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KUJIKERUNA Non Mollate MAI!


KUJIKERUNA

Non cedere, non mollare mai
L'intervista a Roberto

Bene come sempre parto dalla fine, cioè dall'ultima domanda della lunga serie di quesiti che Davide ci ha posto.

1) Come e dove sei entrato in contatto con il karate la prima volta?
Ho desiderato avvicinarmi alle arti marziali fin dall'età di 13/14 anni, sono anche andato a vedere un paio di allenamenti a Santa Maria Formosa, ma mi sembravano tutti degli esaltati quindi ho continuato a giocare a basket. All'età di 32 anni ho deciso di cambiare, un giorno a Trieste in un negozio ho conosciuto una bella persona con cui ho chiaccherato per un'ora circa, era un maestro di Karate, a lui ho chiesto consiglio su quale palestra scegliere per iniziare l'arte, me ne ha indicate un paio, dicendo poi che a suo parere avrei potuto fare un certo percorso soltanto nella palestra del Maestro Puricelli. A settembre di quell'anno ho provato a fare una lezione, oggi sono ancora qui.

2) Secondo te nel Karate ci sono segreti?
Secondo me nel Karate non ci segreti se non quello di applicare quanto viene insegnato fino a raggiungere il livello desiderato, consolidato questo bisogna semplicemete andare avanti per migliorarsi coscienti del fatto che la strada fa fare e le cose da conoscere sono ancora moltissime.

3) Attraverso la pratica del karate le persone possono migliorare il loro carattere. Qual è la tua opinione e la tua esperienza a questo proposito?
Attraverso la pratica del Karate il carattere può sicuramente cambiare, attenzione ho detto cambiare non migliorare, questo dipende da chi lo pratica ma sopratutto da chi lo insegna. Nel nostro caso non occorre sprecare parole, la risposta è neglio occhi dei nostri maestri e nella serenità di tutti noi allievi.

4) Il karate ha cambiato il tuo modo di pensare la vita di tutti i giorni?
Il Karate ha cambiato il mio modo di affacciarmi alla vita, anche se caratterialmente io sono come mi si vede, forse ho aquisito più sicurezza  e più autodisciplina, pretendo di più da me stesso, quindi a volte pretendo anche di più da chi mi sta intorno, purtroppo comportandomi sempre con correttezza e sincerità, in modo diretto e onesto con me stesso e con gli altri mi sono trovato allo scoperto, qui sicuramente non ho imparato abbastanza, o forse ho assorbito solo alcuni degli aspetti che il Karate e la vita insegnano, comunque ho tempo.

5) Che importanza hanno la mente ed il cuore nella pratica del Karate?
Nella pratica del Karate penso che la mente ricopra un'importanza fondamentale, il cuore nel mio caso potrebbe diventare un ostacolo ho troppa fiducia nel prossimo, non riuscirei mai ad ingannare un amico, una persona che amo o anche il semplice uomo o donna che attraversano la mia vita, nel Karate quindi nel mio caso il cuore ricopre un ruolo marginale, mentre la mente deve sopperire a tutti i deficit fisici e psichici che la pratica della discipina mette in evidenza.

6) Sai dirmi che cos'è il Ki e perché secondo te dobbiamo conoscere ed usare il Ki?
Che cos'è il Ki, questa è una domanda terribile, il Ki è l'energia che risiede in ogniuno di noi, che tutti noi possediamo,  che pochi di noi conoscono e che quasi nessuno sa far uscire al momento giusto, nelle arti marziali si insegna a riconoscere e ad esprimere il Ki allenando mente e corpo, a volte invece se ne esce da solo in contesti assolutamente avulsi dalle arti marziali, saper gestirlo è una dote rara.

7) Come interpreti le parole del Maestro Gichin Funakoshi: "Karate-Ni-Sente-Nashi"?
Karate Ni Sente Nashi significa che nel Karate non c'è vantaggio nell'attaccare, e qui si riassume tutta l'anima del Karate che pur essendo un'arte marziale ricca di colpi di offesa, parte sempre in tutti i Kata di mia conoscenza con una tecnica di difesa. Questo sarebbe auspicabile poterlo applicare anche nel Kumite, credo che per un grande maestro o comunque per una Karateka di grande esperienza attendere l'attacco dell'avversario sia un modo per capire e studiare chi si ha davanti per poi usare il suo movimento a proprio vantaggio. Sicuramente per poter applicare questa regola bisogna praticare molto il combattimento in palestra a lungo con i propri compagni per poi provarlo in altre palestre con atleti diversi, anche perchè non esistono combattimenti uguali quindi di volta in volta bisogna sapersi adattare e reagire di conseguenza.

8) Qual è il tuo obbiettivo personale per il futuro?
Il mio obiettivo per il futuro è continuare a praticare il Karate in modo più continuo possibile, mi piacerebbe avere del tempo per potermi cimentare con alcune tecniche anche a casa. Non ho un obiettivo certo e mirato, mi basta continuare ad imparare senza dimenticare quello che ho appreso in questi anni. Una cosa comunque fondamentale per me è allenarmi a rimanere concentrato il più a lungo possibile non lasciando mai andare l'energia che esprimo nella tecnica, questo nel  breve periodo è il mio obiettivo principale.

9) Che rapporto hai con i tuoi compagni?
Il mio rapporto con i compagni è proprio bello, forse perchè in palestra, anzi nei corsi che io frequento ci sono solo persone straordinarie, da tutti ho imparato qualcosa da qualcuno dovremmo tutti imparare molto.

10) Ti va di raccontare del tuo rapporto con il Maestro?
Noi cinture nere abbiamo la grande fortuna di apprendere da due Maestri: Luciano e Davide mi sembra però inutile dire che IL MAESTRO per me è colui che mi ha accolto in palestra dalla prima lezione e per anni è stato il mio unico punto di riferimento sul Tatami e cioè Davide.

Non è facile parlare di una persona che si stima e a cui si vuole bene perchè si rischia di finire nello sciropposo e melenso mondo dei complimenti.

Ho sempre avuto per Davide una grande ammirazione, come uomo e come insegnante, forse perchè in qualcosa ci somigliamo sicuramente perchè Davide non è una persone che accetta compromessi con gli altri e sopratutto con se stesso in più se deve dire una verità la dice in modo diretto e sincero senza per questo ferire l'animo della persona a cui è diretta la critica.

In Davide non c'è rabbia, non c'è acredine, c'è solo determinazione e voglia di imparare e di trasmettere.
Lo so che è una parola grossa, ma quello che fa lo fa con amore. E' una persona ostinata, con il grande pregio della coerenza ma l'aspetto che più mi affascina in Davide è l'esempio con il quale conduce le lezioni in palestra che è specchio della sua vita.

In questi 12 anni non mi ha mai deluso e sapete che ho iniziato la pratica del Karate a 32 anni quindi non ho avuto l'infatuazione per il maestro tipica del periodo preadolescenziale, ho cercato in lui la sbavatura, l'errore, l'accenno arrogante, la supponenza senza mai trovarle, perchè Davide trasmette solo le SUE CERTEZZE senza cimentarsi in campi che non siano suoi.

Davide è stato e rimane una persona fondamentale nella mia crescita come atleta e come persona, mi ha spronato ed incoraggiato nei momenti in cui ne avevo bisogno e mi ha lasciato tranquillo quando ha capito che venivo in palestra con il corpo e non con la mente.

Tratta noi tutti in modo uguale esortandoci e sgridandoci quando ritene opportuno farlo, ma la cosa che più mi piace in Davide sono le sue similitudini e le spiegazioni figurate con le quali mi fa comprendere appieno il senso delle tecniche, del kihon del kata e del kumite.

Le domande che ti volevo porre sono terminate, vuoi aggiungere una tua personale riflessione sul Karate?

Adesso però vorrei porre una domanda a Davide: ci racconti il tuo rapporto con gli allievi?

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