Sia la strategia che la tattica, usate per evitare il confronto, devono essere altresì di aiuto se, come ultima scelta, si è costretti a difendersi non con la fuga ma col combattimento.
Escludendo ovviamente il caso dell'attacco a sorpresa, è con la strategia che bisogna provocare una reazione nell'avversario per indurlo ad esternare le sue intenzioni ove mai non fossero chiare fin dal primo istante ed essere in grado così di neutralizzare ogni mossa, ogni spostamento, ogni attacco con una reazione che preveda la tecnica più appropriata ed una precisa scelta di tempo.
E' con la scelta di tempo, infatti, che una buona tecnica diventa estremamente efficace contro un avversario e l'efficacia dipende esclusivamente dal modo in cui si riesce ad essere tempestivi. Efficacia e tempestività dipendono a loro volta da come si riesce ad intuire in anticipo le intenzioni dell'avversario.
Come in principio perciò la capacità di prevedere il pericolo diveva servire per evitarlo, in caso di lotta deve mirare ad anticipare ogni azione avversaria consentendo di applicare la tattica più idonea per fronteggiarla.
La tattica, quindi, intesa come programma razionale di combattimento per il migliore utilizzo della tecnica in funzione delle proprie capacità, di quelle dell'avversario e delle circostanze di combattimento, rappresenta l'espressione psichica individuale che, contrapposta a quella fisica rappresentata dalla tecnica, si integra ad essa per il raggiungimento del massimo risultato. Tali qualità essnziali sono sollecitate e sviluppate con la pratica del GoshinDō .