Ore 8: Sole, ghiaccio e un freddo cane.
Paolini avrebbe pensato la stessa cosa che ho pensato io mentre sbirciavo fuori dalla finestra: "Ti gà visto che gà nevegà co l'acqua alta? Mai successo! Impressionante..."
Che facciamo? Andiamo?

Susanna in camera è sveglia come un grillo:"mamma sbrigati: sai che il maestro non sopporta che si arrivi in ritardo!." Perbacco, bando agli indugi mia giovane cintura arancio!

Usciamo e andiamo verso il vaporetto. Venezia è avvolta nella neve, che attutisce i rumori.
Solo lo scricchiolare dei passi che frangono la lastra di ghiaccio sotto ai nostri piedi. Solo dei pazzi possono buttarsi giù dal letto in una domenica come questa. Infatti noi siamo pazzi. Siamo i superstiti di un anno lungo e faticoso, gli irriducibili che si incontrano a Sant'Alvise.

Siamo pochi, ma ci siamo e abbiamo voglia di metterci a confronto, di tirare le somme, di stare insieme.
Mi dispiace per chi non c'è, perchè oggi c'è una buona energia: finalmente non mi sento più la "vecchia" del gruppo, ma ho una buona sintonia con i ragazzi.
A volte un numero ridotto permette anche di raggiungere risultati diversi. Per me, personalmente, mancare a questi incontri sarebbe una grande occasione buttata al vento: sono ore preziose in cui il maestro approfondisce gli insegnamenti, dedica tempo ad ognuno di noi senza che il tempo fugga alla velocità della luce, ci permette di confrontarci con le nere, di imparare da loro.

Alle 11 fa capolino la bella Alessandra: ci speravo proprio. Due anni fa avevamo deciso insieme di intraprendere il karate ed ora lei mi lascia, ci lascia per un bel po', per qualcosa di più grande e di bello che sta per accadere.
Mi mancherai Fornetti, mi mancheranno le tue risate solari alle quali nemmeno il maestro riesce a resistere, mi mancheranno le sere pre-esame a ripetere i kata dicendo:"no sò un casso, doman i me boccia".
Ci mancherai, ma la ragione della tua mancanza mi riempie il cuore di gioia.
Guardo Veronica, Susanna e Fosca: sono bellissime e felici di questa giornata.
La soddisfazione e l'emozione quando ricevono la medaglia ti appagano, come genitore, della fatica, dello sforzo, in alcuni giorni difficili, a convincere i bambini a non saltare le lezioni, a vincere la stanchezza e la pigrizia.
Sempre di più mi convinco che chiediamo molto a loro, e dalla loro presenza anche oggi impariamo molto, dal loro essere qui, più determinate e più convinte di alcuni "grandi" che oggi non ci sono e si sono, indubbiamente, persi qualcosa.
E Veronica è raggiante quando convinco sua mamma a permettermi di portarla a pranzo con noi. Non siamo molti, ma siamo sereni e, con gioia del maestro, siamo tutte femmine eccetto Andrea.

Non c'è distacco nè imbarazzo: ormai ci conosciamo da un po' di tempo e avverto sincero affetto quando, all'uscita dalla pizzeria, ci scambiamo infreddoliti e contenti gli auguri di Natale e ci diamo appuntamento all'anno prossimo.