Rispondo adesso perchè adesso mi rendo conto che, essendo la palestra
chiusa, mi mancano le lezioni e mi rendo conto che non porto a casa nulla.
A fine lezione porto a casa un po' di rabbia per quello che non ho capito,
per le mie anche che non girano, per il mio continuo confondere la
direzione destra con la sinistra.
Al di là del mio scherzare continuo sul
fatto che le nere mi massacrano, quando facciamo lezione con loro ho
ancora reverenziale soggezione, ma sento che la loro energia, il loro
ripetere con noi le posizioni più elementari con la massima
concentrazione, mi danno molta voglia di distrarmi il meno possibile, di
mettere da parte l'emozione, l'emotività, l'ansia e di cercare di tirare
fuori le palle.
Venendo al secondo punto, trovo molto interessante la domanda di Monica
proprio perchè, appena ricevuta la cintura gialla, mi sono posta la stessa
domanda.
Io ho due figlie, entrambe volute cercate desiderate. Le due fasi
di gestazione e poi di maternità però mi hanno fatto, entrambe le volte,
frenare: entrambe le volte avevo intrapreso carriera professionale e
attività sportive, sistematicamente entrambe interrotte nelle delicate
fasi femminili.
Anche se lo pratico da così poco, il karate per me non è
uno sport, nè una carriera professionale: è una sfida con me stessa, è già
una parte di me di cui ho bisogno.
Quindi mi sono chiesta: ma se per caso
resto incinta di nuovo, che faccio cazzarola? Mi tocca mollare tutto? E mi
sono anche chiesta: se mi fossi trovata incinta mentre praticavo karate,
cosa sarebbe successo? Avrei dovuto smettere? E ho capito che no, non si
può. Avrei continuato a fare lezione, a fare quello che potevo (del resto
i pantaloni del karate-gi si possono allargare!) evitando i colpi, e se
non avessi potuto, ad un certo punto, farlo fisicamente, avrei continuato
a frequentare le lezioni guardando da fuori.
E poi avrei ripreso appena
uscita dall'ospedale, guardando ancora da fuori mentre aspettavo che i
punti non facessero più male.
Sarebbe andata così, ne sono sicura. Lo so
che sarebbe andata così.
Risposta ad Anna
Anna Santini