la prima volta mi ha lasciata disorientata, ha fatto tutto da sé veramente, il Moto Perpetuo è energia autonoma, ti prende e ti fa muovere senza quasi farti sentire se vuoi agire o no. Bellissimo!

Adesso sto imparando a sentire quando arriva e mi faccio trovare un pochino più pronta, ma a volte ancora mi coglie all’improvviso (e sinceramente mi piace di più la sorpresa) e io la lascio fare, male non fa.
Spero duri per sempre questa compagnia, è una bella amica l’energia, mi ricorda che sono viva. ( Lettura consigliata dal maestro)
Per  ora cerco di  tenerla con me fino all’apertura della palestra a settembre e poi ci daremo appuntamento quando vorrà lei.
Venditti ha scritto: “ che fantastica storia è la vita” e non ha per nulla torto.

OSS