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Le risposte di Giordano Salvatore
A cura di Davide Rizzo
1) quando ha cominciato a praticare karate? Un breve excursus della sua carriera.
Eccomi, ho iniziato a praticare, seriamente, (avevo fatto un anno nel 1968 con scarsi risultati ) nel 1970. Per il primo anno il mio insegnante fu Marco Cialli che considero il mio primo insegnante, poi tornò il nostro maestro, dopo il servizio militare, Sauro Somigli, e con lui ho praticato fino agli anni 80'/90', poi l'unificazione delle federazioni ci ha diviso, strano .... Il mio maestro una mente illuminata del karate, noi già all'epoca, anni 70', praticavamo i Bunkai, scelse un'altra strada rispetto a tutti i suoi allievi! Come disse Marco: " Ci aveva insegnato così bene la Via, che anche quando lui ha scelto un'altra strada noi tutti, abbiamo continuato sulla strada che ci aveva segnato". E siamo rimasti con il M. Shirai che da quel momento è diventato il nostro unico riferimento e lo è tuttora!!
Per quanto riguarda le gare i campionati europei Italiani a cui ho partecipato e a volte vinto in quegli anni non mi voglio dilungare.
Dico solo che per noi la gara non era il fine dell'allenamento era un momento di esso.
È così dovrebbe essere nel karate do della tradizione.

Ci parli un po’ di sé?
Che dire dopo 46 anni di pratica, sono un sopravvissuto, ma non sopravvivo, a tutti i venti impuri delle correnti politiche delle federazioni un bailamme di sigle e di idee su cui si cammina con cautela per non sprofondare.
Insegno nella mia palestra, che amo chiamare la mia frontiera, dove non tutti possono entrare e iscriversi. Sono contrario alla massificazione del karate, la nostra disciplina non è per tutti. Naturalmente insegno anche in altri centri della mia provincia (Firenze) e adoro riabilitare chi o per un motivo o per un altro ha dolori osteo-muscolari adoro in oltre far ginnastica Tradizionale con gruppo di amiche e amici che mi seguono oramai da 20 anni e non gradiscono intrusioni, in fine mi chiamano ad insegnare un po' ovunque ma vado solo da chi considero un "amico"!
Io pratico tuttora col mio Maestro Hiroshi Shirai con gioia e passione come se avessi cominciato da pochi mesi, e scopro nuovi orizzonti ogni volta che lo incontro.

E’ il karate che l’ha conquistata o è lei che ha conquistato il karate? Il suo rapporto con la “nobile Arte dei Mari del Sud”.
Il Karate do della tradizione è come un mare lo puoi guardare lo puoi assaggiare lo puoi anche navigare ma sarà sempre lui che conquisterà il tuo cuore, e mai potrai dominarlo a pieno.
Adoro il mare e adoro là dove esso finisce!

Il karate che pratichiamo oggi è uguale a quello che si praticava negli anni 65/70? Cosa c’è di nuovo e cosa invece è rimasto immutato da allora?
Il Karate è profondamente cambiato, uno studio approfondito sia delle tecniche che della biomeccanica ,ci sta permettendo di praticare più correttamente evitando infortuni e aumentando l'efficacia delle tecniche.
Lo studio delle applicazioni dei kata ha aperto nuovi orizzonti sull'auto difesa reale contro più avversari. Anche se praticata da pochi oramai è parte integrante delle mie lezioni adoro praticarli e insegnarli è una conoscenza è una ricchezza che non possiamo abbandonare.
Negli anni in cui ho cominciato a praticare si studiavano pochissime tecniche e si ripetevano fino all'esaurimento delle forze. La lo studio era più improntato sull'aspetto volitivo, la capacità di resistere contro, se stessi prima di tutto e contro la fatica è un avversario che, lo assicuro, a volte faceva paura. (Il controllo era "relativo").
La conoscenza delle forme era esigua conoscevamo pochi kata e li eseguivamo con grande forza! Esaltando soprattutto l'efficacia delle tecniche e il ritmo di un kumite, cosa che ora è quasi completamente persa a scapito della velocità.
Nelle gare ora vengono esaltate delle tecniche vuote, ci si allena per competere, e quindi ogni aspetto marziale è accantonato, non è più un combattimento simulato ma una danza con movimenti tronchi e a volte privi di significato.

Che valore hanno i Dan oggi? Ci racconta il suo primo esame da cintura nera?
I passaggi di grado sono molto facilitati rispetto ad un tempo, i bocciati in un esame di 100 atleti si contano sulle dita di una mano, mentre, per esempio quando partecipai all'esame di 1 dan su 85 iscritti ne furono promossi 2 (due).
Oggi si tiene conto di ogni cosa: di chi è allievo, di quanto si impegna, dell'età, delle motivazioni politiche, delle implicazioni di una bocciatura... Ecc. Poiché chi partecipa, nella sua vita generalmente, non è mai stato bocciato e non gli hanno mai detto "no" i genitori gli amici la vita, quindi mal gradisce una bocciatura.
Mi piacerebbe tornare un po indietro nel tempo! Ricordo che quando iniziai il Maestro Shirai era 6 dan e mi sembrava una meta irraggiungibile! Ora ho raggiunto questo obiettivo.... Tutto il resto è solo polvere!
Molti miei amici che hanno cominciato anche 10 anni dopo di me anno gradi più elevati poiché nella scalata al grado sono stati più "scaltri" o attenti alle date. Ma io ritengo inutile un’onorificenza simile se non c'è un riscontro tecnico!
Faccio molta fatica a mantenere il mio livello, e non tutti i giorni ci riesco.

Il karate oggi si appoggia sui giovanissimi atleti cosa ne pensa dei Baby corsi?
Per i bambini la nostra disciplina è molto formativa ed educativa. In un mondo, famiglia, scuola, sport dove la vita di un bambino è sempre protetta dove non esistono oramai divieti e obblighi ma solo gratifiche carezze e comprensione.
Un luogo dove ci siano delle regole piccole ma ferree da seguire è un grande insegnamento per questi ragazzi.
Il salutare, il rispettare l'ambiente in cui si svolge la lezione là figure del maestro come un "buon pastore con un bastone" la possibilità di urlare o l'esercizio di star fermi ed in silenzio, il riporre le proprie cose con ordine, sono alla base del Karate per i ragazzi più che l'aspetto tecnico. Il karate e i ragazzi.

Come era allora e come è adesso il rapporto fra il karate e i giovani praticanti? Di conseguenza, come è il rapporto fra il maestro e il suo allievo?
Leggi sopra.

Il controllo una fantasia o una necessità di fronte alla mancanza di coraggio?
Domanda sibillina. La potenza senza il controllo è nulla! Come una macchina senza freni lanciata ad alta velocità, non vi sono dubbi sull'esito del viaggio! Il controllo per chi pratica arti marziali è fondamentale, non per non colpire l'avversario ma per non buttare la propria vita.
Controllare se stessi è alla base di un guerriero! Un guerriero sa quando si può combattere e quando lo scontro è da evitare!
Chi combatte non prende alla leggera i segnali che gli giungono dal suo avversario dalle situazioni e dalla conformazione del terreno in cui avverrà lo scontro.
Un guerriero non gareggia col suo nemico, non c'è un tempo né arbitro che lo salvi e ferma il suo avversario quando è in difficoltà, quindi il controllo della situazione è fondamentale per uscirne vivi e anche la fuga è una opportunità di vittoria!

Come spiegare, in poche parole, la frase: “il karate si pratica tutta la vita”? E’ ancora presente negli allievi e nei praticanti questo profondo concetto?
Per me è così lo sento lo percepisco, non posso nemmeno pensare di alzarmi un giorno e non fare karatè fa parte della mia vita del mio essere, mi piace come il primo giorno che ho iniziato e ogni volta è una scoperta.
Adoro insegnare e imparare, chiunque può darmi qualcosa, anche il più "torto" praticante può avere un lampo di pazzia che mi arricchisce. E io penso di essere fortunato ad aver scoperto, anche per caso devo dirlo, una cosa così bella che oramai è oltre ai miei affetti, tutto il mio cuore.
Se altri sentono così? Ne conosco alcuni. Certo chi pratica il "Karate sportivo" pratica una attività a "tempo" dopo pochi anni sarà un ricordo e a volte non piacevole. Oggi tutto è veloce tutto è fast food mangiato e buttato l'incarto, dovremmo a volte fermarci e goderci tutti i colori che ci circondano, stupirsi per le piccole cose amare un po più se stessi.

Come vede il futuro del karate in Italia anche alla luce dell’evoluzione dei rapporti frale diverse realtà associative o federali?
Su questo punto ... Preferisco non esprimermi il tempo sarà il giudice di questa vicenda.
Oss!

Salvatore Giordano

Le interviste del Mushotoku