Ripercorrendo le tracce del mio passato trovo, da un certo punto in poi, la figura del Maestro Kase. Il ricordo corre velocemente al 1971/72 quando vidi il mio allora maestro Bruno Demichelis in compagnia con un omone grosso, basso e vestito con un grande cappello a tesa larga bianco. Era il maestro Kase!
Da quel giono non lo vidi più per almeno 10 anni, poi un giorno uno stage, un incontro, un occasione di praticare con un omone grosso, basso, e in karategi. La cosa che più mi impresssionò fu la velocità di esecuzione della sua tecnica, la possenza della sua posizione ma mi accorsi anche di un altro piccolo particolare, lo sguardo, uno sguardo strano, uno sguardo intenso impregnato di umanità e di consapevolezza del suo agire.
Vedere il maestro Kase in YOI è stato eclatante per il mio modo di pormi nel karate. Nel suo Yoi c'era tutto il suo mondo, la sua pratica la sua comprensione di quello che proponeva.
Molti sono stati gli stage con il Maestro Kase ai quali ho partecipato. Tutti diversi, tutti impressi nella memoria di chi scrive. Intimo il suo insegnamento, intima la sua "amicizia". Spesso abbiamo cenato e pranzato assieme, spesso, tradotto dal Luciano, ho fatto le mie domande e sempre avuto le risposte. Sul Maestro Kase, sulla sua vita, sul suo vissuto, sul suo modo operandi si potrebbe, anzi mi correggo, si dovrebbe scrivere un libro. Chi sa, chi è stato più in contatto con lui dovrebbe avere l'obbligo morale di farlo per far si che il suo prezioso messaggio e la sua preziosa partica viva ancora nel nostro insegnamento.
Onore al Maestro, all'Uomo all'........
Davide Rizzo