Nella storia del karate i fatti spesso sfiorano
la legenda o il mito e molte cosiddette informazioni e verità,
a causa dellinsegnamento esoterico, mostrano ciò che sembra
ma che non è.
Le chiavi di interpretazione sono andate perdute. La documentazione
scritta, allo stato attuale delle ricerche, è insufficiente
e scarsa; inoltre molti aneddoti sono riportati di terza, quarta
mano e sono perlopiù ricordi o opinioni personali.
Per parlare di karate tradizionale sembrerebbe legittimo rifarsi
alla storia del karate e trarne le debite conseguenze e conclusioni,
ma purtroppo parlare di storia del karate è come muoversi sulle
sabbie mobili. La natura e la sostanza della materia impongono
attenzione e cautela. Quello che oggi può sembrare un dato certo
può venire vanificato da un momento allaltro; lunica
cosa sicura è che ci muoviamo in un ambito fortemente ipotetico,
anche se, specialmente per i tempi recenti, un certo numero
di dati sono in nostro possesso.
Le difficoltà non finiscono qui, infatti il karate era praticato
sino agli albori del XX secolo in segreto, e anche nellera
odierna sono più le cose non dette, volutamente taciute, di
quelle pubblicate.Non ultimo, bisogna tener conto del fatto,
che, linsegnamento autentico è, nel rispetto di Daruma
Taishi (bodhidharma), linsegnamento che viene trasmesso
da cuore a cuore, direttamente da maestro ad allievo, non con
supporti audiovisivi, ecc.Un vero Maestro ama il proprio allievo,
e adotta tutti quegli espedienti e quelle sottigliezze pedagogiche
che ritiene opportune e che meglio si prestano a favorire lo
sviluppo completo della personalità e dellabilità tecnica
dellallievo.
Per cui molti eventi vengono spesso modificati con lintento
di educare e motivare positivamente lallievo. Se poi si
pensa che la verità, come la tecnica, è relativa al livello
di comprensione di chi apprende, ovvero che vi è una spiegazione
superficiale, evidente, che tutti sono in grado di vedere, ma
vi è anche una spiegazione superficiale esoterica, più profonda
che specialmente nel passato veniva confidata solamente a pochi
fedelissimi.Si comprendono le difficoltà tecnico culturali che
devono affrontare sia il novizio come lesperto che desiderino
approfondire e conoscere le proprie radici storico - culturali.
DIFFERENZE TRA KARATE
TRADIZIONALE E KARATE MODERNO
Dopo
la II guerra mondiale, il karate ha avuto nel mondo una enorme
espansione, ma questa espansione e la società odierna, dellusa
e getta, hanno prodotto una babele di stili, di interpretazioni
e di "cosiddette verità" o "modernità" tale
che i Maestri, veri depositari dellarte, non erano più
in grado di distinguere in mezzo a tutti questi "karate"
la propria arte.
Se una volta vi era il
KARATE perché parlare di KARATE TRADIZIONALE
Il Maestro H.Nishiyama e con lui il
Maestro H.Shirai sono stati costretti a ridefinire il Karate
ITKF, che avevano appreso dai loro maestri e che continuano
a diffondere e praticare, con nome di: Karate Tradizionale.
Perché? Perché
il nome di Karate era inflazionato, da un insieme di karate:
karate moderno, karate sportivo, karate full contact, light
contact e ingegnose varianti, tanto che in questo mélange di
tecniche ed espressioni corporee in libertà che pretendevano
di chiamarsi karate, non riuscivano più a riconoscere il karate
trasmesso dal Maestro G. Funakoshi e dai grandi maestri del
passato.
Dunque come
fare a ricollegarsi teoricamente e concretamente alla tradizione
viste le difficoltà sopra esposte? Sappiamo che col termine
tradizione si definisce latto di trasmettere qualcosa
da persona a persona e che in essa è determinante il compito
di conservare più fedelmente possibile ciò che è stato trasmesso,
con limpegno eventualmente di migliorarlo e di migliorarsi.
Quindi la
soluzione era semplice, bastava attenersi ai principi che definiscono
larte marziale, e far sì che in questi principi fossero
rigorosamente rispettati anche nelle manifestazioni agonistiche.Su
scala mondiale due sono le organizzazioni che disciplinano i
karate: ITKF (International Traditional Karate Federation, rappresentata
in Italia dalla FIKTA) e la FMK/WKF (ex WUKO).
Da un lato
lITKF si rifà e mantiene i principi etici, tecnici, filosofici
e spirituali della tradizione e che costituiscono il fondamento
della propria disciplina e tecnica che generazioni di Maestri
a praticanti si sono trasmessi e tramandati fino ai giorni nostri.Daltro
canto il "karate moderno" come attualmente praticato
dalla FMK/WKF (ex WUKO) è la diretta conseguenza della scelta
tecnica avvenuta nel 1982. Infatti nel 1982 la WUKO si dotava
di un regolamento di gara, tuttora in vigore, che modificando
i principi su cui si fonda il karate tradizionale, lo trasforma
in uno sport nel quale si fa essenzialmente uso di pugni e calci.
Il problema
è anche stato sottoposto allo studio della Commissione Giuridica
del Comitato Olimpico Internazionale: il C.I.O. che nella 101^
Sessione di Montecarlo, Settembre 1993, chiaramente stabiliva
che il karate tradizionale è il karate diretto e disciplinato
dallITKF.
Abbiamo quindi
da un lato il karate tradizionale ITKF che è rigorosamente basato
sul concetto di Todome e Finishing blow o "tecnica definitiva":
ovvero una singola tecnica, con luso del corpo, e senza
uso di armi o attrezzi, deve essere in grado di distruggere
la capacità offensiva dellavversario; e dallaltro
il "karate moderno" FMK/WKF (ex WUKO), che, stando
al proprio regolamento di gara, ammette azioni di calcio e pugno
che non hanno requisiti del finishing blow. Le tecniche vengono
descritte come "azioni vigorose", e quindi non richiedono
alcuna tecnica allenata in modo speciale.Come risultato, qualunque
disciplina sportiva o arte di combattimento può partecipare
a tali competizioni, perché non viene richiesta alcuna competenza
tecnica specifica.
Differenze
evidenti:
Le azioni tecniche nel
karate tradizionale vengono rigorosamente generate dal completo
contatto della pianta del piede, col suolo. Attraverso luso
di una forte e rapida azione delle anche si produce lenergia
di base necessaria (external power) per creare il "colpo
definitivo" o "finishing blow".
Lenergia
così prodotta viene liberata grazie ad una serie di movimenti
coordinati e connessi (tecnica) che creano la forza dimpatto
necessaria e richiesta.
L'energia
per esempio di una tecnica di pugno, in sostanza viene rilasciata,
in primo luogo partendo dalla pianta del piede, completamente
appoggiata a terra, poi incrementata dall'uso delle anche, poi
dall'azione delle braccia, gomiti, polsi e pugno nel momento
i cui raggiunge il bersaglio.
E' assolutamente necessario che in
ogni fase del processo vi sia un continuo incremento di energia.
Al momento dell'impatto la pianta del piede
deve mantenere il contatto con il suolo in modo che la contrazione
totale della muscolatura del corpo permetta di liberare l'energia
massimale sul bersaglio (azione qui descritta evita che il pugno
rimbalzi nel memento del contatto, poiché altrimenti si avrebbe
una dispersione di potenza.
Se non vengono rispettati i criteri grazie
ai quali si genera la "forza
esterna" (external power) , (connessione
completa con il suolo), allora l'energia di base della
tecnica non può venire incrementata e non raggiungerà il livello
massimo del "finishing blow".
Per contro nel Karate moderno, molte tecniche
vengono generate nella parte superiore del corpo, non è richiesto
il contatto completo del piede col suolo, inoltre il pugno rimbalza
velocemente indietro alla fine della sua corsa. Poi nel Karate
moderno, ex Wuko, il colpo è ancora in movimento nell'impatto,
mentre nel karate tradizionale il colpo si deve arrestare completamente
al momento dell'impatto.
Un'altra sostanziale differenza sta nel
fatto che nel Karate moderno ex Wuko non vengono definiti i
requisiti tecnici al memento dell'impatto; per loro è in effetti
sufficiente che la tecnica raggiunga il bersaglio nel più breve
tempo possibile.
Questa concezione è completamente differente
dai fondamenti tecnici stabiliti dall'ITKF.
Ne consegue quindi che se atleti di "karate
moderno" partecipassero a competizioni di "Karate
Tradizionale" con giudici e regolamento ITKF, gli atleti
di Karate moderno forse riuscirebbero a raggiungere il bersaglio
molte volte, ma senza vedersi assegnato alcun punto a causa
dei diversi fondamenti tecnici.
D'altro canto se atleti di "karate
tradizionale" partecipassero ad una competizione di karate
moderno si troverebbero ad avere un timing diverso ed un diverso
criterio di assegnazione del punto, ecc.
Da quanto sopra si vede che il "karate
Tradizionale" ITKF ed il "Karate Moderno" FMK/WKF
(ex WUKO) non solo si rifanno a fondamenti metodologici differenti,
ma sono anche incompatibili dal punto di vista della competizione.
Nell'ottica del rispetto del principio della Costituzione del
C.I.O. (COMITATO OLIMPIONICO
INTERNAZIONALE N.d.R.) che sancisce la libertà di
ognuno di praticare la disciplina che preferisce ed il diritto
allo sport è auspicabile che Karate Tradizionale e Karate Moderno
procedano parallelamente fianco a fianco nel rispetto della
reciproca libertà di espressione e completa autonomia tecnica.
Oss
Luciano Puricelli