mi riesce difficile non replicare.
Cara Monica, dici che dedico poche righe all'analisi di me stessa, che non mi dò una risposta: io passo le notti in cerca di una risposta che non riesco a darmi, in guerra aperta con me, o con un'altra me. Dici che mi areno di fronte alle critiche: esse sono il più indigesto cibo da mangiar giù; mi restano bloccate sullo stomaco come il famoso ovosodo che non va né su né giù, e comunque sfido chiunque, se interrotto almeno 18 volte in un discorso come solo il maestro sa fare, a riprendere il discorso. Il Maestro lo sa, e usa quest'arma per spiazzare chiunque. Me, te compresa.
Cara Monica, siamo tutti anime diverse, e non è mia intenzione cercare di cambiare le menti degli altri, purtuttavia l'Arte Marziale non è, secondo me, solamente combattimento con il corpo, è anche coraggio di dire quello che si pensa, è coraggio di esprimerlo prendendosi anche la responsabilità del caso, ma soprattutto, come nel kumite, portando rispetto verso il proprio interlocutore e avversario.
Non voglio essere fraintesa, non voglio sfidare il Maestro quando ci troviamo di fronte a delle divergenze verbali, voglio solo esprimere ciò che penso, perchè se me lo tenessi dentro avrei perso la mia guerra con me e con il diritto di esprimere la mia idea.
Penso troppo, è vero.
Ma l'uomo, la donna, sono costituiti da pensiero, domande, dubbi, fragilità, debolezze, errori. Non solo certezze e risposte. Le risposta me le troverò da me, ma permettemi di porle, al Maestro, 'ste domande.
A chi altri, sennò?
Anna Santini