Non mi sentivo pronta fino all'ultimo, e all'ultimo ho trovato il coraggio di provarci.
Parziale. La conquista completa l'avremmo ottenuta solo con un risultato soddisfacente, cosa che non è avvenuta

Risposta: Tutte le conquiste sono parziali, parziali nel tempo, parziali nel risultato subito superato da una seconda conquista. Non si è mai o quasi soddisfatti di un'esame, ci continuiamo a ripetere; potevo fare meglio, potevo andare oltre, potevo, potevo,........ si, è vero tutti possono fare meglio tutti possono superarsi, in quel momento, ma il momento è quello e il risultato di quel momento è sempre quello, non lo cambi lo puoi solo "digerire" e credere che la prossima volta andrà meglio ( o peggio!). Io ho visto l'esame, l'ho valutato con il Maestro che conosce solo in parte il vostro percorso formativo, io si! e per quanto mi riguarda ho già espresso il mio parer sull'esame che come per tutte le cose si poteva fare un po meglio nel senso della decisione e del kime, per quanto riguarda il resto si migliorerà allenandosi indefessamente, caldo, freddo, mancanza di ossigeno e incazzature varie.

E' vero piuttosto che si chiude un anno estremamente difficile e che l'esame, la sua difficoltà ad affrontarlo, simboleggia la difficoltà che mi ha accompagnato in quest'anno di vita. Erano successe troppe cose perchè non ne risentisse la mia concentrazione, il mio kime, il mio sguardo, la mia forza sulle gambe, i miei pugni nei kumite, il mio ascolto verso il maestro. Non è un alibi. E' la difficoltà a scrollarsi di dosso, mentre si tirano i pugni, il dramma che accompagna la nostra esistenza, le prove che dobbiamo affrontare fuori dal tatami e che non ce la facciamo, con tutta la buona volontà, a lasciare fuori dalla palestra.

Risposta: Carissima e dolcissima guerriera di vita noi siamo adulti, abbiamo e sopportiamo tutte le difficcoltà che ci cadono o ci cerchiamo sul groppone.
Siamo adulti e purs empre eterni bambini, vogliosi d'amore e di dolcezza, adulti che cercano sempre il conforto e il confronto dentro e fuori della palestra. La vita non è semplice e noi contribuiamo pure, con le nostre paturnie, a renderla ancora più complesa e difficile. Tutto scorre,e tutto passa, il tempo inesorabile trascorre e ci sfugge tra le dita ma il tempo del Karate può governare la vita e i suoi ritmi, tutto ha un suo ritmo, tempo distanza e noi dobbiamo allenarci a governare questa cosa.
Ricorda che: " Ci sono quattro cose che non tornano indietro:
La Pietra, dopo averla lanciata;
La Parola, dopo averla detta;
L’Occasione, dopo averla persa;
e il Tempo… dopo che sia trascorso

Mi sono chiesta più volte se avesse senso essere presente solo fisicamente, mentre la mente era un fantasma che vagava nell'aria pesante e sudaticcia. Questa è la domanda che pongo al maestro. Si ha più coraggio ad andarsene o a rimanere?

Risposta: Si fa prima a far del bene o del male? Far del bene a noi stessi richiede tempo e dedizione senza sempre chiederci se sto facendo bene o male, se vado bene o no. Tutto è li, davanti a noi e noi sappiamo cosa va o non va.
Ricorda una delle prime regole del karate ( autodifesa, non danneggiare il corpo e la mente).
Quando si entra nel DOJO spesso capita che i pensieri ci corrino a presso, lasciarli fuori è difficile ma non impossibile, basta solamente non pensarci e loro se ne stanno buoni buoni esattamente dove li hai lasciati. ( ti ricordi della disgressione sull'urlo come anestetico per il dolore del corpo? Beh ho scoperto che anestetizza anche la mente)
Ohi provare non fa del male a nessuno tanto meno a noi stessi, sai quante volte in mezzo alla laguna o in macchina da solo o con la Fra mi lascio andare al canto sfrenato che equivale all'urlo o al dire al primo che passa:
"..... veciooo ti ga latteeeee???????)
Battute a parte vorrei rispondere in maniera esauriente all'ultima tua domanda.
Rimanere o andare non è una questione di coraggio ma di scelta e questa, che piaccia o no è già nel tuo cuore.
Quando ho pensato a KUJIKERUNA pensavo proprio alla stessa tua domanda.

Oss

Davide Rizzo