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KUJIKERUNA Non Mollate MAI!


KUJIKERUNA

Non cedere, non mollare mai
Un giorno per praticare assieme
A cura di Davide Rizzo
Succo d'allievi.

Francesca - Donato - Sofia - Susanna - Monica e il Maestro che ringrazia quanti sono presenti.

E' il 17 Novembre del 2012, domani festeggerò il mio 58° compleanno con mia moglie, pranzo ai Due Forni, ce lo meritiamo tutto.

La prima cosa che mi viene da dire è: " Ho toppato, quest'anno ho proprio fatto un casino, un macello"

Gli errori di valutazione nell'ordine:
1 )
Mail spedita a Settembre nella quale invitavo allo stage;
2 ) Richiesta del palazzetto di S.Alvise come sempre mandata con largo, troppo anticipo;
3 ) Modifica dell'orario dello stage da Pomeriggio a Mattina ( la palestra era occupata!);
4 ) Prenotazione del Pranzo da Gigi, dovevamo essere in 9 poi saremmo stati in due, io e Donato, Fuguriamoci una cenetta intima con Donato, sai che palle non per Donato ma per la situazione che si sarebbe venuta a creare;
5 ) Disdetta del ristorante con inchino di scuse a Gigi che se la sarebbe anche un po presa ( Ho deciso che mi ritiro definitivamente dall'organizzare ancora cene o altro del genere, non è la prima volta che mi succede di fare figure del cazzo!)

Ma, nonostante tutto è andato tutto bene, anzi benissimo.
La prima cosa che noto, e' Francesca, seduta prorpio davanti a me, è intenta a rispondere ad un mio SMS in quanto, visto che non c'è Sergio, le ho chiesto se andava a prendere Sofia.

La vedo, imbronciata, seria, come ultimamente è, sembra talmente concentrata che le scatto una bellissima foto che parla da sola.
Francesca, la Francesca che conosco è li davanti a me, non sente il Maestro, non percepisce di essere osservata, che stia perdendo il mio fascino, la mia forza o è lei che......
La saluto, le passo vicino, nessun sorriso, nessuna emozione nell'inaspettata sorpresa. Mah, vedremo cosa ci riserva la giornata e in essa la vita.

Alle Guglie vedo già pronti Donato e Monica, un sorriso, finalmente, ed entriamo. Il lucchetto è rotto lo faccio notare e dico: " Cavolo, Luciano....." e mentre dico Luciano sento: "Davideee" è il Maestro, il mio Maestro, che mi saluta
dal battello, bella coincidenza che Donato fa subito notare, non ce n'era bisogno mi dico.

Siamo pochi, troppo pochi, ma iniziamo e nell'attendere la Susanna facciamo con un pò di riscaldamento.

Il mio pensiero corre al Maestro Shirai e alle sue parole che Vi regalo e spero le sentiante vostre: " Jin, Chi, Ten. Primo, secondo, terzo… quasi nello stesso momento, collegando sempre una tecnica all’altra
”. Parole profonde che hanno lasciato un segno nella mente delle cinture nere da terzo a ottavo.
“La parte più bella del karate – dice il maestro – è essere sicuro.Indispensabile l’uso del kime.
Kata è fare combattimento con lo stesso avversario mettendo sempre la stessa forza nella dinamica del movimento, mantenendo alta la concentrazione fino alla fine. L’istruttore di karate deve saper fare, altrimenti cosa può insegnare al suo allievo? Si pratica sempre, tutti i giorni, come da cielo a terra, alla ricerca della massima energia ed esplosività: subito.L’applicazione è una cosa, il Bunkai un’altra. Lo diceva sempre il maestro Funakoshi. Bisogna capire questa differenza mentre si pratica”.
“Bisogna mantenere la stessa tensione dall’inizio alla fine – ha aggiunto il maestro – e chi è in mezzo ad applicare deve conoscere la tecnica, la dinamica ed essere padrone della propria forza. La tensione deve essere sempre la stessa, dall’inizio alla fine”.
“Chi non capisce non fa – sottolinea Sensei Shirai – e se non capisce fa solo applicazione seguendo l’ordine delle tecniche del kata”.
Ci viene chiesto di andare oltre, di guardare più in profondità e di scavare nella conoscenza per approfondire lo studio della dinamica del corpo, del movimento e di concentrarsi sul momento. L’applicazione di un kata e il suo Bunkai non sono solo una: sono diverse, omote e ura.
“La parte più bella del karate è l’uso del kime. Praticando si deve essere sicuri. Praticando si deve fare duro, preciso e capire l’avversario”.
Hiroshi Shirai

Con questo pensiero inizio con gli Heian tre volte per ognuno, mi seguono in silenzio, dico loro poche parole. Il mio pensiero va nella direzione di quanto sto facendo e di quanto stanno provando. Non so, ma l'impressione che ho è di delusione, delusi dall'essere in pochi e delusi dai numeri che non ci sono più.
Spiego ai più giovani, Susanna e Sofia che con ogni probabilità ancora non capisce che esistono livelli dove un Karateca deve avere in se la giusta nozione di Shin - Gi - Tai

Da un testo di Luciano vi propongo questa letttura: ".... Se è vero che l’essenza del Budo sta nel principio del shin gi tai.
La mente (shin) deve tendere al più alto livello, ovvero al bene supremo dell’umanità, ed essere totalmente devota al conseguimento di questo ideale. La tecnica (gi) è il come, il modo col quale si percorre questo cammino.
Il corpo (tai) è lo strumento che permette attraverso l’allenamento e la tecnica di formare uno spirito indomito.

Solo quando Spirito e tecnica sono “Uno” (shin gi tai ichi nyo) il praticante avrà trovato il vero maestro interiore. Teoria e pratica sono solo due manifestazioni della stessa cosa. All’inizio la pratica suscita milioni di interrogativi, ma man mano che il livello del praticante cresce il pensiero e la mente si calmano, corpo e mente si centrano, si fondono e allora sopravviene una conoscenza speciale, la conoscenza - coscienza - consapevolezza del silenzio che agisce. La letteratura, i documenti i testi così come un corretto programma di allenamento possono accelerare il processo di auto miglioramento, la realizzazione, anzi a volte la provocano, allora è il Cuore del karateka che presiede e si apre.
Questi concetti sono molto sintetici e richiedono l’opportuna riflessione!"

Stiamo diventando un piccolo ristorante dal costo altissimo e dall'ottima qualità di quanto offerto, lo spiego ma non vedo quella luce, non percepisco felicità oggi anche se dalla foto siete tutti soddisfatti e felici, forse sono io che sono un po triste perchè vorrei vedervi tutti felicemente uniti in un gruppo coeso ma oggi sento che non ci siamo. O non ci sono io! Concludo rammentando che il Karate-Do è un mistero, una ricerca continua e il suo potere è il Kime.

E ora prepariamoci per il 9 Dicembre con la premiazione dell'atleta più presente del 2012 dove spero e mi auguro ci siate veramente tutti, sarebbe un peccato non esserci!!
Davide Rizzo

Tabella testi Davide - Scritti da noi

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