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KUJIKERUNA Non Mollate MAI!


KUJIKERUNA

Non cedere, non mollare mai
Secondo trofeo di Natale al Nakayama
Padova 21 Dicembre 2012
AnnaContinuo ancora a chiedermi come si fa ad organizzare un Trofeo a ridosso dell'Antivigilia di Natale. Vabbè, poco male, perché comunque ancora una volta l'equipaggio venetico alza le vele da Piazzale Roma portandosi appresso un numero ridicolo di giovani piccoli guerrieri e se ne torna a casa con un numero impressionante di medaglie.

Ai blocchi di partenza l'auto del maestro a trasportare me, Susanna e Monica; segue l'auto di Andrea con Sergio e Sofia, mai raggiungibili a causa del cellulare di Andrea affetto da Morbo di Alzheimer; Roberto, padre "miles gloriosus", decide di muoversi più tardi con Irene per concederci una prevedibile mezz'ora di vantaggio.
Vlad e Adrian assenti giustificati (ci mancheranno per completare il medagliere!). Alessia e Sara ci raggiungono più tardi. Antonio e padre preferiscono raggiungere Padova praticamente a dorso di cammello, passando per la chiesa del Santo a mettere un cero propiziatorio.

Il Maestro è già irritato per un incidente alla Rampa e il ritardo di Monica. Susanna tace e riflette. Io mi sono offerta di sostituire Francesca per seguire i bambini e, molto stupidamente, non chiedo delucidazioni su cosa fare. Il Maestro dal canto suo dà, come sempre, tutto per scontato e non mi fornirà alcuna spiegazione.

Partiamo. Usciti dall'autostrada, appena superato Prato della Valle i nostri atleti, avvezzi al moto ondulatorio del vaporetto, cominciano a sbiancare e a vomitare. Ce la faranno i nostri eroi tra una svomitazzata e l'altra? ma sì!!! Tutti noi lagunari rammentiamo gli anni in cui, da bimbi, il nostro volto si faceva di un verdognolo spento appena mettevamo piede a Piazzale Roma, soffrivamo come cani fino alla fine del Ponte della Libertà, riproponevamo la nostra colazione all'altezza del monumento Austro-Ungarico e poi via, rinnovati, verso altri orizzonti!
Arriviamo a destinazione e, come sempre, noi quattro-sei gatti ci troviamo invasi da associati di palestre che contano dai venti ai trenta allievi, ad allenarsi come forsennati. Io cerco di capire dove e come muovermi, comincio a leggere le liste appese con indicati i tatami di riferimente vengo assalita dai bimbi che mi chiedono all'infinito le stesse domande: "A che tatami devo andare? Me lo ridici che non mi ricordo più? Quando si inizia? Quando si finisce? Posso andare in bagno? Posso andare a bere?" Mi rendo conto che, in questo caso, è necessario fare tre respiri profondi, quindi, su indicazione del Maestro, appena finito il riscaldamento incominciamo a provare i kata. Forse uscirò indenne da questa giornata.
L'organizzazione è tutto sommato buona. Si era parlato di "garetta" ma, in verità, c'è un bel numero di iscritti.
Cominciano Sergio e Sofia: si fanno (e ci fanno) onore subito conquistando subito rispettivamente un terzo e un secondo posto (meritatissimi, in particolare Sofia che ha dato il massimo).
Furibonda Irene, nata per vincere e costretta a portarsi a casa un quinto posto a dire il vero un po' severo nel giudizio finale. A sorpresa Alessia, apparentemente timida, si rivela determinata sul tatami e si piazza terza.
Antonio, un po' incerto nella prima prova di Heian Nidan, dà il massimo nella seconda prestazione e ci regala un altro terzo posto.
Sara e Susanna corrono troppo: la troppa fretta di concludere le penalizza e chiudono la gara di kata furibonde quanto Irene.

Per Susanna però la giornata non finisce qua: deve affrontare il kumite e mi confida, con un diavolo per capello, che ha intenzione di picchiare tutti. Ci mettiamo io, Roberto, Monica e Irene a guardarla col fiato un po' sospeso in questa gara ad esclusione diretta: Susanna elimina il primo avversario, si volta verso di noi e vedo già accendersi la luce giusta nel suo sguardo. Un po' scoordinata ma concentrata, si porta a casa, tra le lacrime di gioia, il secondo posto.

Cosa portiamo a casa da questa gara? Innanzitutto un sacco di medaglie; in secondo luogo un po' della nostra solita spocchia di veneziani, del nostro trattare i padovani come dei "campagnoli subalterni della Serenissima"; in terzo luogo portiamo a casa uno spirito di squadra da non sottovalutare e che matura passo passo: è proprio quello che Irene ha espresso, una volta sbollita la sua ira, abbracciando Susanna al termine del kumite, entusiasta quasi come se la medaglia l'avesse conquistata lei stessa. E, in un certo senso, la medaglia è anche sua...

Chiudo questa cronaca scusandomi: il Maestro si è lamentato perché alcuni allievi se ne sono andati, a fine gara, senza farsi la foto e senza salutare. Ammetto che in parte è stata colpa della mia goffaggine da assistente-principiante, che ho un po' sollecitato i ragazzi ad andare a cambiarsi e non ho insistito troppo perché i genitori non scappassero.
Beh, che dire: non si finisce mai di imparare.
Dulcis in fundo: meno male che stavolta c'era Monica a fare le foto!!!

Grazie Maestro e Buone Feste a tutti.

Oss
Anna Santini

Tabella testi Davide - Scritti da noi

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