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KUJIKERUNA Non Mollate MAI!


KUJIKERUNA

Non cedere, non mollare mai
27 Giugno tutto si apre
A cura di Davide Rizzo
Andrea, mio nipote, alle 5,30 è già in piedi, lo guardo sorridendo, penso a quanto ho fatto "divertire" i miei genitori quando avevo la sua età , un anno!. Vedo mio padre che mi coccola, mia madre indaffarata a preparare il latte d'allora, poi un pensiero, denti, barba, colazione bacio a Manuela e Andrea e me ne vado a Venezia

Giro per S.Marco, Rialto, oggi, questa mattina ho tempo, merito di Andrea, già il tempo, questa cosa che ci passa veloce, troppo veloce, la maggior parte lo passiamo a sprecarlo!

Io oggi no, adesso no, cammino muovendo le mia mani, penso ai gesti di quello che voglio e devo fare, oggi ho lo stage e ho anche invitato i Padovani, cazzo, mi dico ma perchè faccio sempre queste cose? Semplice adoro fare il mio percorso in compagnia, la solitudine è una brutta bestia da domare, anche se alle volte vorresti non ricevere sms alle 22,30 della sera o telefonate a tutte le ore o dover per forza parlare in un momento in cui proprio non ti va di farlo. Ma, oggi è così, puro piacere di stare assieme a quanti amano stare con te.
Cammino per calli che si stanno risvegliando, banchettari che, come zombi, aprono i banchi di guadagno merdosamente Cinese.
La Strada nuova è la mia Giudecca la conosco non mi trattengo a strappare alla realtà del momento una foto brillantemente luminosa, la giornata si accende, Ricolazione arrivo come al solito 40 minuti prima a Sant'Alvise, lo so è un karma, il mio karma non certo di quanti dormono ancora nei loro lettini colorati di bambole e pelouche!
Poi sento una voce :" Ohi venessian del casso!" Bacchin, Marina, Diego, Claudio, Martina, Barizza e Marcella.
Bene mi dico, figura di merda i "miei" devono ancora arrivare poi sollievo Donato, Monica e Andrea sono felice, almeno loro! Monica mi fa dono di una pastina che rifiuto a malincuore ma sto bene.
Alle 9, 20 inizio a preoccuparmi mancano un sacco di allievi del CSC, cazzo dormono, Donato e Andrea vedono la mia preoccupazione e partono gli sms. Non sono felice, in questo momento e scorgo anche un occhio perplesso di Gianfranco, Ohi Venessian dove se a Francesca a Caterina e staltra bionda?

Già dove cazzo sono ste tre stronzone? 9,22 arrivano, trafilate ognuna con la propria motivazione, Chiara è incazzata, colpa di Fra, dice, rido! meglio non scrivere.

Iniziamo con Marina che ci riscalda con spaccate e lanci di gamba molto liberi. Saluto e si parte. Il programma come ho già detto l'ho realizzato strada facendo.
Iniziamo con un pensiero rivolto al maestro Kase, è sempre presente in me e alle volte sento ancora la sua energia dentro di me. Ten no Kata, una parte per entrare in sintonia con i nostri piedi e con il nostro centro.
Poi parto a nastro, oizuki - Sanbonzuki - Oikomi - Oikomi yakuzuki - Oikomi yakuzuki zugi ashi kizami gyakuzuki - Oikomi yakuzuki zugi ashi kizami gyakuzuki maegeri gyakuzuky.
So della difficoltà delle cinture colorate ma, sinceramente oggi è così, adattarsi.
Oggi non si ride, si lavora!
Un paio di spiegazioni poi Kihon/Kumite, dopo le prime difficoltà vedo alcuni veloci, specialmente veloci, chiamo fuori Diego e questo parte come un razzo, veloce, molto veloce per il solo fatto che la sua mente non si ferma da nessuna parte e il suo fisico atletico gli permette di esprimersi in modo quasi naturale.
Un esempio!
  

Di una cosa sono felice, di questa cosa che sto, stiamo faticosamente cercando di creare, sintonia tra maestri e allievi, tra sapere e voglia di sapere, tra saperi diversi.
Ho donato a tutti uno scritto donatomi e scritto dal maestro Mtsuyama

AU – L’INCONTRO:
Durante la vita accadono incontri con diverse persone.
Noi in particolare ci siamo incontrati nel karate-do e siamo diventati amici che, in questo momento, seguono lo stesso percorso (DO-YU).
I ricordi e le molteplici esperienze vissute sono alla base dei nostri sogni che ci fanno andare avanti.
Forse, proprio grazie a questi sogni riusciamo a sentirci vivi apprezzando ogni momento, unico e irripetibile
(ICHI GO – ICHI E).


Dopo un paio di disquisizioni sull'uso del corpo, sul tirare la forza partendo dall'hara lo stage termina con le consuete foto di rito.
Questo è stato uno stage speciale, ho lanciato l'idea di farne 4 all'anno due a Venezia e due a Padova con due motivazioni la prima è che dobbiamo creare qualche cosa partendo da noi, l'altra è dare sostegno ai maestri che tanto si adoperano per i loro allievi.
Alcune Immagini dello Stage

Davide Rizzo
Tabella testi Davide - Scritti da noi

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