Voglio ringraziare
Roberto Scanferla per i magnifici disegni studiati appositamente per questo articolo che prende forma proprio grazie alla sua iniziativa.
La pratica col makiwara è l'anima del karaté e non dovrebbe venire tralasciata neanche per un solo giorno.
La sua importanza non risiede soltanto nel rafforzamento delle parti del corpo impiegate negli attacchi e nelle parate,
ma anche nell'aiutare a comprendere il modo corretto di concentrare l'energia del corpo nel pugno al momento dell'impatto.
E' e rimane anche un valido strumento per sviluppare il senso della distanza.
L'elasticità del suo legno è la caratteristica più importante di questo attrezzo.
Il cipresso giapponese (Hinoki) è il migliore per quest'uso, ma anche il cedro giapponese (sugi) da buoni risultati, quì in Italia si usa il Faggio Vaporato o un particolare legno lamellare.
L'installazione di un makiwara non è molto complessa, basta infatti un asse di legno (della qualità di cui sopra) con uno spessore variabile dai 2 ai 3 , nella parte superiore e ad aumentare fino da 8 a 10 cm nella parte inferiore (l'immagine potrebbe essere quella di un lungo cuneo di legno) di una altezza pari ai 2,20 di cui 1 metro va conficcato nel pavimento il rimanente 1,20 è di solito l'altezza dal piano, la larghezza varia tra i 20 e i 25 cm.
Per la sua elasticità e per il potere di assorbire gli urti, viene impiegata della paglia di riso come cuscino sulla porzione di tavola destinata a essere colpita.
Evidentemente anche la gomma o la spugna possono sostituirla discretamente, suggerirei in alternativa di confezionare una specie di cuscino con la stoffa di un vecchio karategi e di mettere all'interno degli strati di gomma pesante dello spessore variabile da 1 a 5 cm a seconda del tipo di allenamento che ci si prefigge.
La pratica dev'essere continua e diligente, piuttosto che distratta e precipitosa, e il rafforzamento del corpo dev'essere operato gradualmente.
Colpire troppo rapidamente, improvvisamente o troppo spesso, sarà causa di slogature dei polsi o escoriazioni.
Iniziare la pratica colpendo l'attrezzo trenta volte col pugno destro e trenta col sinistro.
Aumentare gradualmente il numero dei colpi fino a centocinquanta per pugno, ed infine trecento.