Ogni tanto capita che qualcuno passi di qui, a Venezia. Vuoi per caso oppure per lavoro o, come è capitato a Marissa, per studio.
Marissa è una mia studentessa, frequenta un mio corso da un mese e questa è la sua ultima settimana.E' una ragazza molto posata, un po' timida, innamorata a prima vista di Venezia pur avendo io appurato che, di tanto in tanto, le mie lezioni si rivelano soporifere soprattutto a lei.

Ogni tanto capita che qualche studente ti chieda così, per pura curiosità, cosa fai nel tempo libero (!!!!), se ti vedi con gli amici, se vai al circolo del golf oppure pratichi per caso, alla tua veneranda età, qualche sport.
E per caso tu gli dici:"Karate" (e non karate-do: mi scuso con il maestro). E per caso, a quella risposta, gli occhi di qualcuno dei tuoi studenti si illuminano. E' andata un po', inaspettatamente per me, così. Marissa pratica dall'età di 13 anni negli Stati Uniti il Kenpo, un arte marziale cinese di autodifesa della quale non so un'emerita cippa. Io le spiego che noi pratichiamo lo Shotokan. Lei non ne sa un'emerita cippa.

Però ogni tanto capita che qualcuno, come Marissa, abbia voglia di saperne di più, di andare oltre un nome che a lei non dice molto. Quindi mi chiede se può assistere ad una nostra lezione.

Ne parlo con il Maestro il quale si mostra molto disponibile e la invita alla lezione di martedì, cercando di insegnarle alcune tecniche del Kihon e del Kumite e di capire il suo grado di conoscenza.

L'impressione superficiale è che, nonostante questa ragazza si sia dichiarata II° dan, non ci sia nessuna connessione tra l'arte marziale che pratica lei e quella che pratichiamo noi.

Ogni tanto, però, capita che qualcuno ne sappia qualcosa più di te e che te lo dimostri.

Il Maestro quindi le chiede un "do tu des":  la sua richiesta è quella di ricambiare l'ospitalità dandoci una dimostrazione di quello che lei sa.

Marissa è timida, un po' in imbarazzo di fronte al suo pubblico eppure comincia a mostrare alcuni passaggi di kata elementari di kenpo ai quali il Maestro risponde con passaggi Shotokan che potrebbero trovare una corrispondenza od anche una flebile familiarità, come dimostra quanto ha ripetuto più volte nel corso di questa lezione: le tecniche sono tantissime e differenti ma, alla fin fine, la casa alla quale apparteniamo è la stessa.
Le arti marziali vivono nella stessa dimora, pur con abitudini diverse.

Ogni tanto capita che un confronto ci faccia bene, ci apra qualche spiraglio verso discipline, innumerevoli, delle quali non conosciamo nemmeno l'esistenza eppure sono così vicine, quasi parenti, della pratica alla quale siamo tanto affezionati.
Ogni tanto tutto ciò capita, pur rimanendo i rompiballe di sempre...
Oss