Si, cara
Anna, un anno andato male ma non troppo, con i giovani atleti questo 2012 si chiude un anno molto bello sul piano agonostico e sul piano formativo:
Abbiamo 4 nuove cinture blu;
Abbiamo due nuovi iscritti;
Abbiamo ancora il piacere di continuare un percorso che spero duri ancora parecchi anni e questo per me è la cosa più importante.
Certo, hai ragione, le presenze sono calate ma non così la qualità delle presenze.
Chika, Monica, Francesco, una certa Anna ( si è vero abbiamo passato un'estate fatta di scazzi telematici, ma anche questo è servito a rivederti e a riaverti tra noi.
Ricordati, cara guerriera inconscia, che tu hai un Maestro e lui, alle volte, non sempre, sa cosa mettere nel piatto prima di giocarsi l'ultima partita o parola. Vero è anche che amo i bluff ma questa è un'altra storia.
Abbiamo un gruppetto di "
Vecchi Bambini" Adrian, Vlad, Antonio e Susanna, ragazzini stupendi motivati e sempre o quasi pronti al sacrificio di "
esserci" Abbiamno un gruppetto di Bambini stupendi
Irene, Sofia, Alessia, Sara, Sergio e i due nuovi
Ernesto e Sebastiano.
Siamo pochi? Certo, così la palestra potrebbe anche chiudere ma sinceramente io do il massimo, che altro posso fare?
E' anche vero che le cinture nere hanno fatto altre scelte, eravamo belli e eravamo in tanti ma sono felice che tutti i miei atleti si affermino nella vita, l'affermarsi nel karate richiede
abnegazione e tanto, tanto sacrificio e io non me la sento di porli davanti a questa scelta che deve venire dalla natura nascosta dell'uomo o donna che sia.
La via del karate-do è un mistero, ricordatatelo sempre.
Chiara, Andrea, Caterina, Alberto e Nicolò hanno mollato per motivi diversi; aspettative di vita che riguardano: lavoro, soldi piacere di praticare.... tutto va bene quando vorranno rientrare la porta è aperta così come sono giù pronti dei gyakuzuki potenti, sta a loro comprendere se l'esperienza fatta con me, con noi, la desiderano ancora.
Molte volte mi illudo sulle persone, sono un
romantico rompicoglioni, lo ammetto.
Penso spesso a
Chiara, a Caterina ad Andrea ad Alberto o Nicolò ma li penso felici, soddisfatti e realizzati ma so che,
almeno per tre di loro, non è così.
Spero per loro e sogno per loro un rientro che li faccia comprendere che
quando una persona entra in palestra inconsciamente decide se sarà per tutta la vita, a me è successo così, poi Demichelis, ci ha lasciati, Luciano mai!
Mi spiace molto per
Francesca e
Donato soli nelle loro nere cinture lasciati anch'essi dai loro amici/colleghi.
Penso ad un corso perso ma mantenuto solo per il mio desdiderio di non dismetterlo.
Con le cinture nere avevamo più futuro oggi bisogna ricostruirlo augurandosi che fra loro ci sia un Senpai che si accolli il futuro.
Io da parte mia farò tutto il possibile per aiutarlo a manifestarsi a se stesso ma non esistono obblighi in questo se non quelli che sente l'allievo nei confronti di se stesso, del Maestro e della palestra dove pratica.
Di una cosa però non vado fiero ma non ce l'ho con nessuno di preciso, solo con me stesso, evidentemente qualcosa non va e quello che proprio mi addolora è che non capisco la causa, la causa vera.
Non c'entra lo stato di decadenza della palestra, non c'entra il o i Maestri, qui siamo di fronte ad un problema sociale grave.
Il tutto e subito, il Maestro immagine, i compagni che non dimostrano, tutte cose che si collegano fra loro.
Tu a chiedi e proponi cose che non so cosa produrranno ma solo felice che tu lo dica e lo manifesti anche "fisicamente" ti ringrazio per il tuo appoggio che non è mai venuto meno tu dici: Da cosa, da chi si riparte?
Si riparte da chi c'è.
ESATTO!
Si riparte da qui. E non è mai poco.
NO, NON E' POCO!
Si riparte da un appello, che lancio qui ora pubblicamente ai miei compagni, a Chika, Monica e Francesco: da soli non si va nessuna parte, senza il nostro aiuto materiale la palestra non va da nessuna parte. Riflettiamo su questo. Almeno proviamoci.
L'unico modo che ha la palestra di sopravvivere sono le iscrizioni e l'unica cosa che crea adesione siete solo voi che con il vostro orgoglio di appartenenza potete portare persone a fare.
Voi siete l'unica arma che abbiamo. Funzionava così anche nel 70 e è sempre funzionato così a Venezia poi......
Mi verrebbe da dire Kujikeruna ma, si sa, l'ultima parola spessa sempre al Maestro.
La mia ultima parola sta sempre dentro il concetto che hai appena espresso Kujikeruna appunto.
Voglio che tu legga quanto ha scritto di me il Maestro Demichelis.
Caro Davide,
ho letto ciò che hai scritto nella tua tesi per il corso di Maestro di karate.
Complimenti! Mi riferisco soprattutto a " come " hai scritto quello che hai scritto.
Descriversi così apertamente è caratteristica delle persone forti.
La sensazione di inadeguatezza che, come tu stesso descrivi nel tuo scritto, ti limitava nel gioire della pratica della nostra stupenda disciplina è solo un ricordo lontano.
Leggo e mi rappresento nella mente la figura di un uomo coraggioso, equilibrato, aperto, sensibile.
La tua esperienza personale è un evidente esempio di quel prezioso lavoro interiore che consiste nel vincere il nostro nemico interiore.
Il suo cognome è PAURA.
Il suo nome è "della critica", oppure "del dolore".
Altre volte si chiama "delle responsabilità" o "di accettarsi".
Ti sei alleato al coraggio, alla tenacia, alla perseveranza, alla tua ed ecco i risultati!
Congratulazioni nuovamente.
Hai perfettamente ragione. Sapevo perchè non volevi presentarti agli esami e" volevo proprio sentirmelo dire" da te.
Quando ho letto a parte lo stupore nel ricevere, dopo molti anni dalla stesura, una mail dal Maestro mi hanno fatto riflettere non poco le parole di grande elogio ricevute.
Non so se merito tutto questo ma se questo vuole essere un segno a continuare……
Oss
Davide Rizzo