Purtroppo per te, hai anche la sfortuna di vedermi fuori "orario" ma quello che osservi è solamente un a persona che al di là di quello che è o quello che pensa di essere, vive una vita sua in compagnia di altri, leggere spesso quello che scrivete mi aiuta a migliorare, mi aiuta a riflettere sul senso di responsabilità che mi onorate di portare sempre con orgoglio.
Domanda: Un giorno di tanto tempo fa il M° Bacchin ti disse:” tu sei un maestro anche fuori la palestra”. Come risponderesti a questa sua affermazione?
Risposta: L'appellativo "Maestro" è una cosa che viene attribuita da altri e credo che se gli altri ti riconoscono questa qualità come fai a scindere quando esserlo o non esserlo? In questo trovo difficoltà nel discuterne con Gianfranco, per lui, evidentemente esiste questa "spartizione di ruolo" per me no.
Che io sia dentro o fuori dal tatami, cosa cambia se il karate è "Karate no shugyo wa issho de aru" "Il karate si pratica tutta la vita" Se hai un ruolo, se ti viene riconosciuto un ruolo, ce l'hai e basta, un architetto, un' ingegnere cessa di essere tale fuori dalla sua mansione?
Domanda: Se tu non potessi più praticare questa disciplina cosa faresti?
Risposta: Questa cosa non esiste, tu parli per l'appunto di Disciplina, cos'è che ti potrebbe far fare a meno di praticare la disciplina?
Ti ripeto, il karate si pratica tutta la vita, ogni respiro, ogni momento, sempre e per sempre!
Domanda: Cosa faresti , se il tuo corpo non può praticare la via a cui hai dato tanti anni, il Maestro come modifica la strada?
Risposta: Bella domanda ma anche qui si potrebbe pensare che il problema sia ingannevole: Potrei interpretare la domanda come una duplice domanda.
La prima implica il mio essere allievo. L'allievo che fisicamente non fosse più in grado di praticare perché impedito fisicamente potrebbe chiedere al Maestro la disponibilità a continuare la sua formazione. In questo caso il Maestro dovrebbe modificare l'approccio alla pratica per continuare a motivare l'allievo a non cedere difronte a nulla. L'impedimento fisico non è una scusante al cedere, anzi.... sarei portato a pensare il contrario, vedi: nel 1973 ho subito un intervento di allungamento della tibia sinistra, sono rimasto distante dalla palestra per quasi tre anni, in questo lasso di tempo, quotidianamente ho sempre fatto i miei 5 heian, le mie flessioni, anche se avevo la gamba spezzata in due, i miei addominali, anche se poi avevo il gesso, ho sempre pensato ai miei fratelli di pratica che andavano avanti.
Per quanto riguarda la seconda ipotesi su come il Maestro modificherebbe la propria strada ti posso solo rispondere che onorerei quanto insegnatomi e appreso in questi 38 anni di pratica, praticherei e continuerei a fare karate.
Una strada non si modifica si percorre! Non cambierei di una virgola ma questo potrei dirlo solo nel momento in cui succedesse, la mia è solo una supposizione confortata dal mio carattere dal Chi Sono!, sono un allievo che segue l'insegnamento del suo Maestro e il mio mi ha sempre insegnato a non mollare, anche se ci ha provato in tante occasioni.
Domanda: Tutti almeno una volta nella vita si pongono la domanda “Come sarò?” E tu? Tu che non sai come sei ma solo chi sei, ti sei mai fatto questa domanda?
Risposta:Si anche io, spesso mi pongo questa domanda, sai cosa succede? Siccome, ho una fervida immaginazione e già mi raffiguro...... Mi faccio la più bella risata della giornata, no, sul serio! Mi vien da ridere se penso come sarò fra 10.000 anni.
Sai perché mi vien da ridere?
Mi vedo durante le lezioni, vedo un mio allievo/a ( inutile fare nomi) che mi viene a prendere a casa e mi porta in palestra, anche lui/lei, malfermo/a sulle gambe, assieme ci aiutiamo nel montare e smontare dal motoscafo ci aiutiamo nell'aprire le maledette saracinesche che Luciano insiste a non aggiustare. Poi, lentamente arrivano i bambini 12, 13 anni Gialle! li guardo e gli dico ." Yoi.... gedanbarai sinistro Kamaete!". Mostro qualche tecnica, ancora riesco a muovermi e ad agire. Alla fine della lezione mi faccio dare un bacio, come fosse l'ultimo, perché non so se domani ci sarò ancora, la vita è stata così buona con me che non posso, come faccio a cedere di fronte alla mia età di fronte alla mia debolezza!
Domanda: Se qualcosa ti potesse rendere uguale agli altri privandoti del karate-do “applicato” come vivresti?
Risposta: Bella domanda: rendere uguale agli altri? Io non sarò mai uguale agli altri perché siamo tutti esseri UNICI e questa unicità ci rende diversi, ma non voglio scappare dalla domanda Karate-Do Applicato. Vedi, nella vita può succedere di tutto e di più, puoi prendere un virus o fare un incidente nel quale perdi completamente l'uso del corpo, non so cosa farei, il mio può essere solo un "vedere" quello che vorrei vedere, cercherò di essere il più sincero possibile;
Mi infermo a causa di un qualsiasi motivo, spero e mi auguro non succeda mai, ma la domanda stuzzica la mia immaginazione e mi impone una proiezione.
Posso solo rispondere in un solo modo, l'unico che ho capito nella mia incoscienza, KUJIKERUNA.
La via della pratica, come la via del karate-Do è una via strada fatta di Mente, Cuore, Anima, Fisicità.
La tua domanda riguarda la fisicità mi spiace ma mi rimangono ancora tre possibilità prima di andare da un altra parte per ricomparire come un Huskj.
A si, mi rimane anche un'altra cosa importante, qualche fedele allievo che vorrà passare a salutarmi per dirmi e chiedermi ancora un sacco di cose.