Breve resoconto dello “
stage” di domenica 3 Febbraio.
Più che uno stage, io lo definirei una specie di “domenicale”. A prescindere dal nome, si tratta comunque di un appuntamento che porta i suoi frutti ed i suoi risultati.
L'intelligenza di questa idea sta nel creare, a distanza bimestrale, un momento di aggregazione ma soprattutto di confronto tra allievi che frequentano e seguono, durante la settimana, percorsi a volte assai differenti e si incontrano, come è avvenuto oggi, per tirare insieme le fila e trovare punti in comune a prescindere dal livello.
Personalmente ritengo che due ore alla settimana siano poche per praticare questa disciplina; sì, lo so, dovrebbe esserci la volontà di lavorare anche a casa ma comunque il lavoro sul tatami è tutt'altra cosa: è fatto di concentrazione, di disciplina, di etichetta; è, in breve, un momento tutto nostro.
Quindi perché non approfittare anche di questi preziosi appuntamenti che vanno oltre le canoniche due ore?
L'insegnamento di oggi è stato, prevalentemente, interiore: per tutti i momenti, l'obiettivo principale è stato quello di cercare di far mantenere la concentrazione, l'atteggiamento mentale, la prontezza sempre e comunque, nonostante i continui controscena di
Adrian e
Antonio che dietro le quinte continuano saltellare come due comparse di commedia dell'Arte, nonostante
Vlad che si era scordato a casa i pantaloni del karategi ed indossava dei buffissimi jeans a prova di Zanshin, nonostante
Susanna che a volte sembra più in passeggiata a San Marco che sul tatami.
Ci si rende conto che non è semplice insegnare soprattutto a “motivare”, a trasmettere una ragione che giustifichi uno stile di vita: la difficoltà sta nel riuscire a trasmetterlo parlando un linguaggio che entri nel cuore di un bambino e, al tempo stesso, in quello di un adulto.
Io credo che oggi il Maestro sia riuscito a colpire nel segno, e solamente chi c'era oggi sa a cosa mi riferisco..
Oss
Anna Santini