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KUJIKERUNA

Non cedere, non mollare mai
Cose che ho imparato - 28 Maggio 2011 - Esame II° Dan
I testi sono degli autori
Le ultime settimane di lezione sono state molto intense. Abbiamo lavorato sul kumite: la difficoltà dell’esercizio era nell’organizzare una serie di tecniche senza perdere la concentrazione, imparare a portare un attcco creando il momento giusto. Da un mese a questa parte l’errore che mi era stato corretto di più era che non avevo intenzione di colpire. Né nel kihon né nel kumite. Finalmente negli ultimi allenamenti mi ero sentita più carica: il M° Perlati mi aveva messo davanti Carlo Casarini dicendomi di buttarlo giù. Sentendomi messa alla prova ero riuscita a tirare fuori quello che avevo bloccato.

Allo stage di ieri i 1°Dan hanno fatto allenamento con M° Contarelli. Il M° ha iniziato dicendo:- ora faremo un programma più ampio di quello che avrete all’esame, perché è meglio fare di più qui e di meno lì piuttosto che il contrario-. Mentre facevamo le quattro direzioni del khion la solita persona che ha capito tutto del karate (e che poi è stata bocciata!) gli si è avvicinata per domandare se anche questo sarebbe stato chiesto all’esame. Al che M° Contarelli ha riposto che ci sono molte altre cose che si allenano al di fuori dell’esame, e quindi ha deciso di far fare esercizi tutti diversi dal programma d’esame, basati sulla capacità di orientamento spaziale: prima abbiamo fatto un’applicazione di Heian Shodan conò e omotè, poi abbiamo fatto un esercizio in cui ci si attaccava in due a ripetizione facendo gedanbarai girati di schiena. Poi un esercizio in cui ci si numerava (1,2,3) e poi ci si attaccava a ripetizione secondo una certa sequenza.

Ho fatto questi esercizi con Marina e Diego e mi sono divertita molto. Poi abbiamo lavorato sul kata. M° Contarelli secondo la filosofia che per far funzionare meglio la destra bisogna lavorare con la sinistra ha fatto allenare di più su Jitte quelli che portavano Enpi. Su Enpi è stato molto interessante lo studio della dinamica della tecnica di presa e salto dopo gedanbarai e age tsuki. Poi abbiamo studiato come raccogliere le gambe nel salto finale e riuscire a stare sospesi il più possibile, per avere modo di posizionare bene i piedi nell’atterraggio. Da quando è finito lo stage all’esame ho continuato a muovermi e ripassare perché sentivo che se fossi stata ferma la tensione mi avrebbe paralizzato. M° Perlati mi aveva detto in tutti i modi di arrivare all’esame incazzata nera e di fare forte. L’esame è cominciato presto e assieme a me c’erano Elisa, Marina ed un'altra ragazza. Al tavolo degli esaminatori: M° Perlati, M° Fugazza e un terzo M°.

Ho fatto il khion senza pensare un secondo alle tecniche, partendo e finendo sempre con kiai. Poi c’è stato il kumite. Prima con Elisa e poi con Marina. Mentre lo facevo non riflettevo sul fatto che erano settimane che facevo fatica a mangiare per lo stress di tesi ed esami assieme, che non mi ero allenata quanto avrei voluto e che Marina aveva un’esperienza di kumite che io non ho. Ho fatto al massimo, senza pensare e quando mi è arrivato un pugno in faccia non l’ho sentito. Mi sentivo bene mentre combattevo, non mi sono buttata a caso sulle avversarie ma non ho neppure avuto momenti di esitazione. Il kata che tutte facevamo era Enpi.

Mentre lo facevo ho avuto un po’ di indecisione sul ritmo, il salto è andato bene, ma l’emozione del momento mi ha fatto sbagliare la respirazione nelle parate lente che precedono il salto. Il risultato dell’esame è stato 3 in khion, 3 in kumite e 2.5 in kata. Come correzione: posizione, forma e kimè. Finiti gli esami sono andata a chiedere al M° cosa non andava. Mi ha risposto che l’esame era stato buono, avevo fatto bene, ma la posizione nel kata era stata troppo corta (la stessa correzione è stata fatta ad Elisa). Sempre con il M° Perlati come esaminatore, ha fatto l’esame per terzo dan un altro allievo della palestra: anche lui ha preso 3 su tutto e in kata 3 - - (perché ha perso l’equilibrio e ha sbagliato ritmo).

Ora non credo che ci sia molta differenza fra 2.5 e 3 - - . La differenza sta nel voler bocciare o nel voler promuovere. Mi sono sentita triste non tanto per l’essere stata rimandata, ma perché questo era il mio ultimo giorno di karate a Bologna. Se la tesi andrà bene partirò per Berkeley e quindi per un anno non potrò più allenarmi. Non avevo fatto l’esame perché volevo a tutti i costi passare di grado ma perché M° Perlati, senza che lo chiedessi, mi aveva detto che ero pronta e che dovevo farlo. Ho ringraziato il M° Perlati e l’ho salutato. Salutandolo ho realizzato che era finito un periodo ed erano passati tre anni.

Ora io dovrò laurearmi e lui si dovrà operare. Ricomincerò a lavorare su Enpi a settembre 2012, se tutto va bene. Questo esame è stato un esame forse ancora più duro per il M° Perlati che per noi: da dicembre in poi ha avuto dei problemi alle anche e i medici gli hanno consigliato di operarsi subito. Visto che si sarebbe trattato di un operazione molto grossa che avrebbe richiesto mesi di convalescenza il M° Perlati ha deciso di tirare avanti e di fissare la data dell’operazione una settimana dopo gli esami di maggio. Negli ultimi giorni faceva lezione vestito perché gli era troppo difficile mettere il karategi. L’altro ieri M° Perlati ha detto con un sorriso:- Sono contento di avercela fatta fino agli esami, quest’anno mi sono dovuto tirare per le orecchie per riuscire a venire a lezione! -.

La vita è un kumite dove sai che non sarai tu a vincere. Tutto ciò che di meglio ti può insegnare il karate è di riuscire ad arrivare fino all’ultimo secondo senza perdere, facendo ogni tecnica al meglio: accettando con onestà i propri limiti e con orgoglio i propri successi. Quello che mi resta di questa giornata sono tanti mesi di lavoro, un bello stage, e la sensazione di aver fatto del mio meglio nonostante la fatica di questo periodo.

Mi resta anche la consapevolezza di tutto quello che ho fatto prima, come allieva di M° Davide. Gli amici mi chiedono come riesco ad essere determinata in certe situazioni, oppure a passare bene e con sicurezza gli esami. Io so che devo questo al M° Davide e alle giornate passate con i compagni di karate di Venezia. Grazie a voi ho imparato a vivere pienamente, provando sempre a fare del mio meglio, secondo lo spirito del karate.

Oss!
Caterina Cecconi
Risposta a Caterina

Tabella testi Davide - Scritti da noi

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