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KUJIKERUNA Non Mollate MAI!


KUJIKERUNA

Non cedere, non mollare mai
Il sistema dei gradi
A cura di Davide Rizzo
Il perchè dei gradi e la loro collocazione all'interno dell'apprendimento e della trasmissione nella nostra Arte.
Comprendere il perchè della suddivisione dei gradi e il loro valore nelle Arti Marziali credo sia una di quelle cose alle quali abbiamo sempre pensato ma alla quale , spesso, non abbiamo trovato risposte se non quella di pensare che i Kyu si riferiscono alle cinture colorate e i dan al mondo delle nere.

Bene qui ora se vi interessa, cosa di cui sono certo, troverete alcune risposte, iniziamo con un po di storia sull'origine dei nostri indumenti.

Nella maggior parte delle Arti Marziali del Budo ( Via del Guerriero) è comune esercitarsi in un abito appropriato (Gi). Nel karate quest'abito è il Karategi composto da una giacca (UWAGI) da un paio di pantaloni (ZUBON) di colore bianco e da una cintura (OBI) il cui colore designa il grado raggiunto dal praticante.

Ad Okinawa, terra di origine del Karate, stile praticato nella nostra Federazione, per esercitarsi si indossava una gonna pantalone che consentiva una maggiore libertà di movimento, ben distinta dal tradizionale abito giapponese (hakama) il quale non fu mai indossato ad Okinawa mentre è ancor oggi usato in molte arti del Budo (kendo, kiudo o aikido).
La società nel Giappone medioevale era divisa in caste ed ognuna utilizzava abiti differenti. Il ceto più elevato era quello dei samurai (Bushi), seguito da quello dei contadini (no), dei manovali (ko) e dai mercanti (sho).
Quando il Maestro Funakoshi giunse in Giappone, uno dei suoi primi provvedimenti fu l'annullamento delle differenze di classi all'interno del Dojo: la pratica del Karate doveva avere per tutti gli stessi presupposti, indipendentemente dallo stato sociale di ciascuno.
Per questo adottò il vestito che ancora oggi viene usato nel karate: una combinazione del già noto judogi. Il colore bianco e l'assenza di ornamento simboleggiano la purezza e la semplicità. La pulizia e la cura del karategi acquistano perciò una particolare importanza. Il kimono ( di solito usiamo questo termine per definire un karategi, un judogi ecc..), nella psicologia del Budo, aiuta a mettere a nudo la propria personalità cosicchè ci si possa vedere per quello che si è: nello spogliatoio si lasciano dei "supporti" (abiti) cari, nei quali si ricerca sicurezza o si afferma un identità che il più delle volte imita le mode o nasconde lacune o debolezze interiori.

Indossare il karategi è un modo per rendersi conto che sul tatami le distinzioni esterne e di classe (non crediate non ve ne siano ancora!) scompaiono e tutto ciò che tende a diversificarsi si annulla.

Nel dojo tutti gli uomini e donne sono uguali e, attraverso la pratica del karate-Do ricercano la maturità psicofisica, e la giusta Via (Do) e perchè nò anche il divertimento.

Non importa se alla "fine" del cammino i risultati non saranno uguali per tutti perchè nel Karate la priorità non è tanto quella di superare il compagno quanto quella di superare se stessi, solo il comportamento, il giusto atteggiamento mentale e la tecnica distinguono gli uni dagli altri.
Il M° Funakoshi modificò nel Dojo i confini, sino a quel momento rigidamente osservati, tra stati sociali giapponesi e stabilì, attraverso il sistema dei gradi già utilizzato nel judo (kyudan), una gerarchia basata sulla capacità tecnica, espressa attraverso i colori della cintura. Si può rimanere stupiti dall'importanza data all'elemento che, in fondo, serve soltanto a tenere in forma la giacca. Tuttavia la cintura ha fatto sognare e cadere più di un animo che si riteneva forte, convinto di poterla ottenere senza dovere percorrere la strada necessaria. La cintura non deve essere ne troppo stretta ne troppo larga, permette di prendere coscienza della forza che c'è in noi e di concentrarla meglio nella zona del ventre (hara) che, come la cintura, non deve essere troppo teso o troppo rilassato.
Non va dimenticato che intorno alla vita si trova un importante meridiano del ki (energia), la cintura poggiata bene viene a trovarsi proprio in questo punto.

Kyudan è la gerarchia dei gradi di cintura nelle arti del Budo e si suddivide nel sistema degli allievi cintura colorata (Kyu: Mudansha) e in quello delle cinture nere ( Dan: Yudansha o Kodansha).

Nel Karate si considera il kyu come grado di scuola o di apprendimento e il dan come un grado di autoperfezionamento così la F.I.K.T.A. indica il kyu sino alla cintura marrone.
Prima dell'arrivo in Giappone del Maestro Funakoshi non esistevano gradi nel karate. Fu lui ad inserirveli , nel 1226, ispirato dal fondatore del judo moderno Jgoro Kano che a sua volta si richiamò ad un uso proprio degli antichi sistemi marziali giapponesi. La prima cintura nera del Karate Do Shotokan venne data a Makoto Gima (10 Dan), allievo diretto del Maestro Funakoshi e suo partner alla prima dimostrazione giapponese nel 1922. Kyu o Mudansha

Livelli inferiori:
6° Kyu (Rokkiu) cintura bianca;
5° Kyu ( Gokyu) cintura gialla
4° Kyu ( Shikyu) Cintura arancio Livelli Superiori:
3° Kyu (Sankyu) cintura verde
2° Kyu (Nikyu) cintura blu
1° Kyu (Ikkyu) Cintura marrone.
Chiunque voglia apprendere le arti marziali comincia nel livello SHU (della forma) che comprende l'intero sistema Kyu. In esso rientra l'apprendimento basilare delle tecniche (omote) e il raggiungimento del livello psicofisico necessario per toccare i livelli superiori. Si tratta di costruire e rafforzare: autodisciplina, volontà, pazienza, comprensione e convivenza con gli altri, elementi senza i quali non è possibile progredire. Durante questo primo periodo lo sviluppo della tecnica è l'unico criterio di misura utilizzabile. Anche se la comprensione profonda delle tecniche giungerà solo più avanti, l'allievo comincia a valutare i propri miglioramenti fisici ed emotivi, si confronta poi alla necessità di superare la svogliatezza, la ribellione ed la paura, ricercando sempre il giusto atteggiamento mentale.
Originariamente il Mudansha era rappresentato dalla sola cintura bianca, simbolo della non conoscenza, della purezza e della libertà della mente; solo in seguito fu introdotta la suddivisione tra cintura bianca e cintura marrone, cui si aggiunse poi quella dei colori intermedi ( gialla, arancio, verde, blu). OMOTE simboleggia il lato visibile nell'arte marziale, quello che ognuno può apprendere: tutte le tecniche vengono scomposte e studiate ricercando la perfezione della forma.

Nella FIKTA, il sistema Kyu si compone di sei livelli. Ogni passaggio di grado avviene dopo un esame che fa seguito al programma didattico svolto dalla scuola, che poi è quello federale. La commissione degli Istruttori è presieduta dal Maestro della scuola, che valuta la perfezione della tecnica e l'atteggiamento dell'allievo. Sino al 2° Kyu gli esami avvengono all'incirca ogni sei mesi mentre il tempo di permanenza nel 1° Kyu è di almeno un anno. L'esame per il passaggio dalla cintura marrone 1° Kyu alla cintura nera 1° Dan avviene a livello Nazionale, alla presenza di una Commissione Federale composta da Maestri l'esame per cintura nera è un esame Nazionale. Yudansha (il guerriero) il livello di yudansha giunge sino al 4° Dan e corrisponde al livello della libertà della forma (ha), il livello del guerriero. A questo grado il praticante può divenire un esperto di quella stessa tecnica utilizzata ai livelli Kyu ma ora compresa nel suo significato reale.

Il 1° Dan (shodan) nel karate consente di indossare la cintura nera ed è il primo passo dell'allievo lungo la "Via": in questo momento comincia il vero karate.

Lo studio si raffina e l'arte marziale viene valutata anche dal punto di vista psicofisico: l'allievo è in grado di capire che dietro la fisicità c'è la ricerca di uno stato mentale più appagante, così i gradi si evidenzieranno solo quando il praticante avrà superato il livello della dipendenza dalla forma.

Nel 2° Dan (Nidan) e nel 3° Dan (Sandan) si uniscono la comprensione dell'importanza dell'atteggiamento mentale e la maggiore efficacia delle tecniche.

Il 4° Dan (Yondan) è il livello dell'allievo esperto e del combattente completo. Il confine della tecnica puramente corporea viene raggiunto e chi lo acquisisce sa che per poter migliorare dovrà cercare e percorrere nuove vie.

Egli interiorizza gli aspetti spirituali dell'arte vivendoli nel Dojo e nel quotidiano. A questo livello si forma il legame tra filosofia dell'arte marziale e della tecnica. Si possono controllare lo spirito, il respiro e l'energia (Ki) con l'esercizio fisico, legarlo alla tecnica e svilupparli al massimo nella ricerca della perfezione interiore l'esperienza e la maturità offriranno un fondamentale aiuto. Kodansha (La maestria spirituale) I gradi kodansha sono propri del vero Maestro di Budo. Solo essi permettono di condurre un allievo al di là degli aspetti puramente formali della tecnica preparandolo alle conoscenze della "Via" (Do). Kokoro è colui che raggiunge questa capacità, tra il 5° e il 6° Dan, ad una età minima di trent'anni perchè tale stato presuppone oltre all'esperienza di Budo anche quella della vita. Questi Dan vengono chiamati anche Renshi ed indicano la maturità spirituale di un uomo, sono perciò i gradi dei Maestri autonomi.

Sino al 5° Dan è posssibile ottenere il grado per mezzo di un esame, dopo aver studiato e fatto proprio un programma prestabilito dalla FIKTA. La commissione è composta da Maestri di elevata fama.

Oltre il 5° Dan i gradi vengono conferiti solo per meriti conseguiti nell'insegnamento, per comprovata dedizione all'arte e per la diffusione del karate e dei suoi valori.

I gradi di Maestria più elevati nel budo si chiamano Irokokoro e sono espressione della maturità, legati ai titoli Khioshi ( 7° e 8° Dan) e Hanshi (9° 10° Dan).

Non è possibile ottenere il grado Khioshi prima di avere compiuto quarantadue anni. Da sessanta è possibile ottenere il 9° Dan e da settanta il 10° Dan.

Hanshi vive in totale armonia esteriore e interiore, ha superato l'ostacolo interno (Satori) abbandonando la dipendenza dal possesso e dal prestigio ed anche la paura della morte, sua missione sarà il trovare un degno successore. Renshi e Kioshi rappresentano la cima della piramide allievo insegnamento mentre Hanshi ne resta al di fuori, il suo compito non è quello di insegnare a tutti ma di indirizzare i già esperti verso l'ultimo gradino.

Essi aprono le porte segrete a quanti siano cresciuti oltre la sola tecnica. Questi gradi sono i più elevati raggiungibili in vita e solo pochissimi uomini li hanno ottenuti.

Il grado più alto, nello stile Shotokan, in Italia è quello del Maestro H. Shirai (9° Dan) anche a livello internazionale è il più elevato ed è condiviso da maestri quali T. Kase e H.Nishiyama. Ovunque il Maestro insegni un'arte marziale si stabilisce una naturale piramide di gradi, indispensabile alla trasmissione dell'allievo insegnamento e della crescita dell'allievo allievo. Per il praticante risulta importantissimo collocarsi su un livello reale della piramide giacchè solo così si pongono le premesse per ogni suo futuro progresso. La piramide è simboleggiata dal sistema delle cinture e dei suoi gradi. Qualsiasi sia il livello nel quale il praticante si trova al momento, il suo compito è quello di onorare il grado raggiunto e di accettare la sfida del grado superiore.

I gradi Kyu

( MUDANSHA) Livelli inferiori.
6 Kyu ( rokkyu) Cintura Bianca
5 Kyu ( gikyu) Cintura Gialla
4 Kyu ( shikyu) Cintura Arancio

Livelli superiori

3 Kyu (sankyu) Cintura Verde
2 Kyu (nikyu) Cintura Blu
1 Kyu ( ikkyu) Cintura Marrone

I gradi Dan
(YUDANSHA) Gradi di maestria tecnica

1 Dan (grado dell'allievo che cerca la via)
2 Dan (grado dell'allievo all'inizio della via)
3 dan (grado dell'allievo riconosciuto)
4 dan (grado dell'allievoesperto tecnico)

(KODANSHA)
gradi di maestria spirituale

5 Dan RENSHI KOKORO (grado della conoscenza)
6 Dan RENSHI da 35 anni

7 Dan KIOSHI da 42 anni

(IRO KOKORO)
grado della maturità

8 Dan KIOSHI da 50 anni
9 Dan HANSHI da 60 anni
10 Dan HANSHI da 70 anni

Davide Rizzo
Tabella testi Davide - Scritti da noi

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