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Intervista al Maestro Hiroshi Shirai
Andy Campbell - The shotokan way

Penso che forse sia giusto ammettere che nel mondo del karate Shotokan, non ci sia una figura più importante o più grande di Hiroshi Shirai.
Durante gli ultimi anni, qui su The Shotokan Way, abbiamo avuto la fortuna di intervistare un lunga lista di karateka di prim’ordine, molti dei quali hanno avuto un’importanza essenziale nello sviluppo e nella diffusione del karate in Giappone e nel resto del mondo.

Hiroshi Shirai, appartiene certamente a questa categoria, una figura responsabile di molti successi internazionali nell’ambito del karate. Per usare il migliore dei termini, posso dire di aver “inseguito” questa intervista per almeno quattro anni. Quando scrissi la mia lista degli intervistati, naturalmente c’era Sensei Shirai, ma molte volte non siamo riusciti a concludere nulla, perdendo tristemente la barca in più di un’occasione.

Quando Andy Campbell ci ha contattato per farci sapere che Sensei Shirai sarebbe arrivato in Scozia ad insegnare, tutto ciò ha rappresentato l’occasione perfetta per intervistare il leggendario Sensei Shirai e porgli la lista delle domande che avevamo preparato.
Sinceri ringraziamenti ad Andy Campbell per aver organizzato e condotto l’intervista, a Chris Hawker per le splendide fotografie e a Sensei Shirai per averci concesso il suo tempo.
S.Banfield 2009 Domande da THE SHOTOKAN WAY (TSW)

Andy Campbell – Innanzitutto Maestro, la ringrazio per esser venuto in Scozia e ci consenta di iniziare dicendole che le siamo veramente grati per averci dato la possibilità di intervistarla! Mi può dire Maestro, cosa si aspettava dal Karate quando iniziò ad allenarsi?Shirai 1
Hiroshi Shirai – Quando cominciai a praticare Karate, inizialmente l’arte marziale era costituita da tecniche di auto difesa.
Ciò era quello che allora mi aspettavo di imparare. Dopo circa due anni di allenamento, iniziai a guardarmi intorno e mi interessai moltissimo alle competizioni. Mi orientai su di esse attorno al 1963.
Partecipai a diverse gare, prima a livello universitario, poi in circuiti di livello più alto come quello JKA.
Fu un periodo molto eccitante. Dopo un po’, le circostanze cambiarono e andai in Italia. Presi al volo l’opportunità di iniziare ad insegnare. Dovevo prima imparare come insegnare Karate, ma continuavo sempre con il mio allenamento personale. Stavo insegnando karate tradizionale, karate per auto difesa e anche karate per le gare. Attraverso gli anni, attraverso il mio studio di tutti gli aspetti del karate, iniziai a capire che esso non è solo competizione. Il nocciolo del Karate deve essere l’auto sviluppo della perfezione umana. Questa scoperta mi ha influenzato profondamente ed è il punto centrale di quando pratico ed insegno karate. Durante l’allenamento ognuno di noi deve avere questo obiettivo nella mente: il miglioramento. Penso che questo fine sia molto più importante di tanti altri aspetti.


Andy Campbell – Lei iniziò a studiare il Karate all’Università di Komazawa, e si allenò con Sensei Nishiyama. Come era l’allenamento e come giudica il karate che Sensei Nishiyama sviluppò nel corso della sua vita?
Hiroshi Shirai – Il karate di Sensei Nishiyama era molto duro. Ed era anche un karate molto forte.
Ogni sessione di allenamento era di almeno tre ore. C’erano un’ora per il kihon, una per il kata e alla fine una per il kumite. Ogni allenamento era sempre molto duro ed intenso. Questo era il modo di pensare di Sensei Nishiyama.
Quando il Maestro andò in America nel 1960, iniziò ad avere contatti con molte persone ed organizzazioni di educazione fisica. Lavorò con esse, sviluppando il modo di insegnare karate tradizionale nella maniera più facile che potessero comprendere.
Ebbe successo e fondò l’ITKF per continuare ad insegnare il suo metodo nel mondo.

   

Andy Campbell – Nel 1960 iniziò il corso istruttori JKA. Quali altri karateka erano con lei nel corso?
Hiroshi Shirai – Quando iniziai il corso istruttori JKA c’erano in totale quattro partecipanti, io e altri tre. Uno era il Maestro Nakayama che purtroppo era impossibilitato a camminare a causa di un incidente di gara. Gli altri due istruttori si stavano ancora allenando ma non erano insegnanti a tempo pieno. Può essere che si fossero già ritirati in quanto avevano, come me adesso che potrei quindi ritirarmi, oltre 70 anni. Dopo un anno di corso si aggiunse Sensei Enoeda. Si era laureato un anno prima di me ma era andato a lavorare insegnando nel suo paese.
Andy Campbell – Impegnati nell’insegnamento al Corso Istruttori, c’era una impressionante lista di veterani. Può dirci cortesemente chi vi insegnava durante il corso?
Hiroshi Shirai – Certamente. Il Maestro Nakayama era il Capo Istruttore. Poi il Maestro Nishiyama, ma lui andò negli Stati Uniti dopo sei mesi. Ci furono anche il Maestro Kase ed il Maestro Sugiura che è ora il Capo Istruttore della JKA. Tutti ci insegnavano durante il corso.

Andy Campbell – Fra questi che ha menzionato, chi potrebbe affermare di essere stato il più influente nella sua carriera nel karate?
Hiroshi Shirai - Direi che gli insegnamenti più importanti ed influenti furono quelli del Maestro Kase e del Maestro Nishiyama. Questo mi divenne chiaro quando iniziai ad insegnare karate in Europa e negli Stati Uniti. Ho imparato così tante cose da loro da portarle con me per insegnare agli altri. Quindi i Maestri Nishiyama e Kase.

Andy Campbell – Discutendo dal punto di vista tecnico, quali migliorie e cambiamenti ha apportato al suo Karate durante il corso?
Hiroshi Shirai - Inizialmente imparai molto in fretta come eseguire ogni tecnica correttamente. Come preparazione all’insegnamento, dovetti studiare il karate di altre persone. Ho avuto la possibilità di vedere molti, moltissimi punti deboli.
Volli cambiare in meglio, nonostante il livello cui era praticato. Così mi focalizzai sul metodo corretto per insegnare agli altri. Tuttavia, la cosa più importante, fu comprendere come fare il mio karate, non quello di un altro, ma quello che era giusto per me, per la mia abilità, per le mie sensazioni, il mio karate unico.


Andy Campbell – Lei passò molto tempo vicino a Sensei Kase- Si ricorda la prima volta che lo incontrò? Può ricordarsi le sue impressioni? Quali erano i punti fondamentali del karate del Maestro Kase?
Hiroshi Shirai - Sì, la prima volta che vidi il Maestro Kase fu in Giappone nel 1962 o ’63. (Sorride). La mia prima impressione si basò su come si mostrava…rude, molto rude, ma anche molto forte e naturale. Questo mi impressionò. Era così diverso, non era rigido nel dire “In questo modo! In questo modo! In questo modo!”, ma invece aperto a dire “Ah, sì, il tuo modo, certamente tutto è possible”. (Sorride) Sensei Kase era molto libero e rilassato.

Andy Campbell – Vorrebbe condividere gentilmente con noi qualche ricordo che ha del Maestro Kase ed eventualmente qualche storia preferita e/o divertente che ha di lui?
Hiroshi Shirai – Sensei Kase era un amante del buon cibo. Una volta pescai un ottimo pesce e lo cucinai per lui. Questo lo rese molto felice. Molte volte cucinai per il Maestro Kase. Avevamo sempre molte piccole ciotole piene di sake! Ricordo che questi erano dei momenti molto felici con il Maestro Kase.

Andy Campbell – Quando Sensei Kase ci lasciò, che cosa provò?
Hiroshi Shirai – Oh, un effetto molto, molto grande. Quando Kase Sensei è morto ho perso qualcosa di molto grande e molto speciale. Volevo ancora imparare così tanto da lui.

Andy Campbell – Lei ha una carriera agonistica straordinaria. Può descriversi il suo stile di combattimento durante il suo periodo agonistico?
Hiroshi Shirai – Ricordo che ogni gara non era solitamente un problema. Quando combattevo con Kano Sensei o Enoeda, avrei dovuto fare qualcosa di speciale per vincere. Studiai strategia e tattica – come ed in che modo avrei dovuto affrontarli, quale tecnica usare , quando usarla (sorride), come cogliere il giusto momento. Dovevo sempre studiare la tattica perché entrambi erano più anziani di me. Penso che Kano Sensei avesse quattro o cinque anni d’esperienza più di me. Enoeda ne aveva due. Io ero molto giovane.

Andy Campbell – Fra tutti i suoi avversari, quale potrebbe affermare di essere stato il più competitivo? Vorrebbe se possibile riportarci i suoi scontri con gli avversari?
Hiroshi Shirai - Sia Kano Sensei che Enoeda furono ugualmente i miei combattimenti più difficili. Altri con cui mi scontrai non furono così complicati. Combattei con Kano Sensei una volta e vinsi. Con Enoeda mi scontrai quattro volte vincendone tre. L’ultima volta che lo incontrai persi e lui divenne campione mentre io fui secondo.

Andy Campbell – Nel 1965 lei lasciò il Giappone per viaggiare ed insegnare. Fu sempre la sua scelta quella di lasciare il Giappone?
Hiroshi Shirai - Lasciammo il Giappone per un viaggio nel mondo. Sensei Kase, Kano ed Enoeda. Ci lasciammo tutto dietro e visitammo l’America, l’Europa ed il Sud Africa.

Andy Campbell – Parlando di Kata, quanto è importante mantenere uno stretto rapporto fra il Kata, il Kumite ed il Bunkai?
Hiroshi Shirai - Nel Kata, molti insegnanti normalmente dicono “ Cercate di immaginare il vostro avversario mentre eseguite il Kata”. Ma mi chiedo come si possa immaginare l’avversario se non si conosce o non si è compresa l’applicazione delle tecniche di combattimento del Kata.
Dobbiamo realmente insegnare il kata bunkai come standard. Il mio metodo è proprio quello di insegnare il Kata Bunkai come base.
Se un allievo impara questo metodo, allora può immaginare il suo avversario in maniera migliore perche conosce l’applicazione del Kata
.
Si deve imparare la forma a contatto del Kata – dai fondamentali, dalla forma, dall’applicazione al combattimento. Questo è molto importante. Quello che poi si deve comprendere è la distanza.
Se si comprende la distanza, è possibile comprendere il giusto tempo. Altrimenti se si esegue solo il Kata senza contatto non si capiranno mai la distanza e ed il tempo. Praticarlo in questo modo rappresenta oggigiorno un enorme punto di debolezza. Io insegno sempre il contatto. Parto prima con oi-tsuki, eseguo la tecnica e finisco cercando il contatto. Successivamente, facendo un passo indietro si comprenderà in che modo fare un passo avanti sarà più facile per cercare il contatto. Si capiranno quindi le basi della distanza.
Invece molte persone fanno errori sulla distanza. Per me tutto parte dal “momento di contatto”, la distanza giusta, la giusta forma, la corretta dinamica del corpo che finiscono tutte insieme nel Kime del contatto.
Tenendomi questo a mente, applico in tutti i Kata il “momento di contatto”. Questo sviluppa una forma migliore e rende più facile immaginare come applicare nella pratica ogni tecnica.


Andy Campbell – Può dirci qualcosa di più sullo stile di Goshindo del suo Karate?
Hiroshi Shirai – Il Goshindo è qualcosa cui iniziai a pensare 40 anni fa. Iniziai a pensare che il Kata era la forma corretta ma che l’applicazione della tecnica è un’altra cosa. Imparai la forma del Kata da Nishiyama Sensei e da moltri altri insegnanti esperti, ma era solamente Kata. Sapevo che l’applicazione pratica era ben altra cosa. Così iniziai a pensare più e più volte, alle tecniche di base del Kihon, alle tecniche del Kata e a come usarle nella pratica. Ho voluto riflettere al di là delle normali applicazioni del Kata.
Sapevo di essere sul punto di trovare qualcosa di nuovo.


Andy Campbell – E’ corretto dire che le sue esperienze ad Okinawa hanno avuto un influsso nello sviluppo del Goshindo?
Hiroshi Shirai – Ho studiato ed osservato molte gare e altri nuovi modi di insegnare Karate. Ho notato molti punti deboli e compreso ciò che dovevo fare per correggerli – come colpire di pugno, come parare più facilmente, molti attraverso il modo di insegnare a Okinawa – Ciò credo sia molto corretto..

Andy Campbell – Lei ha anche sviluppato dei propri Kata. In cosa sono diversi da quelli Shotokan?
Hiroshi Shirai - Ho voluto rendere lo Shotokan più adatto al mio metodo, questo è diventato Goshindo. Ho voluto sviluppare qualcosa che non avesse punti deboli. Non ho voluto usare i Kata Shotokan perché essi sono differenti. Così ho creato i Kata di Goshindo perché potessi usare la pressione del corpo, le posizioni, le tecniche di bloccaggio più efficacemente. Tutto ciò rappresenta un cambiamento rispetto ai Kata Shotokan.

Andy Campbell – Quale potrebbe dire che siano i più importanti aspetti del Goshindo? Può cortesemente spiegarlo al lettore?
Hiroshi Shirai – Il Goshindo è stato concepito nel significato di “Via della Auto Difesa”.
Tuttavia il Goshindo va insieme allo Shotokan. Io sono convinto che praticando Goshindo il vostro Shotokan migliorerà. Questo è il perché io pratico ed insegno Goshindo. Io non parlo realmente di esso o tento di convincere la gente a praticare Goshindo o ancora che il loto karate migliorerà.
Io so certamente che il mio Shotokan migliorerà più io praticherò Goshindo. Di uno dei miei allievi, Claudio Ceruti per esempio, so che il suo Shotokan è migliorato con l’allenamento nel Goshindo. Adesso molti miei allievi cinture nere iniziano il loro allenamento nel Goshindo con lo scopo di migliorare la loro comprensione dello Shotokan.


Andy Campbell – Sensei, quali suono i suoi progetti futuri nell’insegnamento dello Shotokan e del Goshindo?
Hiroshi Shirai – Continuerò a praticarli ed insegnarli entrambi. Tuttavia, pochi anni fa ho avuto un grande infortunio mentre stavo pescando. Sono caduto da 4 piedi d’altezza da un grosso masso cadendo molto duramente e rompendomi la schiena. Poi durante il recupero iniziai di nuovo ad essere in grado di calciare nuovamente. Un giorno, mentre stavo eseguendo il Kata Sochin, sul secondo yoko geri mi sono completamente strappato i legamenti interni. Questo è il motivo per cui ora non riesco a calciare molto bene. Il Maegeri chudan è a posto, come lo yoko e il mawashi geri gedan, ma non posso eseguirli a livello chudan o più alti. Tuttavia ciò non è un problema. Praticherò ed insegnerò sempre karate. Ora c’è maggior attenzione sull’energia mentale, sulla posizione del corpo, sulla potenza e la velocità. Per la dimostrazione delle tecniche, ho altri istruttori ad aiutarmi. Gli allievi possono vedere eseguite ottime tecniche ed ascoltare le mie istruzioni. Questo è come ora insegno e come voglio continuare ad insegnare in futuro Shotokan e Goshindo.

Andy Campbell – Molte grazie Sensei, per l’opportunità di averla potuta intervistare. Ci permetta di augurarle tutto il successo possibile per il futuro!!

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