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KUJIKERUNA Non Mollate MAI!


KUJIKERUNA

Non cedere, non mollare mai
Tra tecnica ed agonismo
A cura di Davide Rizzo
Da poco è iniziato e non con poche difficoltà un corso denominato CSAK riferito agli agonisti della nostra Provincia.
Da subito è stato chiaro l'intento da parte di alcune società di escudere o emarginare la nostra palestra per il solo fatto che non abbiamo i numeri necessari ( leggi atleti) e la sudditanza a certe forme di autorirtarismo imposto.

Ho verificato comunque una certa disponibilità a lavorare assieme pur mantenendo le proprie autonomie e personalità tranne che per alcune cose.
Per quanto riguarda la formazione del carattere ho osservato che i miei colleghi non indirizzano l'atleta verso la giusta direzione fuorviando l'atleta stesso in comporrtamenti che poco hanno del Karate Tradizionale. Potrei citare l'esempio che si deve per forza essere migliori di quelli che hai al fianco, che devi impressionare ( esagitandoti!) gli arbitri ( come se un ARBITRO FIKTA) si facesse impressionare e non sapesse valutare le situazioni.
L'atleta deve comprendere fino in fondo il giusto atteggiamento;
1) Semplicità;
2) Onestà;
3) Senso dell'Onore;
4) Riuscire a porsi davanti all'altro ben conscio dei propri pregi e dei propri difetti, senza per questo porsi in condizioni pericolose anche per l'altro!;
5) L'essenza delle parole del Maestro G. Funakoshi, combattere con l'idea di non perdere!

Questa secondo me è la via da perseguire per quanto riguarda l'insegnamento, per quanto riguarda l'insegnamento della tecnica lascio agli altri esprimere la propria esperienza agonistica.
Per quanto riguarda il kata intendo ribadire un concetto molto semplice e chiaro.
Il kata non è una cosa che si può modificare a seconda delle proprie strategia di gara, ( leggi punto di arrivo, tecniche, direzioni e quant'altro) il kata è la forma più complessa di combattimento che sia stata elaborata dai Maestri Fondatori ( leggi Gichin e Yoshitaka Funakoshi) del nostro Stile. I kata dello stile Shotokan insegnati dal Maestro Gichin erano 15 più tardi ne vennero aggiunti altri 11 per un totale di 26 kata ( vedi Tabella Kata ) e che per nulla al mondo può venir ripensata in termini di forma, cosa a parte è il bunkai che può, questo si, trovare mille e uno modi di esprimersi.
Per quanto riguarda il Kata ho trovato una abbastanza esplicativa interpretazione tratta da un intervista al Maestro Tsutomu Ohshima ( a solo uso degli iscritti al Centro!!!!!!!) nella quale si dice:
.......... " Se conosci 20 kata, ne devi fare dieci meglio. Se ne conosci 10, devi tagliare a 5. Si! 5 kata, ma fatti molto, molto bene. Persino 5 kata sono troppi. Bisogna farne 2. Ognuno ripetuto 50.000 volte. Falli 100.000 volte, e capisci che un kata è fatto meglio dell’altro. Allora, fai proprio quello, 50.000 volte in più.
Quando si raggiungono le 150.000/200.000 volte, penso che il kata sia tuo.

Il kata quindi si sposta verso questo tipo di direzione. Il fatto non è quello di memorizzare un numero di kata o di crearne altri dopo un certo periodo di esperienza. Io sono molto creativo. Potrei creare i miei kata, ma perché? Solo perché così potrei fare delle dimostrazioni e vedere la gente applaudire? No. Il kata è l’opposto di questo. Il kata è per il tuo spirito, per la tua maturità. Se riesci a digerire un kata, allora diventi un’unità.
Cosa vuol dire diventare un’unità? E’ presto detto.
Il tuo inconscio ed il tuo conscio si connettono direttamente con i tuoi movimenti fisici.
Il tuo inconscio e la tua mente concentrata si muovono con il tuo corpo, questo però richiede molto tempo.
Diventare un’unità con un kata completo è qualcosa di cui puoi andare veramente fiero.
Puoi dire: “Questo è il mio Karate, questo è il mio kata”.
Puoi dire: “Oggi ho sentito che tutto era un’unità.
Ora so che qualsiasi avversario affronterò, potrò esprimere il mio meglio, la mia energia migliore”.
Il Karate va verso questa direzione.
Il kata è fatto per questo.

Tutti lo sappiamo. Almeno, questo era una volta. Non lo so adesso.
Inventare un nuovo kata per impressionare un gruppo di persone non è Karate, è qualcosa che va bene per Hollywood".
In sintesi la ricerca del risultato agonistico non si può prefigurare come uno sconvolgimento della propria azione legata al Karate Tradizionale altrimenti ci sarebbe una trasformazione della tecnica che porterebbe ad un PERICOLOSO SNATURAMENTO della tecnica stessa.

Davide Rizzo
Tabella testi Davide - Scritti da noi

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