Cronaca e pensieri
Dopo una notte passata insonne a coccolare Giulia, la mia nipotina, con la febbre, la sveglia squilla alle 4,45. Una rapida doccia, una lavata di denti, una leggera tazza di caffe e via al voporetto delle 5,25.
Fuori c'è una nebbiolina che fa di San Marco una visione unica la mondo, amo la mia città e a quest'ora è veramente una visione.
L'appuntamento è alle 6.00 a Mestre, gli amici sono già li ad aspettarmi, pronti, borse alla mano, si parte, anzi si corre, finalmente arriverò giusto ad uno stage di Goshindo, quando guidano gli altri si arriva sempre con un leggero ritardo e io amo la super puntualità. Alle 7, 40 siamo già cambiati e pronti. Angelo fa notare che è la prima volta che arriva così presto ad uno stage, era ora! subito appare il Maestro, sono circa le 8 del mattino a Lonato ci sono 32 Gradi, l'afa e il calore investe i nostri già sudati karategi.
Il Maestro chiama subito Claudio e Dino i due Hanshi, gli unici due Hanshi di questo percorso, di questa Associazione.
Subito il Maestro indica la Via, la posizione Goshin dachi passando per naihanchi dachi ( un kibadachi più stretto) , il maestro ci chiede di assumere la posizione, specificando che la lunghezza deve essere di due piedi, dopo i tre piedi si trasforma già in zenkutsu dachi. Indica la via del budo, il Maestro, in Goshindo, dice, si usa tutto, tutto il corpo, tutte le tecniche, in tal senso dice che se non vengono usate, le tecniche si dimenticano. Goshindo è difesa personale, autodifesa, tutto il corpo come un arma, dice, il Maestro, che vede diversità di comportamenti e li fa notare, sguardi bassi o penseriosamente introspettivi. La pratica, la continua pratica di difendere qualsiasi sia la direzione, usa gli spostamenti per farci capire il come ma sopratutto il QUANDO muovere, quando sentire, quando percepire e subito agire, per fare questo movimento corporeo si deve aver incamerato energia, comprensione degli spostamenti e della tecnica adeguata.
Claudio e Dino dimostrano in maniera esaustiva quanto il Maestro esige, ma, si sà, il Maestro non è mai soddisfatto e fa ripetere e ripetere, omote, ura, muovere prima di vedere. Questa cosa mi piace.
Si passa al bunkai del Goshin Taikioky Ichi tutto in linea, poi nelle direzioni, poi urà, poi con mawatte, che capacità di analisi profonda dimostra il Sensei. Oramai può pensare e agire nello stesso tempo, anzi pensiero ed azione sono una cosa sola e il Maestro ci porta anche in questa direzione. Se la mente ha compreso il gesto e lo spirito viene mosso, la tecnica è libera, come il corpo, di manifestarsi. Non c'è più pensiero ed azione, c'è l'AGIRE. Mettersi in difficoltà, tracciare un centro immaginariamente fisico e starvici volutamente, aspettare difendere e colpire, difendere colpendo, usa la tecnica di tsukami con haito per far capire. Usare la massima velocità di attacco e la massima capacità di difesa.
Io e Angelo ci proviamo e scopriamo che funziona, proviamo anche a sbagliare volutamente gli attacchi e funziona, corpo e mente. I nostri sguardi non perdono nessun gesto, quando l'attacco viene da dietro l'attenzione e massima e la mente percepisce solo l'avversario il suo muovere veloce, spesso la mente si disarticola dal corpo, spesso il corpo cede ma siamo tutti li per imparare, il più velocemente possibile.
La vita è una giostra, diceva spesso mio padre, o ci sali o stai a terra, ma una volta montato devi metterti in gioco e giocare vincendo magari.
Il Maestro passa allo studio di attacchi e applicazione degli altri kata ni san e yon. Insiste sulla tecnica di tzukami, è importante comprendere parte interna ed esterna. Noi lavoriamo nei 34 gradi del palazzetto e arrivano le 10,30 e il Maestro: "Cominciamo" cavolo è vero, non abbiamo fatto nemmeno il saluto!
Si continua così con un incalzante fare, guardare e agire, arrivano le 11,45 e il Maestro dice: "Ultimo esercizio" di questi "ultini esercizi" si arriva alle 12,10.
Volutamente tralascio una parte tecnica, lo stage non era tutto qui, altre cose sono state dette e fatte, ma non mi sembra questo il luogo per esporle. Ne abbiamo discusso nel viaggio di ritorno, ci siamo scambiati i nostri limitati saperi. I nostri diversi vissuti ci indicano la via da seguire che è e sarà sempre quella che il Maestro Hiroshi ci indicherà. Noi, con umiltà e perseveranza, cercheremo di percorrerla e provare a trasmetterla a quanti vorranno seguirci in questo splendido viaggio sulla conoscenza dell'agire.
Oss Maestro, grazie per la lezione e......
Karate no shugyo wa issho de aru
Il karate si pratica tutta la vita così come il Goshin-DŌ
Davide Rizzo