STAGE TECNICI
A SALSOMAGGIORE 19 - 20 Gennaio 2013
All' anno prossimo
Con forza e coraggio.
Aspetti del budo, con un’attenzione particolare ai fondamentali, dal kime waza al jiyu kumite, senza dimenticare la cura per la tecnica. Questi i contenuti dell’appuntamento annuale con lo stage nazionale di aggiornamento dei tecnici della Fikta a Salsomaggiore Terme, tenuto come sempre da Sensei Hiroshi Shirai, cintura nera 10° dan, e l’intervento del monaco Mitzutaka Koso che ha tenuto una lezione sui principi del Bushido
Unico programmato per il 2013, lo stage nazionale di aggiornamento dei tecnici della Fikta (Federazione Italiana Karate Tradizionale e discipline affini) al PalaCotonella di Salsomaggiore Terme è stato un enorme successo di partecipanti, con un palazzetto gremito in entrambi gli appuntamenti di sabato 19 e domenica 20 dicembre. Guidati dal maestro Hiroshi Shirai, cintura nera 10° dan e capo scuola di Fikta e Isi, i tecnici, maestri e istruttori, aspiranti tali, e atleti graduati cintura nera minimo secondo dan hanno potuto toccare con mano e assimilare gli insegnamenti diretti di Sensei Shirai.
L’aspetto tecnico. Il primo giorno. Si inizia sempre con i fondamentali, con il kihon, con il
rensoku waza, per essere “
come ferro”, queste le parole del maestro Shirai che richiamano quelle dette, a suo tempo, dal maestro Hitosu.
“Bisogna sempre allenare velocità e precisione, eseguire le tecniche con abilità ed equilibrio, usando correttamente le anche le ginocchia e le caviglie in tutta la dinamica del corpo”. E bisogna mettere sempre “forza e coraggio per andare poi a combattere contro l’avversario”, gli aspetti del budo e dell’arte marziale. Durante l’esecuzione delle tecniche fondamentali (con davanti i maestri Bernardo Contarelli e Carlo Fugazza, cinture nere 8° dan, gli atleti della nazionale Nazario Moffa, Matteo Leone, Stefano Zanovello, Mirko Saffioti e Roberto Mariani, con i coach delle squadre nazionali di kumite Eska Elio Giacobini e di Fukugo ed Enbu Itkf Silvio Campari), di pugno, parata, calcio e percussione importante è l’uso della contrazione e della decontrazione addominale, insieme al corretto uso della respirazione così che le tecniche siano “sempre piene”.
Nel primo livello di base, del kihon ippon kumite, non ci si muove, mentre nel secondo si comincia ad usare gli spostamenti per arrivare, nel terzo livello, al corretto movimento e alla dinamica del kime waza, con parata e contrattacco e spostamenti.
Si passa poi allo studio dei kata di base (con al centro i maestri Pasquale Acri, coach della rappresentativa di kata dell’Eska e Alessandro Cardinale, dell’Itkf) come Tai kyo ku, Heian Shodan con applicazione, insieme ad Heian Sandan, terzo dei kata fondamentali, dove sensei Shirai ricorda sempre di “fare il meglio ogni volta”.
Quattro nuovi Shogai. “Maestri anziani, guida per gli atleti di ieri ed esempio per gli allievi del domani”, come gli ha definiti il presidente della Fikta Gabriele Achilli, hanno ricevuto per mano del maestro Shirai il grado di “Shogai”. Questo importante riconoscimento è stato consegnato ai maestri Franco Gatti, di 79 anni, Francesco Calimero, di 75, Giovanni Sudati, 80 anni, ed Antonio Maltoni, caposcuola dello Shotokai Italia.
Kime waza. Il secondo giorno. Si inizia di buon’ora, alle 8, la seconda giornata di allenamenti e di stage per i tecnici della Fikta con la ripresa delle tecniche di Kime waza, di pugno e di calcio, con spostamento dove fondamentale è la respirazione, l’esecuzione precisa delle tecniche, la stabilità e il collegamento fra una tecnica e l’altra. “La forza viene da terra – dice sensei Shirai – con l’uso corretto delle anche e del kime, che deve venire dall’interno e non solo dalle forza di braccia e gambe, e capire dove va l’energia”. Importante è nel kime waza il rispetto per l’avversario e
“mi ki ri”, ovvero, “visto, sentito, partito”. Dopo aver studiato attentamente il kihon allora si può passare a quello del kumite, con tattica e tecnica dove “l’importante – come ha sottolineato il maestro – è capire dove e come fare la tecnica”. “Il maestro Funakoshi - conclude Sensei Shirai – ha detto l’importante non è vincere, ma non perdere”.
Si passa allo studio dei kata Enpi, dimostrato dal maestro Pasquale Acri, Gankaku, eseguito dal maestro Alessandro Cardinale, Sochin, dal maestro Eligio Contarelli, e di Go Gyu Sho Dai, eseguito dal maestro Dario Marchini e i loro relativi Bunkai, le applicazioni.
Al termine della lezione Sensei Shirai ricorda come il tempo di esecuzione nel kata dello Shotokan sia fondamentale, e di fare “ogni volta sempre il meglio senza mai accontentarsi della propria performance”.
L’intervento del maestro Koso. Altro aspetto importante della prima lunga giornata dello stage dei tecnici, il tradizionale appuntamento con le riflessioni del maestro e monaco Mitsutaka Koso, coadiuvato per la traduzione e gli approfondimenti dal maestro Shuhei Matzuyama. Imperniato sui sette principi del Bushido, l’intervento del maestro Koso è stato incentrato su Gi, giustizia, fede, moralità e rettitudine, sul coraggio, Yu, il Jin, comprensione, benevolenza, compassione e amore e il Rei, rispetto, cortesia, saluto. E ancora: Makoto, termine giapponese usato per definire la sincerità e l’onesta, dove per il Samurai esiste una sola parola data, il Meyo, ovvero, l’onore, la dignità e il valore di una persona e Chiugi, lealtà e fedeltà: riferito al Dojo Kun del karate do è la riunione di “jinkaku kanseini tsutomuru koto e makoto no michi o mamoru koto” insieme e “reigi o omonzuru koto”. Proprio qui il Samurai costruiva “lo spirito e la bellezza della sua figura proprio come lo sviluppo di un’arte nella pratica equilibrata dei sette principi del Bushido”. Per maggiori approfondimenti vi rimandiamo, nella sezione Educazione allo Zen, al numero 27.2012 della rivista trimestrale Karate Do.
Il sito. Per tutte le altre informazioni, dal calendario degli appuntamenti nazionali a quelli internazionali, dalla tecnica all’arbitraggio, è sempre a disposizione il sito della Fikta, consultabile all’indirizzo
www.fikta.it, in costante aggiornamento grazie al lavoro del web master Maestro Davide Rizzo.
Grazie Maestro!
Oss.
Federica Achilli