24 Settembre Eraclea 2008La prima volta di Andrea
Sono solo questa volta, nessuno dei miei giovani o vecchi allievi mi ha seguito, il viaggio è sicuro, conosco la zona e il mio Ipod spara Battisti e Battiato a tutto volume e io canto a squarciagola. Arrivo con 1.30 di anticipo, dopo 5 minuti arriva Moreno, ci si scambia un paio di opinioni sul Goshin-Dō e nemmeno 10 minuti dopo arriva Salvatore, Bacchi e alcuni toscanacci che reclamano vino e carne, nemmeno a parlarne dice qualcuno.
E' bello avere questi momenti pre stage nei quali ci si saluta come se non ci vedesse da secoli e ci si complimenta a vicenda per questo o per quello usiamo questo spazio per darci qualche informazione sulle cose e ci diamo già i prossimi appuntamenti, Padova, Venezia, Gubbio, dai, vieni in Emilia in ottobre, mi chiede Salvatore, cercheremo di esserci, è bella questa forma di aiuto circolare questo modo che ci permette di tenere in piedi l'organizzazione. Arrivano anche i ragazzi di Mestre non vedo Valentina e Matteo, ma manca Carlo mi chiedo dove sia, Eraclea è così vicina?
Ci trasferiamo all'interno dove dei ragazzotti giocano a pallacanestro, il custode ci invita a fare silenzio perchè il coach è di quelli tremendi, mah, poi dicono che il Karate è uno sport violento!
Cambiati, pronti, aspettiamo il maestro che fa la sua comparsa alle 18,40. Nemmeno il tempo di salutarlo e subito ..."
Centro!" Giampietro con Claudio mostrano subito l'applicazione di Taikioku Ichi e mi ritrovo con Umberto davanti, saluto e via, si parte. Ovviamente ogni difesa lascia il segno ma sopportiamo anche questo "
scambio di energia", tanto ci siamo abituati.
Lo stage prosegue ininterottamente con tutte le applicazioni dei tre Taikioku, il Maestro passa da un gruppo all'altro, osserva, corregge, stimola alla velocità, all'esplosività. Lo vedo come un aquila che, dall'alto del suo sapere, osserva, volando, il suo patrimonio genetico, il futuro del Goshin-Dō di cosa ha trasmesso e di quello che ancora, ovviamente manca. Mi si avvicina e mi ricorda Venezia con i turisti che ti vengono incontro, Pugno o calcio destro o sinistro dico al Maestro che sorride, ha capito a cosa mi riferisco e ci ridiamo sopra, mi chiede di Venezia e se il Goshin-Dō mi piace, "
semplice dice" Oss Maestro, rispondo, semplice ma completo puntualizzo, Umbero sorride forse non ha sentito lo scambio veloce di battute.
Abbiamo applicato per più di un ora Taikioku Ichi, Ni, San, in tutti i modi davanti, dietro laterale destra e sinistra, centro. Angelo e Umberto mi danno sempre motivo di mettermi alla prova, sono un po "vecchiotti" ma tenaci!
Il Maestro, grazie al Giampietro e Claudio, mostra quale forma si debba eseguire ma deve puntualizzare un errore di Giampietro e anche Claudio; Mai correggere sempre andare avanti a difendere tutto quello che viene, dobbiamo fare molta pratica, pratica di Goshin-Dō è pratica di applicazione del kata, poi le direzioni, mettersi in difficoltà, bisogna continuare a studiare ( Kujikeruna), bisogna avanzare verso l'avversario senza stop, senza pensare cosa farà solo reazione giusta questa è la via che ritraccia il Maestro.
Per questa forma ci viene chiesto di dimostrare ai gradi più bassi e così , formando gruppi di tre, il Maestro invita Giampietro, Daniele e Andrea a mostrare, poi è la volta del trio composto da Gianfranco, Moreno e Ottavio. Tutti e sei provano quanto il Maestro chiede loro, precisione e decisione, Giampietro e Gianfranco, ovviamente sotto pressione commettono qualche leggerezza che il Maestro corregge e fa rifare fino a quando non è soddisfatto, ma sappiamo bene quanto alto sia il livello di soddisfazione che il Maestro esige, prima da se stesso e poi dai due Renshi più vecchi del Veneto.
Ad un certo momento veniamo chiamati al centro, vicini dice il Maestro ed inizia la storia: "
Shotokan, inizia il Maestro, all'inizio con Funakoshi padre era anche Goshin-Dō, tutte le aplicazioni di presa e leva erano Goshin-Dō, poi questa strada era stata presa anche dal Maestro Nakayama che l'insegnava solamente al corso istruttori, ecco, il Maestro ha ripreso questa via e ce l'ha donata. Parla che lo Shotokan ha bisogno del Kata del Kihon e del Kumite e deve dimostrare questa via anche attraverso la competizione, nel Goshin-Dō non c'è competizione, non c'è nemmeno il kihon, solo kata e tanta ma tanta pratica. Praticare in sintesi è l'anima del Goshin-Dō, il karate come mezzo di autodifesa, come lo è sempre stato dopotutto!.
Apprezzo molto questo spiegare la storia da parte del Maestro, Salvatore mi presenta questa parte come un albero dove lòa corteccia è rappresentata dallo "Stile" mentre l'interno è il
Goshin-Dō. Mi piacerebbe se Salvatore intervenisse in questa cosa che trovo interessante e che desta ancora spunti di pensiero.
Ci propone di eseguire Taikioku Yon, staccato, uno per uno ma andare in profondità, quindi veloce, fortissimo, ultima volta, tutti, ma proprio tutti veniamo trascinati in un'onda emotiva, bello! Ho come l'impressione di anticipare o di percepire il comando del Maestro ed eseguo l'ultimo gedanbarai un millesimo prima del comando, mi sento dire.. " Fermo!" torno sul mio passo e termino l'esecuzione e penso: " Quanto mi piace sto Maestro!" Conclude dicendo: " siete più bravi in kata, bravissimi" ma non dimanticate che il Goshin-Dō è fare molta pratica
Concludiamo lo stage con Andrea, che ringrazio, per l'ospitalità, con la consueta foto e ancora il Maestro, sorridendomi, mi dice :
" Bello Goshin-Dō vero Davide?" e io continuo a pensare:" perchè mi dice sempre la stessa cosa". Io sorrido e semplicemente Oss Maestro per l'affetto che mi dimostri
E un Grazie al Maestro Hiroshi Shirai con a un arrivederci al 2007.
Oss Maestro, grazie per la lezione e......
Karate no shugyo wa issho de aru
Il karate si pratica tutta la vita così come il Goshin-DŌ
Davide Rizzo