Buongiorno caro millepiedi, da tanto non ti scrivo.
Mi fa piacere condividere con te un pensiero che da alcuni giorni mi gira per la mente.
Negli ultimi mesi ho pensato parecchio al fatto che mi manca molto il tatami, la pratica fisica – quella vissuta con i compagni, quella che educa il pensiero-, sento il vuoto dentro causato dal dover lasciare quel cammino fatto di colpi e risate, di mente e corpo.

In questi mesi ho vissuto delle esperienze che mi hanno messa alla prova, momenti in cui o sei forte o cedi sotto il peso delle difficoltà e dei fallimenti, mi sono scontrata con le delusioni, ho dovuto ingoiare amari bocconi e sfoggiare sorrisi per non caricare terzi di pensieri.
            Ho scoperto quanto vale prendersi il proprio tempo per curarsi dal mondo e le sue zavorre, ho pensato a quante volte mi hanno fatto male le tecniche se non mi preparavo a riceverle ma di contro applicavo la preparazione per entrare in battaglia.

“LA BATTAGLIA CONTRO IL PEGGIOR NEMICO”, la battaglia contro la mia parte debole, quella che ti chiede di lasciar stare, quell’aspetto che quando lo assecondi ti trascina nel baratro del non-fare ciò che vuoi e che non ti fa crescere, quel tuo IO che esce nei momenti peggiori.
Ferma, assolutamente sul pezzo, risoluta e a testa alta, a pugni chiusi. Così mi sono vista e così mi sono presentata al cospetto di quei mesi che si facevano avanti, ignari di un passato che ho voluto vivere pienamente a piedi scalzi sul tatami, che ho riempito circondata di altri guerrieri, anni che mi hanno forgiata.

Il ricordo di me vagabonda in un mondo che mi stava stretto, il non fiorire per paura di appassire troppo presto, un guscio datomi da chi non vuole che ti rompi perché ti vede fragile e poi vedermi oggi, quanto sono cambiata.

Giorni fa parlavo con delle amiche su quanto negli anni si cambiano i gusti del vestire – mangiare- musica…. e che ciò è influenzato molto dal proprio stato d’animo e fisico con cui affronti l’evento; io ho scelto di lottare per essere libera, ho deciso chi doveva essere al mio fianco in questa strada, ho affrontato le mie paure e le mie insicurezze, ho conosciuto una persona diversa, ho cambiato i miei parametri sulla base di chi sono oggi.

Ora scrivendoti mi rendo conto che tutto ciò che mi manca è con me, è nel mio spirito di affrontare gli eventi, nel mio atteggiamento e nei miei pensieri. Non sono perfetta, non sono “ZEN” ma in questi anni ho  perlomeno imparato a gestire alcuni aspetti di me che prima erano lasciati a se stessi e che mi sopraffacevano, ho crepato il guscio che mi avvolgeva e tutto ciò grazie ai miei compagni di pratica e al Maestro, mi hanno coccolata con una vena di serietà e di maturità che ho trovato i poche persone, ho avuto una palestra di vita che sparuti gruppi si possono permettere e che comunque  non so se saprebbero amare e capire tali insegnamenti.

Caro Millepiedi - a cui non ho mai dato un vero nome, e forse non ne avrai mai uno visto da dove nasci- sei figlio di quegli insegnamenti che tanto ho fatto miei, nasci dal mio voler condividere i pensieri e sentimenti, rimani il legante tra il Tatami e il mondo, sei lo specchio tra ciò che vedo di me e ciò che sono.

Caro Maestro leggendo questo breve pezzo spero tu sia contento che il tuo operato su questo ceppo non è stato vano, e spero che, qualora lo leggesse qualche compagno di pratica, sia altrettanto contento.

Nulla è per sempre ma nel dopo la nostra energia è eterna e quella datami da voi la sto sentendo tutta.
Siete sempre con me.

Venezia 30 Maggio 2018

Risposta di Davide - ZEN