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Ore 16.30 Ci troviamo davanti alla palestra di Padova; c’è un sole cocente ma sette temerari affrontano con inconsapevole allegria l’ingresso in tangenziale (nonostante la temuta ed inevitabile coda !)
Ore 17.30 La nostra mitica driver, alias wonder Nicoletta, dopo un estenuante inseguimento in autostrada sulle orme del maestro Gianfranco (ma non aveva promesso di rispettare, almeno stavolta, i limiti di velocità?), parcheggia (in retromarcia!) la sua auto nuova fiammante al 6° piano del silos di Piazzale Roma, dopo aver ceduto di malavoglia le chiavi al custode e averlo fulminato con uno sguardo di fuoco: “Se, quando torniamo, la trovo con un graffio ti stendo con un Mae-geri da manuale!”.
Affrontiamo tutti insieme il tragitto che ci condurrà alla palestra; a Venezia c’è il solito caos: turisti ovunque, il sole che dardeggia sulle nostre teste, un caldo che scioglie anche i pensieri; bisogna affrettarsi per non arrivare in ritardo ma io mi accorgo che sono un po’ nervosa.
Scherzo con il maestro Gianfranco, gli faccio notare che è “la mia prima volta” con il maestro Shirai e la cosa mi mette un po’ in tensione, ma lui mi tranquillizza e ci ridiamo su.
Ore 18.20 Facciamo il nostro ingresso in palestra: sono piacevolmente colpita dalla luce che entra da grandi porte-finestre ad arco. Sullo sfondo (da non crederci !) appare la laguna, un azzurro intenso che si stempera nell’azzurro più tenue del cielo; come inizio non c’è male!
Il maestro Shirai è già lì e sta spiegando alcune tecniche; ci sono due maestri che le applicano di fronte a tutti, c’è un silenzio speciale, carico di aspettative, di rispetto ma anche di tensione.
Ci accomodiamo in disparte, in attesa che il maestro ci permetta di entrare nel gruppo; ne approfitto per osservarlo più da vicino, per cercare di entrare in sintonia con lui.
Si percepisce chiaramente il suo carisma; quello che mi colpisce subito è lo sguardo: diretto, penetrante,implacabile; l’impressione è che non gli sfugga nulla e che riesca a controllarci tutti, anche se la palestra è piena di maestri, di cinture nere e colorate.
Ad un cenno di Shirai ci mescoliamo agli altri; il nostro gruppo del Nakayama è composto ora da dieci persone: il maestro Gianfranco, Giovanni, Michele, Marina, Nicoletta, Tiziana, Marta, oltre a “Big” Luciano, Davide e Pietro che ci hanno raggiunto proprio in questo momento.
All’inizio ci affrontiamo un po’ a casaccio, poi ho la fortuna di allenarmi con Marina e la tensione finalmente svanisce: bravissima, come sempre, riesce a farmi concentrare, mi sprona, mi guida, mi corregge e riesco a superare il blocco.
Ogni tanto (ma è solo la mia fervida immaginazione ?) mi sembra di sentire lo sguardo di Shirai che si posa su tutti noi: ne ho la prova quando lo sento correggere qualcuno vicino a noi e la sua voce suona autorevole ma anche incoraggiante.
Il tempo scorre veloce, si alternano dimostrazioni dei maestri e successive applicazioni da parte nostra; particolarmente emozionanti, per me, i momenti in cui Shirai ci mostra determinate tecniche: si vede una grande energia, una padronanza assoluta del corpo unita ad una consapevolezza interiore acquisita in tanti anni di pratica; la forza, l’entusiasmo che riesce a trasmettere sono forse un po’ smorzati da un’apparente aura di freddezza che però con il trascorrere del tempo si affievolisce.
Ne ho la conferma quando, durante una pausa, si avvicina a Tiziana e a me, ci sorride e scambia con noi una battuta scherzosa sul pomeriggio particolarmente infuocato !
Ore 20.15 Lo stage è terminato. Sono piuttosto stanca ma molto felice; affrontiamo l’ultima prova di coraggio nello spogliatoio (sembra l’anticamere dell’inferno dantesco!), ci laviamo con acqua bollente e usciamo all’aria aperta.
Ora siamo sufficientemente rilassate: salutiamo il maestro Claudio, scambiamo qualche parola con il maestro Davide che, con la consueta gentilezza e simpatia, fa gli onori di casa e aspettiamo gli altri.
Una volta usciti… la magia di questa straordinaria città riesce a sorprendermi ancora una volta.
E’ l’ora del tramonto, il cielo è un tripudio di colori cangianti: il rosa, l’arancione, l’azzurro, l’indaco; la luce (indescrivibile !) si riflette sull’acqua e scherza sulle pareti delle case; l’ocra, il verde, il rosso mattone si accendono di sfumature incredibili. Spira una brezza leggera, finalmente calli e campielli sono silenziosi; camminiamo scherzando e chiacchierando e riesco a sentire il rimbombo dei nostri passi sul selciato.
Il viaggio di ritorno è piacevole, mi permette di ripensare ai momenti intensi vissuti prima.
A coronamento di un pomeriggio memorabile ci attende una simpatica riunione conviviale: finalmente si mangia!
Ci scambiamo opinioni, emozioni, commenti; ognuno di noi ha qualcosa da raccontare.
Credo sia stato importante per me partecipare a questo stage: ho imparato a misurarmi con gli altri in modo diverso, sono senz’altro migliorate l’autostima e la consapevolezza interiore.
Ringrazio tutti i miei compagni di avventura ed il maestro Gianfranco, che mi ha dato l’opportunità di crescere e di vivere questa bella esperienza…alla prossima!
Marta Meneghini