Itosu
YASUTSUNE nasce a Shuri nel 1830 ed era anche nominato Anko o Shishu.
Itosu e Sokon Matsumura sono i due Maestri che più hanno
modificato il Kempo cinese nell'attuale Karate. Itosu comincia il
suo apprendistato in età giovanissima; in effetti il padre sin dall'età
di 7 anni lo conduceva alla corte di casa, vi piantava un solido
palo al quale fissava l'estremità di una corda, mentre all'altro
capo veniva legato il giovane Itosu, poi con un bastone cominciava
a dare lievi colpetti sul corpo del giovane.
Dapprima Itosu cercava di schivare, intimorito, finché capiva
che non aveva alcun modo di sfuggire, anche perché la corda gli
si attorcigliava addosso.
Il bambino soffriva per questa situazione ed il padre continuava
senza misericordia finché non nasceva in lui la giusta reazione:
prima di proteggersi e poi di combattere. A questo punto e solo
quando era ben chiaro nel figlio uno spirito combattivo il padre
smetteva le molestie.
Una pratica dura, certamente, ma il padre vedeva tempi difficili,
e voleva che il figlio fosse preparato ad affrontare la vita con
spirito combattivo e senza cedimenti di sorta. Nel 1846 venne presentato
a
Sokon Matsumura per divenire Uchi
Deshi.
Matsumura gli disse che osservando il fisico scarno non sembrava
adatto alle arti marziali, ma che c'era qualcosa nel suo sguardo
che gli piaceva. Cerca di ricordare, disse, la strada è difficile
e richiede uno sforzo tremendo, l'attitudine è la cosa più importante.
Itosu annuì e guardo negli occhi il grande Matsumura. La lezione
cominciò il giorno dopo ed Itosu non mancò mai un allenamento. Matsumura
era terribile, rimproverava, tormentava, insegnava, e chiedeva una
obbedienza e sottomissione incondizionata e presto a 24 anni Itosu
era divenuto una delle persone più forti e robuste dell'isola di
Okinawa. Un giorno, mentre si recava a Naha, Itosu udì un grido
alle sue spalle, fa attenzione alla pelle, e voltandosi vide un
toro infuriato, che sfuggito al controllo del suo padrone, lo stava
caricando.
Tutta la gente attorno si mise ad urlare, ma Itosu rimase fermo
di fronte all'animale, nel momento stesso che il toro stava per
colpire con le corna Itosu schivò di lato, afferrando prontamente
le corna dell'animale si mise a correre nella stessa direzione,
poi con uno sforzo torse le corna all'animale facendolo cadere e
lo tenne immobile in quella posizione finché vennero i guardiani
a legarlo. C'era una roccia a Okinawa che si chiamava Ude-Kake-Shi,
dove i praticanti di arti marziali avevano l'abitudine di lanciarsi
delle sfide, ed i combattimenti finivano spesso con la morte di
uno dei due contendenti. Il caldo umido ed afoso dell'isola, indusse
un giorno Itosu a ripararsi all'ombra di quella roccia, dove, portata
dalla brezza udì alcuni abitanti di Naha affermare che il Karate
di Shuri era solamente fatto di belle figurine, e che a parte Matsumura
gli altri Karateka non valevano proprio nulla. Noi a Naha, dicevano,
abbiamo dei veri praticanti che sanno dimostrare ciò che valgono
sul campo non solo con vuote parole.
Itosu sentì che qualcosa in quei discorsi feriva il proprio onore,
e rispose che avrebbe sfidato il campione di Naha, un certo Tomoyose,
fino ad allora imbattuto. L'indomani una folla eccitata si era assiepata
attorno alla roccia, ed Itosu venne e pose, come voleva la tradizione,
la mano sulla roccia il che significava che intendeva sfidare il
campione di Naha. A quel punto si fece avanti Tomoyose, la sua tattica
era da sempre stata quella di sfruttare la propria mole facendo
attaccare l'avversario, incassando senza sforzo qualche colpo per
poi farne polpette quando era a distanza ravvicinata. In questo
modo la forza bruta di Tomoyose aveva sempre avuto ragione
dei suoi avversari e nessuno era mai riuscito a sconfiggerlo. Itosu,
vedendo la mole della persona, pensò tra sé che avrebbe dovuto disfarsene
subito altrimenti la forza fisica dell'avversario alla fine avrebbe
avuto ragione di lui. L'incontro fu brevissimo; non appena i due
avversari si fronteggiarono, Tomoyose, fiducioso della propria tattica,
attacco con un pugno per accorciare le distanze, ma in quel momento
si udì un rumore secco, l'incontro era finito. Itosu con uno Shuto
gli aveva spezzatto il braccio. Dopo questo fatto Itosu divenne
l'uomo da battere e tanti sono gli aneddoti su coloro che persero
la faccia cercando di conquistarsi fama battendo il grande Maestro.
Riportiamo solo un altro, dei tanti episodi della sua vita, quello
che risale al 1905 quando a 75 anni dovette difendere la reputazione
della arte contro un esperto di Judo. Questi, un poliziotto, giapponese,
lanciò la propria sfida contro il campione locale di Karate deridendo
la loro arte. Itosu, che a quel tempo, era responsabile dell'insegnamento
del Karate nelle scuole decise di rilevare la sfida. Riunì i propri
allievi e disse loro: " Il Karate non è uno sport, ma un arte
mortale da usare in caso di autodifesa e che avrebbero avuto l'opportunità
di vedere il Karate applicato ad un combattimento reale". Il
Preside del liceo che apprezzava molto Itosu, lo mise in guardia
dalla pericolosità del confronto, poiché alcuni poliziotti
del distretto di Kagoshima Giappone, ritenevano il loro compagno
invincibile.
Itosu rispose che quella sarebbe stata una buona occasione per
vedere cosa valeva il Karate nei confronti dello Judo. Il giorno
della sfida una moltitudine di spettatori accalcava l'arena, e tutti
aspettavano di vedere il valore del karate, ma un mormorio di disapprovazione
si levò dal pubblico Giapponese quando videro un vecchio di più
di 70 anni scendere sul campo. Essi dicevano che anche se avesse
perso sarebbe stato un combattimento con un vecchio; ma vista la
grande reputazione di Itosu, l'incontro ebbe luogo ugualmente. I
due avversari si fronteggiarono, e Itosu calmo non sembrava per
nulla preoccupato dell'avversario, che lo prese per il bavero per
proiettarlo. In quel momento gli astanti udirono un potente Kiai
e videro il campione di Judo rotolare nella polvere.
Il Gyakuzuki sinistro di Itosu al plesso solare dell'avversario
aveva risolto in un secondo la disputa.
Comunque Itosu rimane famoso perché
ha saputo, in accordo con i tempi ed il cambiamento della mentalità
giapponese, far uscire il Karate da quell'ambito di segretezza e
mistero per introdurlo nell'insegnamento pubblico.
Ad Okinawa infatti nel 1903 un ammiratore nonché amico di Itosu,
Nishimura Mitsuya, presidente del Shihan Gakko (Collegio degli insegnanti)
era convinto delle virtù e benefici dell'educazione fisica, e secondo
lui lo studio del Karate avrebbe contribuito a costruire la forza
morale e fisica di insegnanti e studenti, per cui chiese al Maestro
Itosu di farsi carico dei programmi di insegnamento.
Grazie
alle capacità e abilità pedagogiche di Itosu le scuole superiori
di Okinawa gradualmente inserirono il Karate nei loro programmi
di studio. Itosu nominò responsabile dell'insegnamento
Yabu
Kensu che insegnava tutti i giorni, mentre Itosu veniva una
volta la settimana.
Fu durante questa esperienza che Itosu si rese conto che i Kata
classici erano troppo difficili per i giovani studenti e a partire
dalle sensazioni dei Kata Passai, Kushanku, Chinto e Jion e i 5
Pinan.
Quasi tutti i più grandi esperti dello Shorin Ryu di questo secolo
erano stati suoi allievi.
LA
FILOSOFIA DI YASUTSUNE ITOSU:
1) Il Karate non deve essere
praticato per interesse personale, ma per proteggere i propri
familiari e non deve essere usato a danno di nessuno;
2) Il Karate è praticato per
rendere muscoli e ossa forti come rocce e fare braccia e gambe
come spade per servire ed aiutare la società in caso di difesa;
3) Il Karate non si può imparare
in un breve periodo. Una o due ore di serio e duro allenamento
al giorno per un periodo di tre quattro anni sono necessari;
4) Il Karate richiede mani e
piedi così forti che è necessario praticare 100-200 volte al
giorno il makiwara e il sacco;
5) Il Karate deve essere praticato
con il busto diritto (zona lombare), i polmoni (torace) bene
aperti, le spalle rilassate (basse) ed i piedi saldamente piantati
al suolo;
6) Il Kata di Karate deve essere
praticato avendo chiara nella mente la sua applicazione pratica;
7) Il Kata di Karate deve essere
praticato sia come allenamento fisico sia con l'idea della sua
applicazione reale;
8) Il Karate deve essere praticato
con la stessa intensità che se voi foste sul campo di battaglia;
9) Il Karate deve essere praticato
nella maniera corretta per incrementare la
propria forza fisica;
10) I Maestri di Karate hanno
vissuto a lungo perché sono stati capaci di sviluppare ossa
e muscoli, aiutare con l'allenamento gli organi interni
e migliorare la circolazione del sangue.
Questa una nota più esaustiva
Per queste ragioni il Karate deve essere praticato e insegnato a
partire dalle scuole elementari.
"Onorando la virtù del rispetto un uomo non perderà mai la direzione, neanche in un periodo di corruzione dei valori."
(Iscrizione riportata nell'Altare Buddhista del M° Itosu)