Frequento questa palestra da 4 mesi, ma avevo già fatto una lezione a giugno, perché il Maestro aveva detto che potevo provare. Quel pomeriggio avevo un po’ di paura a entrare in un ambiente differente da quello in cui avevo fatto karate per un anno, dove magari sarebbe stato tutto diverso e io forse non sarei stata capace di fare niente. Nonostante questo però ho fatto un’ora nel corso delle marroni e una nel corso delle gialle-verdi (però la prima lezione non mi ha trasmesso molto, forse per i due livelli troppo distanti tra loro).
Dopo quel giorno ho cominciato a pensare se cambiare o meno palestra, così, ho considerato più che altro le differenze tra i due ambienti, tra quanto sapevo e quanto mi veniva proposto, tra i maestri e tra il loro modo di insegnare. Ho notato subito che lo stile era molto diverso, ma anche l’aspetto mentale e, forse, l’atmosfera.
Dopo 4 mesi al Centro Sport e Cultura posso confermare queste mie tre impressioni iniziali.
Lo stile è tutt’altra cosa: nella mia vecchia palestra, oltre a farci usare i guantini, dovevamo fare il sur-plass, ovvero saltellare per darci il ritmo. Ma avendo meno pressione a terra si è più instabili e quindi meno efficaci. Inoltre, ma questo riguarda solo me e non lo stile, nella mia vecchia palestra ero l’unica bianca in un corso di arancioni, quindi mi sono dovuta adattare abbastanza al loro livello, senza ricevere delle basi vere e proprie.
E mi sembra che il Maestro l’abbia notato subito.
L’aspetto mentale del karate nell’altra palestra l’ho sentito davvero molto poco: non riuscivo a percepire niente che si distaccasse un minimo dall'aspetto tecnico/fisico per sforare in quello a cui il mio nuovo Maestro mi sembra tenere molto, l'ambito mentale del karate. Ci vengono comunicati sempre insegnamenti, che nell’anno di karatè precedente non ho sentito nemmeno una volta. Inoltre il Maestro dell’altra palestra, sembrava finalizzare tutto quasi esclusivamente alla competizione e diceva di voler farci diventare degli atleti;
qui sento qualcosa di diverso: sviluppo e crescita della persona.
Tutto questo influisce sicuramente anche sull’atmosfera che si crea. Dopo un po’ di tempo in cui avevo ormai conosciuto tutti i miei compagni di corso dell’altra palestra, mentre facevo kumitè con uno di loro, questo ha iniziato a raccontarmi barzellette, evidentemente non interessandosi alla lezione. La cosa si ripeteva, non con tutti, però molto spesso.
Questo è un aspetto che per fortuna non ho trovato al Centro Sport e Cultura: lo scarso interesse per la disciplina, l’andare lì soltanto per chiacchierare.
Qui è diverso: l’interesse di tutti è concentrato su quello che si sta facendo e mi sento anche molto più seguita.
Comunque in 4 mesi non so quanto io sia cambiata, mentalmente o fisicamente, però è cambiata la mia visione del karate: mentre prima lo consideravo solo come uno sport, solo dal punto di vista tecnico/fisico, ora lo sento in maniera diversa. Non so come. E’ una sensazione che ho quando pratico, ma che non so ancora spiegare, perché 4 mesi sono forse ancora troppo pochi.
Cecilia Fabris