Il
Kumite nel Karate Shotokan fu introdotto dal Maestro Yoshitaka Funakoshi
tra gli anni 1930 - 1935 prendendo spunto dal Kendo appreso dal
M° Hakudo Nakayama padre del M° Masatoshi.
In questo modo, attorno all'anno 1930, venne codificato
il Gohon Kumite. Successivamente verso il 1933 venne inserito nei
sistemi di allenamento il Kihon Ippon Kumite e verso il 1935
il Jiyu Kumite.
Risulta dai racconti e da diverse fonti che il
padre, Gichin, non apprezzava completamente questa pratica ritenendola
pericolosa e inopportuna anche in considerazione del fatto che il
suo l'allenamento comprendeva il solo studio del kata infatti così
cita il Maestro Gichin nel suo
Karate Do il mio stile di vita
: "....Notte dopo notte, spesso
nel cortile posteriore della casa di Azato io praticavo il kata.
.....
Ripetutamente settimana dopo settimana qualche volta mese
dopo mese ...."
Dopo questa breve introduzione parliamo di kumite.
Nel Karate si praticano due tipologie di attività:
una "
Chiusa", che
si pratica da soli, l'altra "
Aperta". Nella prima possiamo includere attività come Kihon
e Kata, mentre nella seconda troviamo il Kumite.
Va sottolineato che parlare di Kumite significa
principalmente chiarire alcuni aspetti sullo studio dei kata perché
grazie alla continua e precisa applicazione del Kata (Bunkai) possiamo
avvicinarci al Kumite. In effetti nei vari kata sono presenti tecniche
di offesa e di difesa, attraverso lo studio serio e approfondito
del kata possiamo apprendere una grande varietà di tecniche adatte
al combattimento (Kumite)
Parlare quindi di Kumite
significa inoltre comprendere un altro aspetto molto importante
delle arti marziali "la
Dimensione del Budo" per il quale vi rimandiamo ad una
esplicativa sintesi che il Maestro Hiroshi Shirai si è sentito in
dovere di chiarire per meglio valutare la specialità dell'Enbu
Ma cos'è il Kumite. Il Kumite è combattimento!
Come spesso ripeto durante le lezioni,
lo scopo
ultimo del Kumite non è vincere ma combattere con l'idea di non
perdere. Combattere tenendo a mente questo concetto implica
Nel nostro stile sono presenti diversi metodi di kumite
Le dimensioni di Yomi, Hyoshi e Maai nel Kumite
Parlare di Kumite ha senso solo se si parla prima di scelta del tempo, distanza e strategia.
Tempo del Kumite:
La sensibilità è l'intuire il momento in cui l'avversario si trova
in uno stato di Kyo "Apertura, squilibrio sia Mentale
e/o Fisico".
Va considerato inoltre che anche il proprio momento
dell'attacco ha un Kyo e che pertanto il tempo della tecnica deve
necessariamente essere studiato nei minimi particolari per ridurre
sensibilmente il tempo di esecuzione.
KYO
Kyo Mentale -
Instabilità emozionale
(
paura, tensione incontrollata ecc...) -
Perdita di energia sia mentale che fisica -
L'avversario si distrae;
Kyo Fisico - Perdita di equilibrio -
Momento del movimento tra una tecnica e l'altra -
Mancanza di distanza in fase di attacco e/o difesa.
Il tempo nel Kumite non deve essere inteso come
lo è il tempo espresso in secondi, minuti ore giorni ecc..
o comunque un fatto puramente temporale, il tempo, la scelta del
tempo corretto nel Karate implica necessariamente la distanza Maai
Il Maai si può suddividere in quattro tipologie:
MAAI
1) Distanza reale fra gli avversari i cui i
contendenti non sono in grado di entrare per portare un attacco;
2) La giusta distanza per portare la Propria Tecnica;
3) La distanza corretta affinché l'avversario porti la Sua
Tecnica;
4) Espressione della strategia adottata.
Yomi e Hyoshi
La Strategia: La strategia è cosa ancor più complessa,
essa dipende unicamente dalle capacità personali, dal cosa noi preferiamo
fare durante un combattimento.
Alcuni atleti preferiscono anticipare l'avversario
altri invece aspettano l'attacco per poi contrattaccare, altri usano
continuamente tecniche di ashi barai o tecniche di rottura.
Per l'esecuzione corretta delle tecniche di Kumite
è prioritario il saper gestire "Mentalmente e Fisicamente"
l'avversario controllando le proprie emozioni e il propio Maai.
Rimane la costante che nel kumite l'uso di una
corretta strategia difensiva o offensiva che sia gioca un ruolo
importante e ne determina la vittoria o la sconfitta.
Chiaro è che non si deve mai sottovalutare ne
sopravalutare le capacità dell'avversario tenendo sempre presente
che il conosci te stesso implica il conoscere ma sopratutto il rispettare
"L'altro!"
Nella strategia si inserisce il concetto di Sen. Sen non è soltanto tempo, sen è intuizione, corretto approccio con l'avversario.
Spesso ci si preoccupa di capire o intuire il "
QUANDO" avviene l'attacco e applichiamo a nostro giudizio i vari tipi di sen:
Sen -
Go non Sen -
Tai no Sen -
Sen no Sen -
Sen Sen no Sen.
Nel Budo giapponese le principali condizioni per vincere una battaglia sono riassunte in una sola frase: "primo l'occhio (
ICHI-GAN), secondo il piede (
NI-SOKU), terzo il fegato (
SAN-TAN), quarta la forza (
SHI-RYOKU).
Esaminiamo in dettaglio questa frase.
La cadenza nel Kumite
( tratto dal libro Lo zen e la via del Karate del Maestro K.Tokitsu)
Prima tappa: Ton-Ton-Ton. Il primo Ton è l’attacco dell’avversario, il secondo il bloccaggio e il terzo il contrattacco. Questo è il ritmo più rudimentale della difesa e contrattacco. E’ difficile avere la meglio sull’avversario, perché la difesa e l’attacco costituiscono due momenti indipendenti e separati; in ogni caso da questi deve cominciare l’apprendimento.
Seconda tappa: Ton-ToTon. Il primo Ton è l’attacco, il ToTon che segue esprime il bloccaggio e il contrattacco ravvicinati, ma le cadenze di chi attacca e di chi si difende sono separate: si contrattacca immediatamente dopo il bloccaggio che interviene alla fine dell’attacco dell’avversario
Terza tappa: To-Ton. To è l’attacco incompleto dell’avversario e ton è un contrattacco. Questo si effettua nel momento di vulnerabilità del primo attacco ( tragitto preparatorio). E’ quello che si chiama Sen-Te o Deai, la “tecnica che precede”. Per attuarlo, è necessario cogliere l’istante in cui l’attacco dell’avversario non ha ancora assunto una forma esplicita e resta nella sua mente.
Quarta tappa: Ton. Il contrattacco colpisce l’avversario ancora prima che l’attacco di quest’ultimo sia uscito dalla sua mente: la sua volontà dell’attacco non si è ancora concretata. Dall’esterno sembra dunque che uno soltanto dei due abbia attaccato e dalla capacità di reagire con precisione proprio nel momento vulnerabile dell’avversario.
Quinta tappa: “…..”, cadenza di “niente”. In questo stadio, il combattimento scompare e si può dire che sia questo l’ideale del combattimento. Ma a scanso di mistificazioni dirò che la cadenza di “ niente” esula dal quadro delle arti marziali, che si tratta piuttosto dell’oggetto cercato e mai raggiunto. C’è chi interpreta la cadenza di “ niente” come queklla che consente di prevedere il combattimento e quindi sottrarsi a esso, cosicchè il combattimento non avviene.
Le tappe che ho distinto corrispondono alla capacità acquisita da un combattente di imporre con sicurezza il primo descritto. Ciò non significa che solo combattenti che abbiano raggiunto un simile livello di progresso realizzeranno questo ritmo nel corso di un combattimento.
Per esempio, il contrattacco che sintetizzo nel ritmo Ton può verificarsi in un combattimento tra avversari che non siano arrivati a quella che ho definito come Quarta Tappa; tuttavia ciò avverrà per puro caso. C’è progresso solo se la tecnica è dominata con certezza; ciò che si ottiene in modo aleatorio non è considerato come veramente acquisito e resta un obiettivo da conseguire alla fine di una determinata evoluzione.
Dovremmo anche imparare a "sentire" il "COME", "DOVE" e il "QUANDO" viene affettuato l'attacco.
Detto questo quella poposta qui sotto è solamente una classificazione delle varie concezzioni e di risposte ai vari comportamenti da tenersi durante il combattimento. Il Kumite del resto si fa in due, va da se che ognuno adopererà la strategia che meglio gli si confà.
La Strategia
- KAKE WAZA (SEN - SEN NO SEN)
Attacco diretto prima che l'avversario metta in atto una strategia
" Intuire l'intenzione
- KAKE NO SEN (SEN NO SEN)
Attacco nell'esatto momento in cui l'avversario dia segno
di eseguire un attacco
- TAI NO SEN
Attacco nel momento esatto della partenza dell'attacco
dell'avversario utilizzando una tecnica di difesa "Deai"
- AMASHI WAZA (GO NO SEN)
Difendere, uscire completamente l'attacco avversario e quindi
eseguire un contrattacco
- UKE WAZA (GO
NO SEN)
Colpire difendendo (Uchi Komi)
- RENZOKU WAZA (SHIKAKE WAZA)
Attaccare utilizzando una combinazione di tecniche
- SASOI WAZA (SHIKAKE WAZA)
Invitare l'attacco dell'avversario per poi usare una strategia
adeguata
- KUZUSHI WAZA (SHIKAKE WAZA)
Aprire, rompere la guardia disorientare l'avversario
"Ashibarai"