Da sempre il porto
della città di Naha ad Okinawa, era stato un luogo in cui mettere
alla prova la propria abilità tecnica nell’arte del combattimento.
Dopo che Okinawa era divenuta Prefettura giapponese, come sempre,
quando le navi attraccavano si vedevano tipi di ogni genere, e fra
questi non mancavano attaccabrighe sempre alla ricerca di qualcuno
con cui litigare o far scoppiare grosse risse violente.
La gente che oramai conosceva tali tipi li evitava di proposito,
in modo da non cadere in provocazioni e non trovarsi coinvolta in
situazioni spiacevoli. Una mattina uno di questi personaggi, visto
che nelle bettole non trovava nessuno con cui litigare, se la prese
con un guidatore di risciò, un uomo dall’aspetto pacifico, il quale
senza scomporsi, getto con estrema facilità l’energumeno nelle acque
della baia a calmarsi i bollenti spiriti. L’episodio di cui era
stato testimone, fu riportato casualmente nelle cronache dell’Ashi
Shinbun da un giornalista che in quei giorni stava notando un curioso
fenomeno.
Egli aveva notato che i turisti che sbarcavano venivano accolti
da guidatori di risciò chiaramente provenienti dalla classe
nobile.
Erano infatti Samurai che, rovinati dalla riforma Meiji dello stato,
erano costretti a fare questo lavoro per potersi sfamare. La maggior
parte lavoravano di notte fino alle prime luci dell’alba, accompagnando
avventori nei quartieri del piacere.
Con una ulteriore indagine, il giornalista trovò che i Samurai,
erano o erano stati allievi del famoso Maestro di Karate di Tomari:
Matsumora Kosaku, il quale aveva appreso la sua arte da Makabe
Chokun allievo di
Sakugawa To-De