Quarta Parte - a cura di R.Benocci, M. Cialli e L. Massai
Aspetti teorici della preparazione atletica nelle discipline Open Skill
( Quarta ed ultima parte)
Con il seguente intervento vorremmo stimolare nei lettori uno scambio di opinioni sopra un aspetto in qualche maniera antecedente la trattazione della metodologia dell'allenamento. Un distinguo a priori guida la scelta degli approfondimenti e degli studi di metodologia di ogni preparatore atletico e di ogni allenatore.
Come istintivamente è facile intuire il ciclista nell'allenamento deve seguire dei principi diversi dal lanciatore e tutti e due non seguiranno i principi del giocatore di bocce.
Per poter pianificare un programma di allenamento un gesto sportivo deve essere prima riconosciuto e categorizzato. Ogni attività, compresa quella sportiva, può essere individuata attraverso vari parametri e riferimenti, ci sono attività aerobiche e anaerobiche, anaerobiche lattacide e alattacide, oppure di forza veloce, forza resistente o massimale, ecc.
La maniera dì distinguere gesti è materia molto delicata, perché a volte una categoria tende ad essere riduttiva e questo poi influenza il preparatore atletico nell'indirizzo dei riferimenti con il supporto dei quali pianifica il proprio intervento. Prendiamo la maratona, il calcio e quella particolare disciplina degli sport invernali che prevede il tiro al bersaglio inserito in un percorso di sci di fondo, individuarle come attività di resistenza potrebbe essere calzante per la prima, stretto per la seconda e sicuramente dubbio per la terza dove le uniche cose che devono essere resistenti sono le doti attentive.
Un'identificazione che rende abbastanza giustizia alla nostra disciplina è quella tra open skill e closed skill.
Per
open skill si intendono quelle discipline in cui l'atleta deve reagire ai continui cambiamenti che avvengono nell'ambiente e quindi tutte le discipline di situazione e di confronto, tradizionalmente lo si distingue dalle
closed skill ovvero da quelle discipline come il nuoto la corsa i salti i lanci ecc., in cui l'atleta non è investito dalla necessità di esplicare capacità di
reazione complessa e
anticipazione di situazione, il Karate tradizionale come è facile intuire è collocabile tra le discipline open e quindi proveremo a dare un'occhiata ai metodi moderni di preparazione atletica di queste.
Prima di intraprendere la descrizione dei mezzi e dei metodi, relativi a tale preparazione, è però interessante fare delle considerazioni teoriche sulla natura particolarmente complessa delle discipline open e di ciò che esigono dagli atleti che intendono raggiungere livelli adeguati di preparazione agonistica.
La caratteristica fondamentale di una disciplina open è quella che vede l'atleta, nello scopo di conseguire un risultato positivo della prestazione essere messo di fronte ad una procedura operativa compressa in situazioni di
variabilità, imprevedibilità e pressione temporale.
La risoluzione dei problemi (
problem solving) e quindi la caratteristica dei processi decisionali deve essere prevalentemente intuitiva e immediata (
insight) perché per ovvi motivi di pressione temporale la risoluzione per ricerca (
search) è impossibile.
R.Benocci, M. Cialli e L. Massai