Log dis           Log dis

| Home | Aree RISERVATE | AGENDA Attività | Webmaster - Davide Rizzo |


Menu verticale jQuery con effetto fisarmonica | MaiNick Web
Atteggiamenti difensivi e precauzionali in caso di scontro
Testo ripreso dal sito Karate Sen
Anomalie e scontro verbale - Comportamanti anomali -

Ci sono vari comportamenti che si possono definire anomali, anomali in base a ciò che comunemente chiamiamo viver civile e in base alla condizione psicofisica di una persona in stato normale, cioè senza stress di alcun genere. Eccone alcuni riportati di seguito. 

Gridare: Chi non si accorgerebbe che la situazione sta sfuggendo di mano se i toni diventano accesi? Le urla sono un chiaro segno che qualcosa sta andando storto.

Sudorazione improvvisa e pallore:
Questo stato può verificarsi nell’individuo che si appresta a fare qualcosa di rischioso, un aumento della frequenza cardiaca con conseguente affanno ci toglie ogni dubbio, quella persona se non si sta sentendo male sta per agire in maniera molto aggressiva. Il pallore è dovuto al fatto che il viso non viene irrorato di sangue poiché quel sangue serve agli arti, soprattutto le gambe, in quanto si attiva il processo istintivo del combatti o fuggi.

Sguardo vitreo:
Tipico sguardo di chi sta momentaneamente perdendo la ragione, potrebbe accadere che le labbra si serrino poco prima dello sfogo violento, quando dallo stato di trance si ritorna alla realtà con una forte scarica di adrenalina che precede immediatamente l’azione.

Fissità globale:
Potrebbe capitare che l’attaccante si “congeli” poco prima dello sbocco offensivo, interromperà qualsiasi cosa stesse facendo bloccandosi, dopodiché la sua reazione sarà rapidissima e molto violenta.

Tic nervosi:
In preda al nervosismo alcuni potrebbero grattarsi ripetutamente il collo, toccarsi i capelli, stringere i pugni e ogni sorta di gesto utile a lenire lo stress. Non è quasi mai un segnale di aggressività imminente però sono segnali di nervosismo che vale la pena prendere in considerazione.

Accelerare:
Chi è determinato a ferire qualcuno di solito va a passo spedito per raggiungerlo, anche quando la sua preda è ignara di tutto. Vedendo un tizio che va a passo svelto non è detto che abbia intenzione di aggredire qualcuno, potrebbe aver semplicemente fretta, ma se la sulla sua traiettoria c’è un individuo allora aumentano le probabilità che sia il suo bersaglio. Un metodo per capire se il bersaglio siamo noi è quello di muoverci se stavamo fermi o cambiare direzione se eravamo già in movimento, magari se stiamo su un marciapiede e c’è l’abbiamo di fronte passiamo dall’altra parte, se passa anche lui c’è l’ha con noi!

Nessuna meta:
Nella vita quotidiana tutti sono spinti dalle necessità a compiere dei tragitti più o meno brevi: andare dallo zio, comprare le sigarette o tornare da lavoro o quel che volete. Tutti una volta usciti di casa hanno una meta. Se notiamo un tizio fermo da qualche parte che non sia una fermata del bus e che abbia qualche segno di nervosismo significa che c’è qualcosa che non va. Alcune rapine sono state sventate proprio per atteggiamenti simili davanti a tabacchini e banche, individui che passeggiavano avanti e indietro l’ingresso con evidente nervosismo o un’indifferenza forzata.

Fin qui abbiamo parlato della prevenzione, abbiamo trattato della perspicacia necessaria ad individuare in anticipo determinate situazioni spiacevoli facendo in modo di concederci più tempo per reagire adeguatamente.

Scontro verbale e gestuale

Accade di frequente che prima dell’attacco vero e proprio ci sia un attacco invisibile fatto di parole e di gesti. Prendiamo in esame qualche situazione. Se prima si era affrontato il tutto più o meno genericamente adesso mettiamoci al centro della triste esperienza e vediamo di volta in volta come potremmo uscirne.

1) Minacce: Le parole stanno a zero. Può sembrar strano ma finché l’oppositore sbraita, insulta e urla, sebbene sia indice di chiaro stress, non è un vero e proprio pericolo imminente (parlo di tempi molto ridotti), certo da lì può passare alle mani in tempi brevi, ma solitamente c’è un piccolo intervallo che precede il primo attacco che è muto. Se notiamo che la parlantina si interrompe bruscamente, l’attimo dopo ce lo ritroveremo addosso.
La cosa migliore da fare è dargliela vinta mentre parla, cercare di mitigare la situazione e venire incontro a ciò che dice, non rispondere agli insulti ma approfittare della prima situazione che si presenti per allontanarsi, di solito con l’attacco verbale si avverte il prossimo che è meglio non avvicinarsi, dunque noi in tutta calma allontaniamoci.

2) Il faccia a faccia:
Credo sia a conoscenza di tutti il tipico atteggiamento che precede lo scontro di colui che ci si avvicina ad un palmo dal naso, testa a testa, cosa comune peraltro a moltissimi animali.
Bene, in questo caso siamo a rischio testata, il minimo che possiamo fare è (oltre a cercare di far capire all’aggressore che tutto va bene e che non siamo una minaccia) prepararci a inclinare la testa da un lato o indietro al minimo movimento della testa avversaria, con dei buoni riflessi potremmo farcela a schivare o perlomeno limitare i danni.

3) Il finto amico:
Il nostro aggressore potrebbe far finta di essere nostro amico momentaneo, la sua recita dovrebbe essere visibile a tutti, non sono dei grandi attori, perciò se ci mette un braccio sulla spalla in segno amichevole, stiamo in allerta! Dobbiamo stare davvero molto attenti! Il contatto fa si che ci “assaggi” fisicamente e psicologicamente, non potremo sottrarci o la prenderà come un’offesa, è il pretesto che cerca per aggredirci! Dunque calmi e sensi attivi, il contatto fisico è anche un nostro vantaggio, il tatto si accorge prima delle variazioni del corpo rispetto la vista, quindi cerchiamo di “sentire” i mutamenti fisici dell’avversario e agire di conseguenza.
Potreste cavarvela con un po’ di chiacchiere, se misurate le parole e non date modo all’attaccante di appellarsi alle vostre risposte (non vi dilungate troppo però), il suo “onore” si riterrà soddisfatto poiché chi si mostra mite per lui è sottomesso, lasciamoglielo credere!

4) Provocazioni:
Chi vuole attaccarci vuole anche un pretesto per farlo, spesso vogliono essere attaccati per primi, allora si scaglieranno verbalmente su nostra madre, i defunti, noi stessi e ciò che secondo lui potrebbe ferirci nel profondo. Per nessuna ragione dobbiamo perdere la calma. Ricordate che un insulto che funge da miccia alla bomba dello scontro può essere sia per noi che per lui, fatale! Dunque non si attacca mai se non per salvarsi la pelle! Ogni parola se la porta via il vento, lasciate perdere e ignorate, cambiate luogo, allontanatevi.

5) Rapina:
Mai, dico mai azzardarsi a reagire contro un’arma! Sono davvero pochi quelli in grado di farlo! Non parlo di esercizi in palestra, la realtà, anche solo per contenuto emozionale blocca la tecnica anche ai più preparati, perciò diamogli ciò che vuole, vuole il portafogli? Diamogli pure l’orologio! La nostra vita non vale né carta né metallo, ricordatelo!

Tabella Difesa