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Bushidō
BUSHIDŌ
A cura di Luciano Puricelli - I testi sono © dell'autore tutti i diritti riservati

Il Bushidō

Epoca Kamakura (1192 - 1333)

In quest’epoca abbiamo l’ascesa progressiva e l’avvento al governo della classe dei guerrieri con l’insediamento dello shogunato Kamakura 1192 secondo i principi guerrieri del clan Minamoto.
Per il momento sono ancora una minoranza abituata alla vita austera, costantemente sul piede di guerra
Yoritomo fu l’uomo che avviò la riorganizzazione della società giapponese.
La regola dell’arco e del cavallo “Kyuba no Michi” vietava ogni alleanza con gli aristocratici della corte imperiale. L’introduzione dello zen rinforza i principi etici - morali dei guerrieri. Il codice d’onore dei Samurai s’impose assieme alla propria morale esigente e le regole di stretta obbedienza.
All’inizio i Samurai erano una semplice milizia armata al servizio del nobile. Ma l’esercizio del potere in nome di … ed il fatto che la nobiltà risiedendo a corte perdeva sempre più forza e potere reale permise ai Samurai di creare poco a poco le basi per l’ascesa al potere, le richieste per la presentazione del servizio erano sempre più esose, e la nobiltà non era in grado di opporsi.
I due tentativi di invasione da parte dei Mongoli, al potere in Cina, provocano, malgrado la vittoria giapponese, la rovina del sistema feudale del Giappone. In effetti tutti i guerrieri che combattendo avevano diritto ad una ricompensa, terre o bottino di guerra etc.. . In questo caso non vi era nulla da spartire. Lo shogunato cerca di fare del proprio meglio per distribuire qualche cosa ai Samurai che reclamavano la propria ricompensa, ma non poteva fare molto. Nasce un malcontento sempre più forte che porta il paese in uno stato di anarchia e guerriglia permanente.

Epoca Muromachi
(1336 - 1574)

Per cinquanta anni il Giappone avrà due imperatori, uno al nord nominato dagli shogun, l’altro al sud che si considera come legittimo anche nel momento che sembra realizzarsi l’unificazione, le grandi famiglie scatenano lotte sanguinose per il predominio. Bisogna attendere l’avvento di Oda Nobunaga 1568 per vedere di nuovo il ristabilimento dell’ordine. Con Oda Nobunaga, Hideyoshi Ieyasu, comincia l’era dei generali dittatori.
Tutti i clan che fino ad allora nel orso dei secoli si erano costantemente fatti la guerra saranno costretti a sottomettersi e obbedire al potere centrale. Hideyoshi premierà si i propri generali, ma attribuirà loro feudi in province lontane da quelle della famiglia, e riuscirà così a controllare meglio l’equilibrio di forze parcellizzando il paese.
Reprimere le rivolte conadine, fa un censimento dei territori e impone tributi pesantissimi per inchiodare i contadini alle terre, costretti a pagare i tributi per potersi sfamare. Nel 1588 vieta l’uso delle armi, e da ordini severi per mantenere i contadini legati alla terra. ”Se un contadino abbandona i propri campi, sia per fare commercio, sia per divenire commerciante o operaio, dovrà essere punito, e con lui tutto il villaggio verrà tradotto davanti alla giustizia”.
Allo stesso modo nessun militare che abbandoni senza permesso il proprio maestro potrà essere utilizzato da un altro…. I signori avevano l’obbligo di risiedere a Kyoto, non potevano allontanarsi senza lasciare in ostaggio la famiglia, e le loro truppe erano limitate ad una ventina di uomini armati. Un sistema di spionaggio tiene

Il Bushidō in periodo di non guerra:
Epoca Edo (1603 – 1868)

Questo periodo di circa 300 anni è un governo di Samurai vero e proprio.
I comandanti militari governano i signori feudali ed hanno un potere assoluto sul popolo e la proprietà. I Samurai formano la prima classe sociale ed hanno diritto di vita e di morte su ogni uomo delle classi inferiori. Dopo di loro vi sono i contadini, gli artigiani e da ultimi i mercanti. Senza più guerre intestine i Samurai non sanno più come impiegare le proprie spade.
Tokuan monaco Zen interpreta e spiega il Bushidō alla luce del buddismo. Il Samurai oltre alla spada impara anche l’arte della calligrafia (vedi Musashi ). Le cose sono cambiate. All’epoca delle guerre interne a 15 anni un Samurai era già un adulto, non aveva tempo che per l’addestramento, molti erano analfabeti, ma per loro l’allenamento era la cosa più urgente. In questo periodo il Giappone si chiude al mondo, e nel 1854 scopre di colpo l’evoluzione tecnologica dell’occidente e la superiorità delle armi gli fa temere il peggio. Rapidamente il Giappone abolisce il regime antico e opera una svolta verso la modernità. Nel 1867, il 15° Shogun Tokugawa restituisce il potere politico all’Imperatore.

Bushidō moderno Nonostante la spartizione del regime feudale e dei Samurai, il Giappone tradizionale è sempre vivo e le sue regole e principi costituiscono ancora di tratto fondamentale del mondo dell’economia che obbedisce ad una strategia determinata da un ristretto gruppo di persone che fanno passare l’interesse del Grande Giappone al di sopra degli interessi privati e personali. Il Bushidō appare così come la legge non scritta dei Giapponesi. La società è fondata su un idea di vassallaggio
La gerarchia onnipresente è la chiave del Giappone e l’adesione a questa coesione con l’Imperatore ha per esempio salvato il paese dallo smembramento alla fine della seconda guerra mondiale. Gli stessi USA saranno costretti a riconoscere nell’Imperatore come l’unico portavoce valido per ricostruire un Giappone diverso da quello che veniva sconfitto. Lo spirito delle arti marziali non differisce da quello del Budo Tradizionale. I principi fondamentali sono gli stessi. La nostra mentalità occidentale fatica a volte a comprendere come una via di combattimento possa costituire una via verso la saggezza. Nel caso del Bushi, la via della spada include tutto ciò che occorre fare per perfezionarsi, portata alle estreme conseguenze, fino all’assoluto. In essa solo la pratica e l’impegno totale danno senso autentico alla Via (DO)

Abbiamo quindi schematicamente tre epoche del Bushidō:
  • Un Bushidō guerriero, antico, forse sarebbe meglio parlare di Bujutstu detto anche Kyuba no Michi (Via dell'arco e del cavallo).
    La sua origine risale all'epoca della rivalità tra i clan Taira e Minamoto e va dall'undicesimo secolo fino circa il 1600:

  • Un Bushidō in periodo di relativa stabilità sociale che assorbe i principi Shinto e del Neoconfuciani , è quello dell'epoca Tokugawa e va fino

  • Un Bushidō moderno che inizia con la modernizzazione e occidentalizzazione nel Giappone fino ai giorni nostri.

La via dell'arco e del cavallo fu il primo codice non scritto dei Samurai . In quanto via coinvolge la totalità dell'uomo e del suo universo. Al centro vi sta la nozione di Giri: Obbligo, dovere, dirittura morale, comportamento retto e giusto, rispetto nei confronti del proprio signore. E' questa nozione che riassume e sostiene tutte le più rigorose esigenze della gerarchia sociale. ( per chi volesse approfondire l'argomento si consiglia di leggere: Daodoji Yuzan, Budì Shoshin Shu (letture elementari sul Bushidō 1639 - 1730); Buke Sho Atto scritto su richiesta dello shogun Tokugawa Ieyasu per codificare i comportamenti dei Bushi o Buke = Guerrieri.
Koyo Gunkan attributo a Kaosaka Danjo Nobumasa. L'opera propone come modello Takeda Shingen, grande Samurai , mai sconfitto.
Il suo principio:" Ogni battaglia deve solo essere vinta".
Un altro punto chiave del Bushidō , riprese nel famoso Hagakure riguarda l'idea della morte. In esso si dice: " Ho realizzato che il Bushidō significa morte" Se si è obbligati a scegliere tra la vita e la morte, ciò che importa è di saper scegliere senza esitazione. Bisogna semplicemente saper decidere e agire ... . Se il Samurai pratica l'introspezione e l'autocritica in ogni momento della giornata e se è disposto a lasciare la vita quando occorre, sarà perfetto in tutte le arti marziali e vivrà una vita pura come un diamante. Però bisogna capire ed interpretare questo rapporto e concetto.
Per lo Shinto, la vita è un bene ricevuto dagli Dei. Il Samurai che gioca con la propria vita e l'altrui, si espone sconsideratamente al pericolo è uno sconsiderato. L'ordine naturale delle cose è espressione dell'armonia universale ed interiore e la vita va protetta e vissuta in modo giusto. Imparando il distacco dalla morte si apprenderà il vero valore della vita, ma la vita deve essere protetta. Colui che ottenuto il distacco dalla morte è certamente un uomo libero e liberato che non ha più nulla da apprendere. All'origine il Giappone è essenzialmente animato dallo Shinto, e secondo la vecchia credenza giapponese la morte è una cosa detestabile. Nessun seppuku avviene in un tempio Shinto. Quindi questa pratica tardiva, e la nozione di onore ed obbedienza andrebbero rivista, ripensate e chiarite meglio al pubblico spesso ingenuo dell'occidente, che ha la tendenza a prendere le cose alla lettera.
Sta di fatto che nel 1663 il bakufu, governo feudale, promulga un editto che dice:" Abbiamo spesso detto che un suicidio non comandato, ordinato, è una mala azione e futile ..." l'editto per conseguenza, interdice il suicidio sotto pena che le famiglie saranno private di tutti i loro beni e che la colpa ricadrà sui figli.

In epoca moderna il Bushidō sopravvive soprattutto nelle scuole di arti marziali, o così dovrebbe essere. Ma l'insegnamento di massa contrasta con quello dei tempi antichi. Il livello di qualità è generalmente molto più basso. Per questo alla fin fine, l'insegnamento profondo non viene dato che a pochi e rari iniziati.
Fra le scuole moderne e le vecchie scuole esiste una differenza considerevole e poco apparente, anche perché ciò che conosciamo di esse è tutto molto vago. Tutto è stato pulito, reso presentabile, e conforme all'ideale che noi ci attendiamo di vedere, spesso attraverso una abbondante letteratura e aneddotica. I Giapponesi si guardano bene dal contraddire o intervenire.
Ciò che un Maestro avrebbe da dire è così lontano dalle fantasie occidentali, che al contrario essi se ne servono per proteggersi e conservare un insegnamento il più segreto possibile. E questo non solo nel campo delle arti marziali, ma anche per esempio nella ceramica, pittura ecc..
L'accesso alle fonti autentiche è dunque difficile per un occidentale come per un giapponese stesso
. Inoltre lo spirito tradizionale giapponese non prova alcun bisogno di spiegare, analizzare come noi occidentali. L'insegnamento di fondo viene da una pratica. Allorché uno è impregnato dalla pratica a completamento vengono aggiunte spiegazioni orali.
In realtà il segreto stesso è meno importante che la fedeltà alla trasmissione. Colui che vuole meritare un insegnamento deve prima dar prova di ciò che questo insegnamento significa per lui, e quale prezzo è spiritualmente e umanamente disposto a pagare per riceverlo.
Generalmente i grandi maestri non spiegano molto.Un allievo deve essere condotto al suo più alto grado di possibilità grazie alla sola intuizione interiore.

In conclusione abbiamo dunque tre epoche nel Bushidō , tre modelli:
  • Vincere o morire per così dire. E' una dimensione pratica. Condizionata dal bisogno di... . Dal bisogno della difesa nasce la strategia della difesa. Prevenire il pericolo comporta neutralizzare. Per neutralizzare è meglio prevenire, dunque aggredire. In questa ottica e logica il Bushidō innesca una spirale senza fine e incontrollata. Quello che occorre è acquisire una abilità in qualunque modo di combattere. E' necessario essere in forma essere pronti, anche in tempo di pace. Ma che cos'è la vita?

  • Tempo di Pace dalla sopravvivenza si passa ai ricordi di quando .... Il Bushidō diviene allora racconto, rappresentazione, cerimonia, spettacolo storico della tradizione. Combattimenti epici ed immaginari vengono rappresentati, perché il Samurai ha bisogno di mantenere viva la propria identità. Nasce il Kenbu o danza delle spade che come il Kata è ritualizzazione di azioni letali.

  • Do, Via, realizzazione interiore. La pratica trascende la rappresentazione e si evolve in qualcosa di più complesso. Il semplice ricordo o celebrazione aveva qualcosa di troppo ristretto. La nozione di hara e Ki permettono di trascendere i fini e confini del combattimento utilitaristico. Dal Bujutsu si va verso il Budo. Il tentativo è di tramutare le specializzazioni del combattimento in un metodo di integrazione con l'universo. L'uomo sviluppa la propria personalità cercando il significato della propria esistenza. L'integrazione si opera a qualsiasi livello: personale, sociale e spirituale.

Il Bushidō diviene un sistema etico che può anche non essere strettamente connesso al combattimento o a una sua rappresentazione, ma a una filosofia, una Via, un Do. Tutte le arti marziali hanno conosciuto

Abbiamo quindi tre diversi aspetti:
  • WAZA - Utilitaristico
  • KATA - Formale, Ritualistico
  • DŌ - Spirituale, Morale.

Questi aspetti non sono mai chiaramente disgiunti l'uno dall'altro. Per fortuna, anche se pochi, alcuni Maestri hanno capito che l'uomo deve sopravvivere come specie intelligente e trovare un metodo creativo, non distruttivo a cui applicare le proprie capacità e divenire un Maestro della terra.

Ad ogni generazione il ciclo continua e non può essere solo e semplicemente capito o spiegato; occorre rifare il percorso, sudare, lottare riuscire!
Oss
Luciano Puricelli

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