Seconda edizione del trofeo Karate Kid
Ponzano 11 Novembre 2012
Cronaca di una giornata vissuta, almeno da mio punto di vista, "a metà", senza possibilità di assistere alla gara dei convocati in orari successivi a quello di mia figlia Susanna.
Come sempre, l'equipaggio lagunare parte a scaglioni -chi, come noi, la sera precedente, chi nel primissimo pomeriggio di domenica -, a causa di orari diversi nello svolgimento per le gare.
Paderno di Ponzano Veneto rappresenta per la stragrande maggioranza del genere umano munito di auto e navigatore satellitare una bazzecola, mentre ad un veneziano senza mezzo di locomozione a ruote può simboleggiare una titanica impresa, un "zavagio", un viaggio verso l'ignoto, verso la lontana terraferma raggiungibile cambiando più mezzi di trasporto, confidando in qualche treno non bloccato da inondazioni in zona Montebelluna, sperando che funzionino i servizi bus domenicali verso la periferia remota: il tutto portandosi appresso, quale ormai fedele ed indispensabile fardello, i mitici stivali per raggiungere Piazzale Roma mentre in città imperversano 149 cm. di alta marea.
Perciò chi riesce a raggiungere il Palacicogna puntuali ed incolumi si sente già, senza aver ancora gareggiato, vincitore morale.
Susanna, Alessia, Adrian, Vlad, Antonio e Sofia arrivano tra i primi: il clima è rilassato ma non troppo, l'organizzazione è buona ed efficiente, gli addetti molto disponibili: il maestro accoglie i ragazzi, mi mette al collo la macchina fotografica e corre ad arbitrare;
permettetemi di puntualizzare che mai come in questa occasione si è sentita la mancanza di Francesca e di Chiara: mai come in questo momento si è compresa l'importanza della loro presenza con i ragazzi.
Chi è un po' più grandicello (come Susanna, Adrian, Vlad e Antonio che hanno gareggiato in precedenza) si arrangia alla meglio, comunque rimanendo privo di qualcuno che gli faccia un po' di riscaldamento e di ripasso dei kata, assistendo dagli spalti allo spettacolo, al centro della palestra, di gruppi organizzatissimi paragonabili alla Juve in trasferta al seguito del mister;
purtroppo chi è più piccolino, come Sofia, Alessia ed Irene si trova spiazzato e privo di una guida, lasciato solo nella zona atleti senza nemmeno un genitore ammesso ad aiutarli a leggere i tabelloni e a trovare il proprio tatami.
Forse è la storica e venetica "arte di arrangiarsi" che permette al Csc di galleggiare ancora nel marasma dell'efficiente Nord-Est sportivo. Dal di "dentro", però, si percepisce l'impressione che così, a lungo, non si può andare avanti: con la sola forza di volontà non sostenuta da altre braccia.
Comunque, come dice il saggio, "
show must go on" e i ragazzi ce la mettono veramente tutta: ho l'impressione, mentre scatto delle foto da Guinness dei Primati per la pessima qualità, che i nostri giovani atleti non abbiano ragioni particolari per invidiare, in tecnica e serietà, i gruppi "pseudo-Juve-in-trasferta-con-mister-nemici-cattivi-di Karate-Kid-con-sensei-vestito-tutto-di-nero": il podio, nella prima mattina, è solo per Vlad, eppure la soddisfazione per aver dato del filo da torcere agli altri raggiungendo punteggi più che soddisfacenti, nonostante tutto e tutti, è veramente appagante.
Man mano che i nostri ragazzi terminano la gara scappano a cambiarsi e poi via ad affrontare il viaggio di ritorno, prevedendo un viaggio "da paura" paragonabile a quello dell'andata, quasi in fuga di fronte al timore che le sirene dell'acqua alta si sentano anche in quel di Paderno di Ponzano, controllando se nel frattempo sono arrivati altri allarmanti sms dal Comune di Venezia. Ironia della sorte: alla stazione di Treviso il cielo si apre in un momentaneo raggio di sole.
E domani è un altro giorno, probabilmente ad allenarsi con le scarpe da ginnastica
(siamo gli unici in Italia ad avere il privilegio di vedere il tatami trasformarsi in piscina), ma dopottuto, un altro giorno.
To be continued, da chi ha assistito alle premiazioni degli altri fino alla fine della giornata.
In una parola: il Maestro.
Oss
Anna Santini
Risposta