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KUJIKERUNA Non Mollate MAI!


KUJIKERUNA

Non cedere, non mollare mai
La funzione del gioco
A cura di Davide Rizzo
Il gioco, la prima forma per comprendere se stessi e gli altri. E' attraverso il gioco che inizia l'autoconsapevolezza del se, ed è sempre attraverso il gioco che il bambino prende coscienza dell'altro, èd è sempre attarverso il gioco che l'adolescente prende coscienza che lo stare assieme è quasi sempre il rispetto delle regole che vale.

Senza regole non ci può essere gioco. Per regole intendo quell'assieme di comportamenti uguali e che valgono per tutti, pertanto l'accordarsi su quale regola seguire è di fondamentale importanza. Ci si può persino accordare per giocare senza regole ma anche questo è regola!

Il gioco non deve essere necessariamente un gioco "piacevole" ma il più delle volte lo è!;
Di solito è una libera scelta e pertanto motivante;
Il gioco è socialità, a meno che non piacciano così tanto i solitari da giocare solamente con o contro se stessi;
Il gioco si può anche suddividere in giochi da ricchi e giochi da poveri? Certamente! il gioco è Cultura Sociale, è Classe Sociale, il gioco è sesso, il gioco è maschio e femmina e altro ancora, è una espressione della cultura della società nella quale si è cresciuti.

Nel giocare la cultura rappresenta se stessa e tende a riprodurre, in forma sdrammatizzata, esperienze che hanno un peso importante nel vissuto sociale. Mi viene da pensare al gioco della guerra o del nascondersi al non farsi catturare o scoprire ecc... .

Si può affermare che l'uomo gioca tutta la vita.

Nel gioco il bambino vive le proprie esperienze senza ansia o angoscia. Nel bambino, comunque, quest'attività ha connotazioni cognitive molto importanti e assume un ruolo determinante nella sua formazione e nella maturazione globale e sociale. In sostanza nel gioco dimensiona cose, persone o situazioni a propria misura, collocando il tutto sotto il proprio controllo emotivo. Il gioco è abilità corporea, scaltrezza, velocità, reattività, forza, resistenza ma è anche astuzia e coraggio, si pensi alle prove di coraggio come vere e proprie sfide con se stessi dove il bambino e anche l'adulto si misurano veramente con il superamento delle propri paure, quelle vere.

Il gioco è anche accudimento, il rendersi responsabili delle azioni degli altri anche se si tratta il più delle volte di una bambola o di un cagnolino di pezza, giocare a fare gli adulti è un vero spasso per i bambini. In questo contesto il bambino razionalizza i propri comportamenti e la propria consapevolezza del futuro.
Nel gioco tutto è concesso, il gioco è liberazione anche dalle "regole" attraverso di esso ci si sottrae dai condizionamenti sociali, giocando con la mente si possono vivere situazioni irreali, in posti irreali, anche se l'immaginazione passa attraverso cose già digerite in precedenza.

La principale ragione per cui l'uomo, specialmente giovane, sente il bisogno ed il desiderio di giocare, consiste nella possibilità di sottrarsi (giocando, appunto) ai condizionamenti del mondo esterno, che molto spesso si rivelano più forti della nostra capacita di superarli. Nel gioco infatti, viene eliminato ogni rapporto con la realtà e sono evitati, con un aggiramento di natura psicologica, tutti quegli ostacoli da cui, diversamente, l'azione riceverebbe impedimenti e divieti. Ecco perché di tutto l’arco della vita, l'infanzia e quella che gioca di più.

Solamente attraverso il gioco l'individuo, specialmente in età preadolescenziale, può liberamente esternare la propria esuberanza vitale anche se bisogna sempre tenere presente che il gioco è un insieme di regole. Compito dell'insegnante è quello di non permettere che la forma ludica venga mortificata da regole troppo rigide. Con il gioco si realizzano anche quelle condizioni neuro-psico-motorie che, grazie alla possibilità di realizzare molteplici esperienze, permettono diverse modalità esecutive del movimento nella coordinazione, precisione, funzionalità ed efficienza.
I prerequisiti funzionali più importanti sono:

Strutturazione dello schema corporeo.
  • Acquisizione e controllo degli equilibri (statici, statico-dinamici, dinamici);
  • Stabilizzazione e controllo della lateralità;
  • Coordinazione senso-motoria;
  • Organizzazione spazio-temporale;
  • Controllo posturale e coordinamento dinamico generale;
  • Adeguatezza degli schemi posturali motori.
Va inoltre sottolineato come dalla prima infanzia fino alla maturità, ed oltre, ogni attività motorio-sportiva ha sempre nella motivazione ludica una componente fondamentale. Questo fatto ha conseguenze metodologiche fondamentali, che condizionano I’insegnamento dei primi elementi del gesto tecnico sportivo. Detti gesti dovranno essere collocati in un contesto ludico, e non dovranno mai avere un carattere di estrema specificità e monotonia, ma destare interesse e curiosità nell'apprendimento. Ampio spazio andrà sempre riservato al migliorarnento di tutte le capacità motorie, soprattutto con esercitazioni di gruppo o con partner, giochi di squadra, a coppie, piccoli elementi di acrobatica, uso di attrezzi ginnici, ecc.

Quando si propongono dei giochi, essi dovrebbero essere:

  • GIOCHI SEMPLICI, CON POCHE REGOLE, FACILMENTE COMPRENSIBILI DA TUTTI GIOCHI DI BREVE DURATA
  • GIOCHI VARI, CHE POSSANO ESSERE COMPLEMENTARI TRA LORO PER GLI OBIETTIVI CHE SI PREFIGGONO

    Eccone alcuni esempi, particolarmente adatti per i bambini delle scuole elementari
    LE ANDATURE e LE PRESE

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