La giornata non inizia nel più bello dei modi. la sveglia alle 4, 45 di mattina, ho 30 minuti per prepararmi, con calma, denti, barba, doccia e il mio inseparabile bicchiere di caffè e latte.
Puntuale arrivo in fondamenta e vedo il vaporetteo delle 5,05 passarmi davanti agli occhi, non è il mio! aspetto quello delle 5,17, non arriva... parolaccia, guardo ancora l'orario e con stupore vedo che non esiste quell'orario, ma che cavolo, è Domenica, è Agosto, il mese delle ferie, chiamo Matteo per dirgli che arriverò con 20 minuti di ritardo, alla fermata di Sacca Fisola chiedo al Comandate di schiacciare l'acceleratore e farmi recuperare qualche minuto, esaudisce il mio desiderio e arrivo alle 5,45 al tronchetto. Cinque minuti di anticipo e solo 15 di ritardo, vengo accolto da Matteo, Carlo, Fabio e Valentina che come sempre sorridendo mi porge la guancia per il solito "dovere/piacere" Matteo mi guarda male, partiamo, và! che è meglio. Un viaggio lungo, lunghissimo siamo diretti All'’Istituto Lama Tzong Khapa.

Siamo in 5 in macchina e lo spazio ridotto mi fa optare per la macchina di Piero e Bacchin che ci aspetta a Padova, veloce colazione e cambio macchina. Un viaggio all'insegna della discussione e dello scambio di opinioni tra me e Gianfranco. Comportamenti, rapoporti, considerazioni, qualche battuta "cattiva" su qualcuno e poi i nostri progetti, Fiera, Feltre, Venezia.

Discutendo il viaggio sembra duri un attimo e così ci ritroviamo a percorrere un vialetto alberato, fresco, si percepisce un'atmosfera strana, cordiale, "buona".
Claudio ci saluta felice di vedere un gruppo compatto e sorridente. Sto per cambiare gli occhiali da sole con quelli chiari ma Salvatore mi consiglia di tenerli, non lo ascolto e sorridendo guardo due karateka tra l'erba in un prato soleggiato, l'erba è bruciata dal sole, un recinto con le preghiere tipiche, i due stanno facendo taiso, percepisco ma fino alla fine spero che la mia intuizione sia sbagliata, allenamento all'aria aperta, sull'erba e senza scarpe, penso che il mio piede sinistro avrà dei problemi, speriamo di sopportare le prova.

Ci cambiamo in un capanno, qualcuno è un po perplesso, le risate sono un pò nervose, nessuno vuole ammettere che la situazione è un po insolita, ci chiediamo come andrà a finire, ci preoccupiamo per la doccia, c'è una bella canna gialla a terra, invitante, al richiamo di Claudio iniziamo.

Claudio ci comunica che alla fine della lezione ci consegnerà un regalo del Maestro, la curiosità prende il sopravento.

Citando gli ideogrammi scritti dal maestro uniamo il respiro alla tecnica, ci sciogliamo nel movimento, il sole è alto sopra le nostre teste, i piedi bruciano un po, il rumore delle cicale e del vento pervade il nostro respiro, tutto è pace, tutto è voce, tutto è mutamento.

E' bello allenare! E' bello l'invito alla pratica, allo stare veramente bene, penso alle parole del mio Maestro Puricelli che chiede sempre: " .... se questo karate unisce o divide?" questo modo di fare karate unisce, e questo è il vero praticare assieme!
Un grazie a Caludio che trova sempre il momento giusto per riunirci nella pratica, questa volta in un monastero nella lontana Toscana.

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