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KUJIKERUNA Non Mollate MAI!


KUJIKERUNA

Non cedere, non mollare mai
La libertà della scelta

Scegliere di vivere, scegliere di lottare per rimanere tali, dentro e fuori, per questo ho deciso di insegnare karate, il karate dei miei Maestri da Luciano a Kase a Shirai.

Un giorno ho chiesto al Maestro: “ se lasciassi il karate, lei, cosa penserebbe e cosa farebbe?” La risposta in zero secondi zero, mi spiacerebbe Davide ma comprenderei che in te la lotta per arrivare a questa scelta è stata dura e senza esclusione di colpi di verità. E’ stata una risposta veramente bella e onesta, una risposta di uno che mi conosce e, pur senza frequentarmi a sufficienza, una risposta che solo un Maestro ti sa dare, sintetica.

Non ho mai smesso e spero che la forza e la vita mi permettano di continuare fino alla fine dei miei giorni fosse anche domani. Vivo il presente e ultimamente faccio sempre meno progetti. Studio, mi applico e vado avanti anche grazie ai miei allievi che mi stimolano a sufficienza nel tenermi in forma.

Capita però di essere lasciati in maniera cruenta e sanguinaria, ricordo una cosa citata molti anni fa che diceva pressapoco così: “ La riconoscenza è una responsabilità che alcuni non sanno reggere e che presto si trasformerà in rancore, talvolta in furore.

Fatti cruenti, Donato ad esempio così mi scrive dopo quasi un anno che non si fa vedere: “ E’ un po’ che non ci sentiamo, volevo scusarmi per il modo in cui ci siamo lasciati mesi fa, rabbie, maleducazione e sbagli di un ragazzo, si finisce per trattare  male chi invece meritava amore. Si capisce solo dopo, mi spiace.
Colgo l’occasione ora che ti faccio gli auguri del compleanno, per chiederti se ti posso ancora trovare al lavoro in comune le mattine, magari per dirti queste stesse cose  a voce ma soprattutto per passare a salutarti.
Ho trattato male il mio Maestro, forse no si può più riparare, ma almeno chiederti scusa in qualche modo.
Buon compleanno Davide. Oss”

Si, ci si accorge dopo, spesso non si chiudono porte, non si mettono chiavistelli, siamo Maestri, comprendiamo le difficoltà sia quelle degli allievi che quelle degli atleti e dei “civili”.
Comprendiamo il dibattito interiore, le difficoltà di accettazione della parola dura, del gesto forte dell’imposizione in alcuni casi ma mai della prevaricazione.
Un Maestro non prevarica, un Maestro educa perché quella è la sua funzione!
Un Maestro trasmette, con la propria capacità, la propria esperienza e i propri saperi sempre ve ne siano all’allievo che li accetta e li fa propri o quanto meno ci prova.
L’allievo ha due strade o accetta e approfondice o lascia e rivolge la sua ricerca altrove.
Il Karate non è per tutti, questo è il punto! E' una pratica che richiede costanza, molta costanza, Karate No Shugyou Wa Issho De Aru “Il karate si pratica tutta la vita" cita un vecchissimo detto. Io ci sto provando da oramai da circa 45 anni, una eternità.

Bisogna anche accettare che si arriva sempre a questo bivio ci si arriva tecnicamente, ci si arriva perché il rapporto di fiducia si deteriora oppure per pura incompatibilità in quanto viene meno il rispetto per il Maestro e si pensa, per avvalorare la propria ragione, che sia il Maestro a non considerare l’allievo.

La vita per fortuna, prima o poi ci ripropone nel tempo la questione, come per Donato che comprende di aver fatto un errore e prova a rimediare senza però mai mettere in essere la sua voglia di rientrare e fintanto chè non troverà la forza di affrontare i propri demoni vivrà nel dubbio della sua decisione e Il Maestro è li, che aspetta ma sa che aspetterà invano perché è nella natura dell’allievo lasciare il Maestro, per fortuna non tutti gli allievi.

La vita è fatica, la vita è limitata, per tanto, prima di prendere una strada, qualsiasi strada valutatene le difficoltà perché prima o poi busseranno alla porta e dovrete decidere valutando se quella strada vi porta a qualche cosa o se vi umilia e basta.

Il Maestro Shirai così scrive nel suo Kambai: La vita del Karate-Do è bellissima, meravigliosa, molto modesta e difficile e anche molto dura, a volte durissima. Ma, colui che ha il coraggio e sincera fiducia nel Karate, e perseverando instancabilmente continua, ..... , continua .... , ad un certo momento comincerà a percepire lontano, una luce. Non bisogna sforzarsi di capire che cos'è .
L'importante è sentire che qualcosa (mi) aspetta e pian piano si avvicina e allora si comincia a capire cos'è. …… Così è la nostra vita, occorre viverla con spirito molto forte, senza mai perdere il sorriso, vivendo con dolcezza, senza litigi con gli altri. Camminando così, solo, sulla sua strada, l'uomo del Karate vive questo "cammino di vita" (Do), con forza e serenità, come l'albero di prugno.”

Ho vissuto in prima persona i distacchi di amici e allievi. Nel 1970 quando si lasciava la palestra nemmeno ci si confrontava con il Demichelis, lasciavi e basta, il maestro magari ti vedeva per strada, se eri fortunato ti chiedeva, se eri sfigato manco ti salutava.
Io ad esempio ho lasciato per un poco, meno di anno, e quando sono rientrato mi sono trovato Luciano anziché Bruno non che la cosa mi abbia turbato, anzi.
Oggi non è più così, quando si lascia ci si confronta, lo si dice al Maestro magari per avere la consapevolezza che lui tiene a te, che cercherà di farti vedere l’errore, che sei una persona importante o di valore.
Alle volte si attribuiscono colpe solo per sollevarsi la coscienza senza capire che hai fatto una scelta, l’hai fatta scientemente l’hai deciso tu non il Maestro.

Tutti siamo importanti per il Maestro ma direi una bugia  dicendo che abbiamo tutti lo stesso valore per il Maestro, lo vedo in Shirai come lo vedevo in Kase e Luciano da parte mia sono stato fortunato nel venire considerato ma fino ad un certo punto.
Esistono Uchi dechi e Soto dechi ancora oggi.

Oggi il Maestro è da solo in palestra, non ha collaboratori e non insegna con altri Maestri, io e Luciano eravamo l’anomalia del sistema ma solo perché lui per me era e continua ad essere il Mio Maestro certo non ci si frequenta più ma la realtà non cambia solo perché non la vivi come prima.

Davide Rizzo
2 Aprile 2015
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